[Intervista] Katherine Keller

Creato il 09 agosto 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

A cura di Anna Grieco

Sinossi di Black Shadow

 Alexander Blackwood è un demone spietato e senza scrupoli, abituato ad ottenere sempre ciò che vuole e quello che vuole è l’anima di Deny Grayson, una donna gentile e bella con un grande segreto: è una strega ed è in mortale pericolo.

Due realtà eternamente in conflitto fra loro, due nemici appartenenti a opposte fazioni. Il destino vuole che i due si incontrino e da quel momento le loro vite cambieranno.
Magia, seduzione, crudeltà sullo sfondo di una Scozia romantica quanto oscura.
Potrà l’amore tormentato del demone e della strega sconfiggere nemici potenti e pericolosi, disposti a tutto pur di raggiungere i rispettivi scopi?

“Voleva vivere per lui, per loro due, per abbattere tutte le barriere che li dividevano. Aveva trovato la sua ancora di salvezza, aveva trovato una ragione per sentire battere il suo cuore ogni singolo istante.”

Ciao ragazze, grazie per aver accettato l’intervista. Potete parlarci un po’ di voi? Chi si nasconde dietro lo pseudonimo di Katherine Keller?

Grazie per l’invito. Katherine Keller riunisce in un solo nome quelli di Angela Contini e Patrizia Zinni. Siamo due amiche che condividono molto oltre all’amicizia: una passione sfrenata per le serie TV americane e inglesi, per la lettura in quantità industriali, per i fumetti e per il genere Fantasy – Paranormal Romance – Urban Fantasy, in particolare.

Com’è nata la vostra passione per la scrittura? Cosa rappresenta per voi il genere fantasy?

Angela: personalmente non so di preciso quando è nata la mia passione per la scrittura, ricordo solo che l’ho sempre fatto, fin da bambina. Probabilmente è insita nel mio DNA. A scuola scrivevo temi che non mi venivano richiesti, stendevo sceneggiature per le recite delle amiche e a sei anni ho scritto il mio primo racconto fantasy, con protagonisti i puffi. Un racconto molto breve, circa quattro pagine, ma mia madre cominciò a temere fin da allora per la mia salute mentale, pensando che fossi una qualche sorta di mutante alieno. Credo che lo pensi ancora, perché da quel momento in poi la mia vita è stata solo penna e foglio. Non che non abbia una vita sociale, anzi. Sono felicemente sposata e mi piace “vivere”, ma il mio personale mondo fantastico è quello in cui mi piace rifugiarmi più spesso. Il genere Fantasy mi permette di evadere, perché rappresenta la via di fuga che nella realtà è impossibile trovare. Non ha regole standardizzate, come accade per altri generi, e sebbene delle norme ci siano anche in questo, non sono restrittive a tal punto da costringerti a scrivere appoggiandoti a dei cardini fissi. Tutto può essere il contrario di tutto, basta solo che segua un filo logico. Sta poi al lettore cercare di venirne a capo. Chi ha un po’ di fantasia, ci riesce benissimo.

Patrizia: Mio nonno all’età di nove anni mi regalò la mia prima macchina da scrivere. Era il mio tesoro. Mi divertivo molto a mettermi seduta davanti alla scrivania, nel suo studio accogliente, e scrivere raccontini brevi. Da allora non ho mai smesso. Ho scritto poesie, fanfictions e alla fine romanzi. La mia passione è andata in crescendo. Trovo che sia magico dare vita ai personaggi che la fantasia è capace di inventare. Dare loro un background, una personalità e vederli muovere negli scenari che crei per loro, mettendogli spesso i bastoni tra le ruote. È stato naturale per me approcciarmi al genere fantasy, che amo da parecchio tempo. Ti permette di muoverti a 360°, di inventare, rispettando giustamente, come ha già accennato Angela, regole di coerenza logica che diano un senso a un qualche cosa che in realtà non esiste. Trovo che sia affascinante riuscire a raccontare storie soprannaturali che rispecchino la realtà umana e tutte le sue sfumature.

Come è stato scrivere a quattro mani? Avete incontrato dei problemi?

Niente affatto semplice. Viviamo a circa seicento chilometri di distanza l’una dall’altra, non abbiamo potuto incontrarci quasi mai, se non in sporadiche occasioni. Per scrivere la saga ci siamo “accontentate” di internet: chat, mail e via dicendo. Però è stata un’esperienza esaltante e nuova. Le idee erano in continuo fermento. Siamo state uno stimolo reciproco per cercare soluzioni nuove, originali, divertenti e i personaggi hanno finito per essere più vivi che mai perché, come interagiscono tra loro gli scrittori per creare un romanzo unico e fluido, così i personaggi interagiscono tra loro e si misurano l’uno con l’altro riservando a volte incredibili sorprese. Nonostante abbiamo due stili molto diversi, insieme abbiamo trovato un terreno comune che ha reso il lavoro naturale e gratificante.

Come è nata l’idea per Black Shadow? In che modo avete sviluppato il progetto?

L’idea per Black Shadow è nata per caso. Come abbiamo spesso detto in altre interviste, è nato tutto come un gioco, un gioco di ruolo per l’esattezza. Eravamo seguite da quattro gatti, letteralmente, perché le amiche che leggevano la storia erano davvero quattro. A loro piaceva molto, così un giorno ci siamo dette: “Perché no? Perché non farlo diventare un romanzo e pubblicarlo?” Così abbiamo chiuso il gioco di ruolo e ci siamo messe a lavorare per ricostruire la trama e i dialoghi, modificando in modo radicale il materiale da cui eravamo partite. Non è stato semplice, bisognava cambiare molte cose per fare in modo che la prosa risultasse credibile, meno da fanfiction per intenderci. Ma a conti fatti, nonostante l’impegno e la fatica, ci siamo divertite molto, scambiandoci opinioni, inventando scene, facendo rivivere i personaggi sotto un aspetto più romanzato.

Vi siete ispirati a qualcuno in particolare per i personaggi?

Avevamo bisogno di volti che facessero da punto di riferimento, proprio perché scrivevamo a quattro mani. Ognuna di noi aveva più di un personaggio da seguire, caratterizzato in base ai propri gusti e al proprio stile. Quei volti – in particolar modo quelli di Matt Bomer per Alexander Blackwood e di Hilarie Burton per Denamora Grayson – hanno dato anima ai personaggi. Ciò non toglie che i volti erano solo il vestito. La loro caratterizzazione psicologica, il loro modo di fare, il loro pensare, sono stati il frutto della nostra creatività, assolutamente personale.

Avete scelto la strada dell’auto-pubblicazione. Come mai?

La via per le case editrici canoniche è lunga e tortuosa, ed è facile inciampare in qualche dura delusione. Le C.E. hanno fiumi di manoscritti da visionare, centinaia di autori esordienti che cercano di essere scoperti, (alcuni lo meriterebbero davvero) ma non garantiscono nemmeno che il manoscritto venga letto. Non sono da biasimare, con la mole di lavoro che hanno, ma per un autore che vuole semplicemente scrivere e che ha passato magari un intero anno a lavorare sul suo romanzo, questa attesa, alla quale potrebbe seguire anche nessuna risposta, è a dir poco snervante. L’autopubblicazione si è dimostrato un valido strumento per entrare in punta di piedi nel mondo dell’editoria e dare una sbirciata, con coraggio e fiducia. Crediamo in quello che abbiamo scritto e abbiamo voluto dargli una possibilità concreta di essere letto ed eventualmente apprezzato. Il tempo e il gusto dei lettori ci diranno se è stata una scelta giusta.

Vi aspettavate il riscontro che state riscuotendo?

I pareri positivi di chi ci aveva letto in anteprima erano incoraggianti, ma abbiamo voluto provare anche con un pubblico più vasto e soprattutto sconosciuto. No, a dire il vero, non ci aspettavamo questo successo. Non perché non fossimo sicure delle nostre capacità, semplicemente perché pensiamo che bisogna sempre partire con la testa bassa, con umiltà, rialzarla ogni tanto solo per ringraziare chi ha fatto in modo che questo romanzo avesse successo, cioè tutti i suoi lettori, e riabbassarla nuovamente. I numeri sono tutt’ora incoraggianti, le vendite vanno a gonfie vele e non possiamo davvero lamentarci di niente.

Quali sono gli scrittori che hanno influenzato il vostro stile?

Angela: Potrei dirti Jane Austen, che ho letto e riletto fino allo sfinimento, ma non le renderei giustizia, perché il mio stile è ben lontano dall’essere settecentesco. Sono una fan sfegatata di Cassandra Clare, che ritengo una delle migliori scrittrici Urban Fantasy in circolazione, forse la migliore, ma anche in questo caso non le renderei giustizia, nonostante qualcuno mi abbia detto che le somiglio molto, soprattutto nei miei romanzi da solista, perciò preferisco definirmi una che ha letto molto e carpito messaggi da varie parti. Ho uno stile mio. Metto la mia anima sul foglio.

Patrizia: Credo che più o meno involontariamente, i romanzi e gli scrittori che ti hanno toccato il cuore, in qualche modo lasciano la loro traccia indelebile nel tuo spirito di scrittore e lo arricchiscono di piacevoli sfumature. Io sono sempre stata innamorata del romanzo dell’ottocento inglese. Jane Austen, Charlotte Bronte, Charles Dickens in primis hanno segnato molto la mia formazione letteraria. Amando comunque molto il fantasy, ho autrici contemporanee che prediligo leggere, come Cassandra Clare (già citata da Angela) e Maggie Stiefvater, la cui lirica è magnifica. La Corsa delle Onde ne è un grande esempio. Comunque mi piace pensare che il mio stile sia soltanto mio, con una sua impronta decisa.

Cosa pensate del genere fantasy nel contesto editoriale italiano? E qual è la vostra opinione sull’editoria in generale?

Si sta lentamente aprendo una strada in discesa, ma siamo ancora lontani dai numeri americani o stranieri in generale. La cultura del fantasy in Italia è poco sviluppata, relegata a lettura di seconda categoria, se non terza. Ingiustamente. L’autopubblicazione ci ha infatti permesso di conoscere tanti scrittori, affermati o meno, che scrivono di questo genere, e alcuni di loro non hanno nulla da invidiare ai colleghi americani. Molti italiani si rifiutano di leggere il Fantasy made in Italy, per sfiducia forse, ma dovrebbero almeno provarci, avrebbero delle gradite sorprese. Il mondo dell’editoria in generale è un mondo complesso, per certi versi ostico e non sempre il rapporto scrittore e casa editrice è un canale aperto. Il materiale che riceve una casa editrice è tanto e non c’è garanzia che, al di là di una vera e propria scelta editoriale, i manoscritti inviati vengano tutti letti. Forse ci dovrebbe essere più scouting alla scoperta di nuovi autori nostrani e il ricorso agli agenti letterari dovrebbe essere meno settario. Insomma si dovrebbero aprire nuove vie di comunicazione tra casa editrice e autore, per uno scambio reciproco di maggiore soddisfazione che porti beneficio anche ai lettori.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Angela: I progetti futuri sono tanti, e il tempo per svilupparli poco, ma ce la mettiamo tutta. Oltre alla saga scritta con Patrizia, di cui abbiamo terminato il terzo capitolo, sto lavorando a una trilogia fantasy. Ho già concluso il primo e il secondo capitolo della trilogia. Ho iniziato da poco il terzo. Contemporaneamente, sto lavorando a una duologia distopica, di cui ho quasi concluso il primo libro. Tutti in attesa di pubblicazione. Non appena The Shadow Saga mi concederà un po’ di tempo, arriveranno anche i miei da solista. In realtà ne ho tanti altri già scritti, ma chissà se li pubblicherò mai. Io intanto li scrivo, perché non so fare altro.

Patrizia: Oltre alla “The Shadow Saga” con Angela, ho ultimato già due romanzi. Un autoconclusivo fantasy con ambientazione ottocentesca, (qui si rivede la mia grande passione che torna in superficie) che è in fase di revisione. Inoltre ho completato il primo romanzo di una trilogia paranormal romance in ambiente contemporaneo. Attualmente sto scrivendo il mio terzo romanzo solista, che è anche il romanzo di apertura di una nuova saga urban fantasy. Le idee non mi mancano e fino a che avrò idee e voglia di scrivere, io e il mio fedele pc avremo tante cose da raccontarci.

Grazie per essere state con noi.

BIO AUTRICI:

Katherine Keller è l’alterego letterario di Angela Contini e Patrizia Zinni, due amiche che condividono moltissime passioni tra cui la scrittura, il fantasy e soprattutto Smallville, che le ha fatte conoscere alcuni anni fa.
Angela ha già pubblicato il suo romanzo di esordio “Biscotti alla vaniglia” mentre Patrizia è un’autrice alla sua prima esperienza.
Entrambe adorano entrare in libreria, gironzolare tra gli scaffali e scegliere i libri da comprare. Preferiscono immergersi nella magia di un bel romanzo piuttosto che guardare la televisione, anche se non disdegnano alcuni serials americani che sono oggetto di lunghe e divertenti chiacchierate.
Amano la pittura impressionista, in particolar modo Claude Monet.

sito internet: http://katherinekeller78.wix.com/the-shadow-saga
pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Katherine-Keller-Autrice-di-The-Shadows-Saga/471666972902410


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