INTERVISTA | Noemi Gadaleta, la moda si aggroviglia con l'arte e la scarpa ne diventa icona

Creato il 02 settembre 2011 da Roberto Arleo @robertoarleo
Chi c'è dietro il tuo blog? Chi sei/siete?
Noemi Gadaleta, cofondatrice dello studio creativo Red-made, di base tra la ridente Brianza e l'amata Milano, si occupa trasversalmente di competenze che si incrociano e si fondono nell'esperienza del comunicare e le permettono il frequente peregrinare tra angoli reconditi e location ricercate.
Blogger per diletto, appassionata di eclettiche sfumature della musica, cinema d'autore, viaggi inconsueti e di tutto ciò che di sorprendente la vita possa offrire.
Da quanto tempo ti interessi di moda?
Plausibili reminiscenze di quando – ancora nel pancione – ne studiavo il restyling, immaginando rivisitazioni cromatiche del sacco amniotico.
Più concrete: quando a 2/3 anni ritagliavo dalle riviste di mamma ciò che più mi piaceva e lo incollavo sul mio quaderno Betsey Clark, avanguardia di Tumblr degli anni '80.
Megalomanie a parte, immagino che velleità di questo tipo abbiano abitato il cuore di ogni bambina che abbia ricevuto in dono il tanto agognato “gira la moda” e ne abbia fatto uso sfrenato.
Perché nelle donne c'è tutto questo amore per le scarpe?
Probabile è l'influsso ancestrale trasmessoci da Hermes, il dio – calzato - di confini e viaggiatori, o per non andar troppo lontano nel tempo, sono i ricordi della scarpetta cinderelliana a scalpitare dentro di noi... o forse, semplicemente, è perché sono una forma di linguaggio che parla allusivamente di noi e rispecchia - il più delle volte - il nostro modo di essere nelle svariate occasioni.

Outfit a Capri

Outfit a Capri

Qual è il tuo modello preferito e perché?
Incline al vagabondaggio sbrigliato, tendo al versatile urban street style, prediligendo modelli duttili e sempre pronti ad esser plasmati in qualsiasi situazione no-stop, relegando il city-glam ad eventi o contesti particolari.
A sfoggio della passione verso lo sciolto easy to wear, due still life delle mie scarpe preferite, spesso leitmotiv di mie composizioni grafiche:


Preferisci possedere tante paia di scarpe a un prezzo basso a discapito della qualità variando spesso oppure poche e di qualità pregiata?
Credo che una soluzione non escluda l'altra... Innegabile è il comfort e l'ambita longevità (sì perché alle scarpe poi ti ci affezioni!) delle qualità più pregiate.
Ma perché negarsi il piacere di una simpatica scarpetta adocchiata al mercatino vintage, essendo consapevoli che -se di scarsa manifattura- presto ti abbandonerà?
Quali sono le caratteristiche che valuti nella scelta delle scarpe?
Dipende dall'occasione in cui le dovrò indossare, se si tratta di escursioni selvagge, audaci pedalate o insaziabili "scarpinate", al primo posto: ergonomia, magari a discapito di un'estetica ricercata. Al contrario, se non ho particolari esigenze: libera infatuazione su ciò che mi solletica al momento.

Hippie Style a Stromboli

Glam Flat a Panarea

Che rapporto c'è tra scarpa e umore?
Se si parla di rapporto tra i vari stadi dell'animo e folli spese, sono -fortunatamente- non affetta dalla sindrome della shopper compulsiva... non che demonizzi ineluttabilmente lo shopping come sorta di premio o di consolazione, purché non diventi una forma di compensazione.
Hai un colore che compare più frequentemente nella tua scarpiera?
Nuance neutre per autunno/inverno, più aggressive in primavera/estate.
Poi -naturalmente- l'aristocratico, lusinghiero e inflessibile total black è irrinunciabile in qualsiasi stagione.
Qual è il valore aggiunto che percepisci nelle calzature italiane?
Alta qualità, stile e tradizione... peccato non valga più per tutti i brand “made in Italy”.
È possibile esprimere la sensualità attraverso le scarpe? In che modo?
Se dall'interpretazione Freudiana ne deriva che il piede è il “simbolo Fallico” al femminile, come non prender atto che ciò che lo accoglie -la scarpa- possa esser un potente mezzo voluttuoso? E senza addentrarsi in parafilie perverse o feticci di vario genere, scarpe che esprimono sensualità – passando dall'estrema femminilità alla soglia dell'androginia - ce ne sono per ogni inclinazione e di qualsiasi marca.. che non siano
necessariamente costosissime Louboutin (anche se.. chi di noi non ne è stata “sedotta” almeno una volta?)
Con quale criterio scegli le scarpe adatte ai tuoi outfit?
Contraddizione: adoro contaminare il mood più austero con quello bohémien, reinterpretare classico e urban in chiave ironica, confondere gli stili e fonderli in qualcosa di poliedrico, come me.
Ti viene in mente qualche altro settore legato alla creatività (musica, fumetti, letteratura, cinema, design...) in cui le scarpe hanno un ruolo importante?
Credo che la moda si aggrovigli con l’arte - e ne diventi icona - un po' in tutti i campi, dalla zeppa Woodstockiana, agli stivali della Valentina Crepaxiana, dalle bebè dell'Alice Carrolliana alle decollete a punta della Hepburn in Colazione da Tiffany, passando poi al design, dove provare le Sky Heel -disegnate da Julia Lundsten per Finsk- ti costa solo mille dollari.
Quale sarà la tua prossima calzatura oppure una tendenza futura che prevedi?
Trovandomi attualmente nella sgargiante Sicilia, il prossimo acquisto punterà a pimpatissimi sandali colorblock, caccia aperta anche su bizzarrie psichedeliche per l'imminente SiciliaBurningSAND a San Vito Lo Capo.
Link dove è possibile seguirti?
Blog: http://communicationlovers.com/blog
Sito Web: http://www.red-made.com
Facebook: https://www.facebook.com/noemi.ga
Un pensiero sulle calzature per concludere l'intervista?
Avendo parlato di scarpe, seduzione, cinema e icone... chiuderei citando Mae West & Cary Grant:
“Quanto sei alto?
Un metro e settantanove, signora.
Lascia stare i metri, parliamo dei centimetri“.
Io dico che la West si riferiva al numero di scarpe...
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