INTERVISTA - Paola secondin e Quando l’amore accarezza il cuore
Creato il 27 febbraio 2015 da Nel
@PeccatiDiPenna
Nuova intervista, parliamo con Paola Secondin. autrice di Quando l’amore accarezza il cuore.
Paola Secondin, autrice veneta nata nel 1976, da sempre appassionata di libri, lettura e scrittura, diplomata con Maturità Artistica, pittrice su richiesta per svariati anni. Molto riservata, sognatrice e al contempo realista, silenziosa e solitaria, sempre in bilico tra il mondo immaginario e quello reale, amante della musica che ti ruba l'anima e ti porta in luoghi lontani, tremendamente complicata e lunatica (tutta colpa del segno dei Gemelli). "Quando l'amore accarezza il cuore" è solo uno dei tanti romanzi (inediti) che ha scritto, ed è il romanzo che la rappresenta al meglio dal punto di vista narrativo.
Ciao Paola, benvenuta! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
In realtà non ho mai veramente scoperto di avere la passione per la scrittura, perché fin da piccola mi è sempre venuto spontaneo scrivere. Già alle scuole elementari e in seguito alle medie, i temi in classe erano il mio punto forte, mi piaceva molto scrivere e mi veniva facile, sia che fosse un tema libero o con un argomento prefissato. Ho sempre preso bei voti, e una volta, al primo anno delle medie, la mia insegnante di lettere è rimasta talmente colpita dal primo tema che ho svolto da scrivermi accanto al voto la frase “non è farina del tuo sacco”, insinuando che non l’avevo scritto io quel tema e che ero stata aiutata dai miei genitori. Ovviamente ci sono rimasta malissimo, perché nessuno mi aveva aiutata a scrivere il tema, e in seguito, quando ho avuto modo di svolgere un tema in classe sotto gli occhi dell’insegnante, è venuto ancora meglio del precedente, tanto che lei si è ricreduta su di me e ha dovuto ammettere di essersi sbagliata sul mio conto. Anni dopo, quando ho iniziato a frequentare il Liceo Artistico, l’arte e il disegno occupavano tutto il mio tempo, ma io ho continuato a scrivere per conto mio, dapprima poesie, poi racconti, e in seguito romanzi, tutti scritti a mano su quaderni a righe con la cover rigida che poi incollavo uno all’altro creando un volume unico. Probabilmente è stato questo il momento in cui la scrittura è diventata una passione, perché scrivevo per me stessa per il piacere di raccontare le mille storie che avevo in testa. Però non li facevo leggere a nessuno, perché ero convinta che non fossero belli e che non sarebbero piaciuti. Sono sempre stata molto autocritica con me stessa, e ancora oggi ho la tendenza a sottovalutarmi e a pensare di non valere granché. Sono fatta così, è il mio carattere.
Qual è stato il tuo primo testo?
Domanda che mi mette in imbarazzo, ma rispondo ugualmente. Il primo testo che ho scritto, tutto a mano su quattro quadernoni grandi, è stato un romanzo dal titolo “Street Boy” che racconta la storia di un ragazzo bellissimo ma squattrinato che si guadagna da vivere facendo il gigolò per ricche signore sulla Walk of Fame di Los Angeles. Una di queste signore, dopo averlo abbordato un paio di volte, gli propone di andare a vivere nella sua villa, e lui ovviamente accetta passando dai sobborghi di L.A. al lusso di una villa enorme a Malibù. Ma essendo giovane e inquieto, il ragazzo s’innamora della nipote della signora, una giovane pianista non vedente con cui intreccia una relazione appassionata, e dopo essere stato scoperto, picchiato e cacciato via dalla signora che lo aveva salvato dalla vita di strada, si trasferisce nella casa della pianista e torna a fare il gigolò per accumulare la somma necessaria per pagare una complicata operazione che ridà la vista alla sua innamorata. Lo so, è una trama assurda e penosa, ma è stato il mio primo testo, scritto negli anni ’90, avevo 16 anni, ero “cotta” di Sebastian Bach, il biondissimo frontman della band heavy-metal Skid Row, e proprio lui mi aveva ispirato il personaggio maschile di “Street Boy”. In più ero affascinata dalla California e da Los Angeles e all’epoca ascoltavo moltissime band AOR. Tutto l’insieme ha dato vita a questo mio primo testo che non ho mai fatto leggere a nessuno e che ha dei contenuti piuttosto erotici. Stendiamo un velo pietoso, è meglio!
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Sicuramente il mio genere letterario è il romance classico, in stile Harmony, dal Passion allo Storico. Non mi piacciono e non riesco a scrivere i paranormal romance, gli horror, i gialli, e i fantasy in generale. Non ho mai letto Harry Potter, né le saghe di Twilight e Fallen, non ho letto nemmeno 50 sfumature di grigio e non mi piace il genere erotico spinto. Amo Nicholas Sparks e Guillaume Musso. Non leggo autori/autrici italiani. Credo di essere nata nell’epoca sbagliata, perché i generi moderni che piacciono tanto ai lettori non attirano il mio interesse, preferisco Jane Austen o le sorelle Bronte. In generale, non seguo la massa e vado dritta per la mia strada, che è quasi sempre opposta a quella percorsa dal resto delle persone.
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Tortuoso e deludente. Ho ricevuto sempre e solo rifiuti dalle CE, ho provato l’esperienza del self-publishing che si è rivelata un buco nell’acqua, zero copie vendute e zero interesse da parte dei lettori. Ho sempre coltivato il sogno di riuscire a pubblicare con una CE e vedere almeno uno dei miei libri esposti sugli scaffali delle librerie, com’è successo per Amabile Giusti e Cristina Caboni, giusto per citare due autrici che hanno realizzato il loro sogno, però a me questa occasione non è mai arrivata e penso che non arriverà mai, sono molto realista, ormai ho fatto così tanti tentativi dall’esito negativo che non credo più nel mio sogno e lo sto riponendo nel cassetto. Forse sbaglio ad arrendermi, ma “l’occasione” che non arriva mi fa soffrire, ed essendo di carattere molto fragile e fin troppo sensibile, preferisco non perseverare per evitare di farmi del male. Al momento ho solo un romanzo, “Quando l’amore accarezza il cuore”, in vendita su Lulu.com in formato cartaceo e non sto scrivendo nulla di nuovo.
Come è nata l’idea di Quando l’amore accarezza il cuore? Cosa ti ha ispirato?
Dunque, questo romanzo, che io considero come un romanzo unico sebbene racconti tre storie diverse, è nato in seguito alla mia esperienza negativa con il self-publishing. Le tre storie di cui è composto sono i miei tre romanzi autopubblicati dal 2011 al 2014, che ho fatto ritirare dal commercio, causa vendite a quota zero, e ho poi ripreso in mano, rivisto e modificato qui e là per riunirli in un solo volume intitolato appunto “Quando l’amore accarezza il cuore”. Sono tre romance diversi, due attuali e uno storico, ma hanno in comune tre donne come protagoniste e tre intrecci amorosi dove sono loro tre, Maire, Lyanne, e Aurore al centro di tutto, ecco perché non li considero più come tre romanzi divisi bensì come un solo romanzo che racconta l’amore visto attraverso gli occhi delle tre donne sopracitate. Cosa mi ha ispirato? Molte cose. Prima di tutto la mia passione per la Corea del Sud e per l’Irlanda, terre che ho conosciuto e apprezzato tramite i racconti di amici che vivono in queste due nazioni. I personaggi sono nati nella mia mente, io sono una sognatrice nata, la mia mente è popolata da tante creature umane, e quando scrivo do vita a queste creature lasciandomi influenzare da ciò che mi circonda per costruire i loro caratteri e le loro fattezze. La musica ha un ruolo importantissimo per me, perché quando chiudo gli occhi e ascolto colonne sonore di film famosi o composizioni di pianoforte o violino riesco a crearmi dei veri e propri film nella mente che poi scrivo di getto al pc, perciò la musica mi influenza molto nella creazione delle storie. Posso dire che non c’è stato un solo elemento ispirativo per il mio romanzo, bensì un insieme di luoghi, immagini, situazioni inventate, emozioni provate, e tanti altri elementi uniti al desiderio di raccontare delle storie che potessero affascinare il lettore e renderlo partecipe degli avvenimenti narrati nel romanzo. Tutto qua.
Quanto c’è di te in questo testo?
Moltissimo. Tutte le mie emozioni e le mie sensazioni. In genere quello che scrivo è ciò che sono. Leggendo fra le righe emerge la mia personalità. Le tre donne protagoniste mi assomigliano, non fisicamente, ma per come agiscono e pensano. Maire è umile e comprensiva, come me, Lyanne è fragile e vive “di pancia”, come me, Aurore è romantica e sognatrice, come me. Ognuna di loro ha qualcosa che appartiene a me. E i protagonisti maschili che le affiancano e di cui si innamorano hanno le caratteristiche fisiche e caratteriali degli uomini che piacciono a me nella realtà. Perciò, questo testo mi rappresenta sotto vari aspetti, e chi lo legge posa gli occhi sulla mia anima, perché io sono una persona introversa e riservata, ma amo raccontarmi attraverso la scrittura.
Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
No, non ho mai avuto il “blocco dello scrittore”, quando ho una storia in testa apro il Word e scrivo di getto per ore e ore, mi fermo solo per mangiare e dormire, perché una volta che ho dato inizio ad un racconto non vedo l’ora di portarlo a termine. Adesso non sto scrivendo, ma non perché abbia un “blocco”, semplicemente non mi sento ispirata per dare vita a qualcosa di nuovo. Sono in una fase di riposo che mi sono imposta perché ho anche una vita vera da vivere e alcuni problemi personali da risolvere. Scrivere è bellissimo, ma non è tutto, c’è molto altro da fare nella vita.
Cosa vuoi comunicare con il tuo Quando l’amore accarezza il cuore?
Premesso che è un romance e non un saggio o un libro che affronta tematiche reali, non l’ho scritto per lanciare un determinato messaggio. Il mio obbiettivo è quello di riuscire a coinvolgere il lettore nella trama, farlo sentire protagonista di ciò che accade, riuscire ad emozionarlo, tenerlo incollato alle pagine, farlo sognare e lasciargli un bel ricordo a lettura finita. Non ho grandi pretese, spero solo di aver scritto un libro che sappia regalare un sorriso, una lacrima, un’emozione, un momento di piacere.
Cosa pensi del Self-Publishing?
In base alla mia esperienza, il self-publishing ti permette di realizzare “in parte” il sogno di stampare o pubblicare con codice ISBN il libro che hai scritto e che magari tenevi chiuso in un cassetto perché nessuna CE l’ha voluto prendere in considerazione. È bellissimo ricevere a casa il pacco con le copie del tuo libro fresco di stampa e tenerlo in mano, la sensazione l’ho provata e non si dimentica. Però con il self-publishing ti devi ingegnare per farti la promozione da solo, perché se non promuovi il tuo libro hai poche speranze di vendere delle copie. Questo significa dedicare molto tempo a farsi pubblicità su Facebook, Twitter, Google+, e altri social network, creare eventi per far conoscere il libro e invogliare i lettori a comprarlo, chiedere ai blog di farti una segnalazione e se possibile anche una recensione per dare visibilità e credito al libro, e poi devi investire tempo e denaro per organizzare delle presentazioni nelle librerie della tua città o nelle biblioteche, in modo da vendere il libro non solo online ma anche nelle librerie fisiche. Detto in poche parole, il self-publishing è una bella iniziativa, se sei fortunato puoi essere anche adocchiato da una CE ed essere pubblicato (Sara Tessa è un esempio di self-publisher approdata in una CE), se non hai questa fortuna ti devi rimboccare le maniche e farti tutta la promozione, sperando di riuscire ad ottenere il consenso dei lettori. A me questa esperienza non ha fruttato nulla, ma è successo a me, non è detto che sia così per tutti. Quindi non la sconsiglio, anzi, perché non provare? Però senza aspettarsi troppo, perché si può rimanere delusi.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Come già detto sopra, al momento non ho progetti, ho altri pensieri in testa che non favoriscono la mia ispirazione, e quindi mi sto concentrando su “Quando l’amore accarezza il cuore” che rappresenta il meglio fra tutti i testi che ho scritto finora. Spero che la versione cartacea in vendita su Lulu.com possa essere acquistata e apprezzata dalle lettrici che amano i romance. Ho avuto modo di farlo leggere a tre blog diversi e ho ottenuto tre buone recensioni, credo che sia un libro ancora “fresco”, nel senso che è stato letto da poche persone e perciò non è ancora il momento di archiviarlo per lasciare il posto a un nuovo libro. Per il futuro, vedremo cosa mi porterà il destino e se ritroverò il desiderio di scrivere ancora.
Grazie a Paola Secondin per averci dedicato il suo tempo. Dalle sue parole traspare tanto amore per la scrittura, non trovate? Scrivere riempie i giorni, l'anima e il cuore. In bocca al lupo Paola e buona scrittura!
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