Allora, l'operazione è molto azzardata, soprattutto perché avviene a opera di un allievo del grande Hobsbawn, che ci ha da poco lasciati. Molto azzardata e al limite del sacrilego.
E infatti mi sembra un puro divertissement, senza alcun obbiettivo né storiografico né di revisione politico-filosofico-economica.
Sono pagine che si leggono in un fiato, prevedono una qualche conoscenza delle opere del grande pensatore, qualche infarinatura di tutto quanto è sinistra e un po' di humour, anzi molto.
Tutte cose che sappiamo benissimo, che aggiungono un po' di pepe al dibattito e che aumentano quella sorta di tentativo di recupero teorico e politico al quale stiamo assistendo da un po' di tempo a questa parte.
Poveri untorelli...ma a quanto pare il fallimento del capitalismo sta cominciando a riproporre domande su nuove forme di organizzazione dello stato e dell'economia. Ben arrivati!!!!
Dopo di che questa operazione editoriale lascia il tempo che trova, è un po' inutile, non avvicina a Marx chi non lo conosce e anzi lascia un po' di amaro in bocca a chi ha visto il pensatore tedesco come un punto di riferimento serio e non come una protagonista di una romanzo d'appendice.
Voto contro e non mi piace.