La presentazione si terrà martedì 17 dicembre 2013 a Milano, presso la sede dell’associazione Pane Quotidiano – in viale Toscana numero 28, alle ore19.30.
Interverranno l’autore, Flavio Pagani, nonché le scrittrici della factory Romina Tamerici (relatrice
dell’evento) e Marta Folcia (che leggerà alcuni brani tratti dall’opera).
Luigi Rossi, infine, parlerà a nome dell’associazione Pane Quotidiano.
L’AUTORE
Flavio Pagani, classe 1967, è insegnante di italiano per stranieri. Autore dei libri “Lapsus” e “Mostri di Natale”, è anche
coautore del romanzo “Solo i viaggiatori finiscono”. Tutte le sue opere sono state pubblicate dalla casa
editrice I Sognatori. Nel 1999 ha vinto la quinta edizione del trofeo Rill. Per “Mostri di Natale” ha deciso di devolvere in beneficenza i diritti d’autore a lui spettanti, e nello specifico alle associazioni a sostegno di chi stenta ad arrivare alla fine del mese.
LA CASA EDITRICE
I Sognatori è la prima factory editoriale italiana, ovvero un modello di casa editrice completamente nuovo, in quanto cogestita da scrittori, scrittrici, editore e relativi collaboratori. Un esperimento basato sull’entusiasmo e sulla voglia di fare di tante persone, con storie, peculiarità e sogni differenti. Un esperimento che, nel suo piccolo, ha già rivoluzionato il modo di fare editoria qui in Italia.
Pane Quotidiano è un’associazione laica fondata a Milano nel 1898 che assicura gratuitamente alimenti di prima necessità ai poveri, grazie al generoso contributo di alcune Aziende sostenitrici. Ha due sedi (in viale Toscana n. 28 e in viale Monza n. 335) in cui operano oltre 100 volontari che distribuiscono generi alimentari senza nessuna distinzione di sesso, età, nazionalità, professione e stato sociale.
Mostri di Natale è una raccolta di racconti sul tema del Natale, ma non solo. Si narrano alcuni modi di affrontare la crisi e la precarietà armati di un dono. O di un sogno. Attraverso esperienze apparentemente mostruose, ma tremendamente vere, vissute con una bontà alternativa. Ricorrendo alla satira, al noir, all’immaginazione e affidati a lettere, dialoghi o canzoni… inseguendo il disincanto di una sigaretta spenta o il canto di una scintilla riflessa in un abbraccio, un amore finito in un bicchiere o uno iniziato sotto la luna. Storie vissute su generosità o cattiverie estreme. Alla ricerca di un miracolo piccolo, ma possibile. Per richiederlo: http://www.casadeisognatori.com/inostrilibri.html
Con noi c’è l’Autore, che ha accettato di rispondere a qualche domanda.
- A un certo punto un tuo personaggio dice: “La gente non ha più la pazienza di ascoltare una storia per intero”. Per questo hai scelto la forma del racconto piuttosto che il romanzo?
La frase viene pronunciata dal protagonista del racconto “Tre parole per strada”, uno dei due scritti con Aldo Moscatelli. Ho scelto la forma del racconto non solo per adattarmi alla mancanza di pazienza della gente e all’esigenza di brevità dei tempi moderni (si pensi ai limiti di lunghezza degli sms). L’ho fatto anche perché io tendenzialmente sono prolisso. Mi piace sperimentare e cimentarmi in nuove prove (nuove per il mio consueto modo di narrare). Comunque la brevità dei racconti di “Mostri di Natale” non è fine a se stessa: ogni racconto si concatena con i successivi.
In ogni storia il Natale si pone come ricerca di senso, e suggerisce un nuovo inizio su altre basi. C’è la volontà, e soprattutto il tempo di pensare a un nuovo inizio?
Ogni racconto segna un nuovo inizio che a sua volta riprende uno dei racconti precedenti in una sorta di circolarità narrativa che si ritrova nel Natale, nelle feste e nei riti anteriori. In questa circolarità della narrazione e del tempo ogni inizio è relativo, non fa che riprendere una fine precedente (di un racconto, di una stagione o di un capitolo della propria esistenza). È tempo, in questo periodo di crisi non solo economica, di cercare un nuovo punto di partenza per la nostra società e la nostra vita. Il Natale di questa raccolta individua alcune vie, alcuni espedienti alternativi per la ricerca di una nuova alba, di una nuova nascita sociale ed esistenziale con valori, ricchezze e punti di riferimento capovolti rispetto a quelli attuali.
- Anche uscire per andare a comprare delle sigarette è un chiaro invito ad aprire una porta verso un ignoto che serba non poche sorprese. Cosa c’è dietro una cortina fumogena di una sigaretta non ancora accesa?
In ogni atto della vita quotidiana, anche nell’acquisto delle sigarette, si può celare una porta verso una piccola avventura o un piccolo miracolo. La sigaretta evoca il desiderio di accendere un’emozione in una realtà ammantata dal fumo della routine… Anche se è poi la stessa routine a fagocitare il desiderio d’evasione di una paglia.
- C’è un’atmosfera surreale che fa da sfondo, la quale ricorda – per esempio Natale Longobardo - certi racconti di Dino Buzzati. Quali sono state le tue letture di riferimento?
Sicuramente Dino Buzzati è importante. Altri riferimenti sono stati Calvino, Benni, Pennac, Dickens… e altri meno noti come Corrado Govoni, Ermanno Cavazzoni, o Giovanni Orelli… Più che di letture di riferimento dovrei parlare di visioni di riferimento: per me il narrare parte e fa arrivare verso un nuovo modo di vedere. E allora dovrei anche parlare dei miei riferimenti cinematografici.
- Sono molto importanti, nei racconti, le parole che rincorri e con le quali giochi fino a costruire dei personaggi. Sei tu il cartoliere di cui si parla?
I miei giochi di parole non sono mai fini a se stessi, ma cercano solo di evidenziare la pluralità dei significati di una parola e del valore che può assumere per un personaggio e per quell’angolo di mondo in cui vive. In un certo senso anch’io sono un cartoliere che gioca con i significati delle parole per aprire nuove prospettive. Ma chiunque può esserlo. Ci sono persone che svolgono lavori più umili del mio o che non ricorrono alla penna, che sanno essere cartolieri o parolieri con più fantasia, originalità e umorismo.
- L’intento di questa raccolta è quella di illuminare gli angoli bui della nostra anima: ci vuole molto coraggio per buttarvi un occhio. Cosa c’è di mostruoso in questo?
Troppo spesso preferiamo lasciarci distrarre e cercare i luoghi dove c’è luce. Come l’ubriaco che perde le chiavi nel buio, ma le cerca sotto il lampione. In ogni buio, in ogni male c’è un barlume di luce. È il buio morale a dare profondità e umanità a un personaggio. Il Dottor Jekyll non sarebbe stato degno di considerazione senza Mister Hyde. La mostruosità consiste nel cercare il male dove apparentemente regna il bene. O il contrario.
- Come riassumeresti “Mostri di Natale?”
La favola e la tragi-commedia quotidiana di un piccolo uomo che rinasce sognando e regalando piccoli sogni per strada.
- Il 17 dicembre sarai a Milano, presso l’Associazione Pane Quotidiano. Quali sono le altre date?
C’è solo un’altra data: quella di sabato 21 dicembre a Genova. Poi penso che per un bel po’ non farò più presentazioni. Per non essere linciato. La vita pubblica dei mostri è difficile.