VODKA&INFERNO
Milena Edizioni | 510 pp.
Vodka&Inferno parla di Frattaglia e Viktor. Entrambi scarti e scartati. Uniti da quell’amor che nulla crea e tutto distrugge. Di come morte e amore si confondono in un leggiadro vortice nella fredda Russia di fine Ottocento. Delle peripezie dei membri della felide famiglia Mickalov che subiscono una macabra trasformazione in upyr (vampiri) scoprendo pian piano le grottesche alchimie del mondo della notte. Di un Dottore della Peste governato e governatore. Viktor dà vita al suo impero di vodka, vendetta e sangue. Frattaglia costruisce burattini a sua immagine e somiglianza imitando l’Altissimo. E infine le loro mani si perderanno tra i baci degli altri, le madonne nere, i bimbi sperduti, i cosacchi di ghiaccio, il dottore d’amor malato, i figli di Caino e gli ululati lontani. Si ritroveranno mai? La morte fidanzata è il primo capitolo della sagaVodka&Inferno
Ciao carissima. Chi è Penelope delle Colonne?
Io non ho bisogno d'altro
che dei miei incubi sereni.
Se vuoi davvero stare con me, amarmi, scava nei miei incubi sereni. Lì mi troverai; non seduta accanto a te in un pub a parlare del tempo. Tutto qui.
Vodka&Inferno è il tuo primo romanzo e sta riscontrando un gran seguito. Cosa ne pensi?
Devo ringraziare chi da quattro anni mi appoggia e non si è mai spostato facendomi cadere. Senza di loro nulla sarebbe stato possibile. Il Vodka&Inferno è un NOI non un IO. È un SIAMO non un SONO.
Quando e come è nata l’idea del romanzo?
Non saprei dirlo. È nata come un fungo velenoso nella mia testa e adesso devo liberarmene scrivendo.
Quali personaggi sono nati per prima dentro la tua mente? A quale, se dovessi scegliere, sei maggiormente legata?
Viktor, partorito dalla mia mente a 13 anni.
Una scelta o un istinto innato quello di dedicarti a questo genere? Ti sei ispirata a qualcuno?
Non leggo mai o quasi (tranne Bram Stoker e classici) libri di questo genere. Adoro Palahiunk, Nabokov, Thomas Mann… ma perché non unire la vena Pulp con l’orrore e la poesia? Poi I vampiri sono una casualità, forse è stata la Luna a consigliarmi, non lo so.
Il tuo stile è unico e ipnotico. Molti si chiedono “come fa a scrivere in modo così dannatamente seducente”?
Mi piace giocare con le parole. Le mischio, le accosto, le invento spesso e volentieri. Amo giocare, sono un’infantile cronica e scrivo perché mi piace giocare a inventare storie, non per la fama o per chissà quale altro vano fine.
Entrando più nel romanzo, hai deciso di raccontare la storia di un’intera famiglia. La grande varietà dei personaggi è stata un ostacolo o un vantaggio?
Amo le saghe e i romanzi familiari. Guerra e Pace di Tolstoj, I Buddenbrook di Thomas Mann. La grande varietà dei miei figli di carta è stata una sfida, sì, ma anche un vantaggio: posso parlare di molti argomenti nei volumi a venire, ognuno di loro avrà una storia e comunque mi piacciono i lettori attenti.
Viktor e Frattaglia sono anime dannate così come tutti i personaggi che, nonostante la morte, sono predatori e prede delle passioni che li divorano. Dove porta questo inseguirsi?
Tutto porta alla fine che poi è sempre un nuovo inizio. L’inizio ha in bocca la sua fine.
Come mai hai deciso di ambientare la vicenda in Russia? Dobbiamo aspettarci qualche avvenimento della storia rinomato a interagire con i tuoi, ma permettimi, anche i nostri personaggi? E la tetra Venezia tornerà nel libro?
Venezia è lo porta dell’Occidente sull’Oriente. La Russia è il limite tra “noi” e “loro”. La domanda è: cosa succedeva in Oriente quando Dracula rincorreva la gonnella della sua Mina a Londra?
Per me non sono personaggi, sono figli di carta più vivi di molti carnosi esseri che prendono l’autobus la mattina e guardano l’ultimo quiz in tv la sera. Loro mi parlano, siedono ai piedi del mio letto. Devo solo trascrivere, bisognerebbe chiedere a loro. Io sono mezzo non fine.
Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo volume? Hai iniziato a scriverlo?
Sì, 137 pagine di puro caos, di battaglie, di scontri, di morsi, di ululati e malombre incastrate nella notte.
Voi leggerete questo libro?