Intervista - Paco Roca e l'horror

Creato il 12 giugno 2013 da Letteratura Horror @RedazioneLH
Dettagli
Pubblicato Wednesday, 12 June 2013 12:37
Quest’oggi Letteratura Horror ha avuto l’onore di poter intervistare il grande fumettista Paco Roca. Spagnolo di Valencia, autore di uno dei grandi capolavori degli ultimi anni del comics come "Rughe", pluri premiato da critica e pubblico, e considerato come uno dei maggiori fumettisti del mondo, Roca è tornato a gennaio nelle librerie italiane grazie alla casa editrice Tunué con il graphic novel horror “Il Gioco Lugubre” (che abbiamo recensito a questo link). D) Paco Roca e il fumetto. Come è iniziato questo amore?R) Come a tutti i ragazzini mi è sempre piaciuto disegnare. Nel tempo quello che era solo un divertimento si è tramutato nel modo di raccontare una storia e il fumetto è il mezzo perfetto per potersi esprimere con i disegni.D) Che corso di studi e che tipo di lavori hai svolto per diventare, oggi, uno dei massimi disegnatori mondiali?R) Quando ho deciso di studiare disegno, non c'era nessuna scuola dove avrei potuto studiare illustrazione e meno che mai il fumetto. Così ho finito per iscrivermi a graphic design. Qui abbiamo frequentato illustrazione e un trimestre abbiamo studiato la storia del fumetto. E 'stato un buon modo per conoscere i classici. Ma forse il passo più importante è stato conoscere colleghi e amici a cui piaceva tanto il fumetto. Abbiamo letto molti fumetti, abbiamo creato fanzine siamo statoi a molti festival ...D) Chi è stato il tuo Maestro?R) Ne ho avuti molto. Il primo su tutti è stato Hergé. Amavo tutto di lui il disegno, le storie, le sue avventure… Poi mi sono avvicinato ai fumettisti americani che avevano come soggetto i super eroi e l’underground. Poi ho scoperto l'Europa e i mie insegnanti sono stati autori come Moebius o Giardino. Con il manga, poi, ho scoperto artisti del calibro di Otomo o Taniguchi. Quindi per me è molto difficile scegliere un unico maestro.D) “Gioco Lugubre” è un graphic novel horror, da dove nasce questa idea?R) L’horror è un genere difficile da trattare come fumetto. Da sempre mi hanno intrigato tanto gli adattamenti dei racconti di Edgar Allan Poe eseguiti dall’autore underground Richard Corben. Così ho voluto fare qualcocimentarmi anche io in questo genere. Mi piace anche l'horror gotico e lo trovo interessante, soprattutto autori come Bram Stoker che ha convertito in un re romeno, un vero personaggio, nel Dracula che tutti conosciamo, geniale! Mi chiedevo se si potesse ripetere quella partita, prendere un personaggio reale e renderlo con caratteristiche orrorifiche.Per caso mi sono imbattuto in un personaggio era perfettamente adatto in quel ruolo. Era eccentrico, viveva in un villaggio isolato tra le montagne, per gli abitanti del villaggio era uno sconosciuto, viveva in una casa indipendente vicino al cimitero e come ha detto lui stesso, aveva bisogno della sua terra natale per creare. Quel personaggio era Salvador Dalí.D) Chi fu Salvador Dalì? E Joanes (il protagonista che racconta la storia, ndr)?R) Dalì è stato un grande pittore surrealista, i suoi primi quadri sono stati una riveoluzione, così come il suo appoerto alla storia dell’arte. Si costruì un personaggio irriverente, provocatore, paranoico e mediatico, ma sempre intelligente e lucido. Jonaes non è altri che l’emblema della società dell’epoca (siamo nel 1940, ndr), un conservatore.D) E’ giusto dire che in questo graphic novel hai tratto ispirazione anche del grander regista surrealista spagnolo Luis Bunuel e dalle stesse opere di Dalì.R) Il surrealismo è molto presente in questo fumetto e, quindi, naturalmente Bunel non può non essere presente, ma Gioco Lugubre è soprattutto un omaggio all’opera pittorica di Dalì, tutto il graphic novel è pregno dei suoi quadri.D) “Il Gioco Lugubre” è stato il tuo primo horror e hai dimostrato di avere una dote naturale per il terrore e lo splatter. Credi che tornerai a trattarlo come genere?R) Amo l’horror e si spero un giorno di poterv iritornare. Ho già alcune idee, però non le svilupperò per ora.D) Quel è il tuo libro del terrore preferito?R) Di sicuro amo molto le storie di Poe, ma anche Frankestein e, uno dei miti libri preferiti è senza ombra di dubbio un’anoltogia dei racconti di George R. R. Martin Songs the Dead Men SingD) Due parole sul tuo capolavorob “Rughe”?R) Cerco sempre di creare storie che penso mi porteranno ad altro. Rughe si pone la necessità di comprendere la vecchiaia dei miei genitori.. Mi sono reso conto che la società emargina le persone anziane. Anche in letteratura, nel cinema e nei fumetti, non ci sono molte storie che trattano gli anzianiD) Nella fase creativa delle tue opere, per te, è più facile scrivere la trama o fare i disegni?R) Per e tutto è complicato allo stesso modo. In entrambi i campi vado incontro alle problematiche come autore, però forse l’aspetto più difficile per me è creare lo script che alla fine è la parte più importante. Il disegno è solo uno strumento per raccontare la storia.D) Cosa diresti ai giovani disegnatori che si vogliono avvicinare a questo lavoro?R) Il mondo dell'editoria è soprattutto un business ed è soggetto a molti fattori al di là della qualità intrinseca delle opere pubblicate. Ci sono buoni autori che non riescono a pubblicare e autori scarsi che, invece, vendono tanto. E 'importante conoscere il mercato per iniziare a pubblicare.
' Powered by Web Marketing

Subscribe via RSS or Email:

 

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :