[Intervista] Samuel Marolla

Creato il 16 maggio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna
  • Benvenuto su Scrittevolmente. Partiamo subito con una domanda a secco: perché Black Tea è in inglese?

Molto semplicemente, perché volevo arrivare a più lettori possibili e questo posso farlo con una lingua maggiormente utilizzata nel mondo.

  • Vuoi raccontarci di cosa parla Black Tea? Black Tea contiene tre racconti.

Il primo, che dà il titolo alla raccolta, parla di una vecchia casa in cui vive una anziana signora. Alcuni operai ci entrano per fare un lavoro di routine. Scopriranno che lì dentro succedono delle cose non proprio giuste. Il secondo racconto si intitola “Crocodiles” e racconta di un giornalista fallito che, per un motivo che scopriremo leggendo, si accorge che se scrive un articolo su una persona, quella persona muore; la storia immagina cosa può succedere scoprendo di avere questo “dono”. Il terzo racconto, “The Janara”, parla di un bambino perseguitato ogni notte da una presenza malefica che si introduce nella sua cameretta.

  • Cosa ti ha spinto a scrivere Black Tea?

I tre racconti hanno avuto genesi diverse in momenti diversi, se ho capito bene la domanda.

  • Black Tea vedrà mai una versione italiana per gli ignoranti come la sottoscritta? (queenseptienna)

Black Tea e Crocodiles sono già usciti in italiano, nella mia raccolta di racconti horror “Malarazza” edita da Mondadori nel 2009, quindi sono reperibili in italiano, per ora solo sul mercato dell’usato (Malarazza è esaurito da tempo). La Janara potrebbe essere compresa in una mia futura antologia in lingua italiana, ma questo dipenderà anche da Mezzotints Ebook.

  • Il tuo libro porta la prefazione di Gene O’Neill: vuoi parlarci di lui e di come è nata questa collaborazione?

E’ nata grazie ad Alessandro Manzetti e alla sua amicizia con molti nomi di rilievo della narrativa horror statunitense. Sono onorato che un autore di grande forza come Gene O’Neill abbia apprezzato i miei racconti.

  • La copertina: ti rappresenta in quale misura?

Daniele Serra è eccezionale e la copertina di Black Tea conferma la sua bravura. E’ molto evocatica e secondo me rende benissimo l’atmosfera del primo racconto (Black Tea, appunto).

  • Perché l’ebook e la scelta del digitale?

Stessa risposta alla domanda sulla lingua inglese. Perché è uno strumento formidabile e immediato per arrivare a una platea di lettori internazionali, che, tra l’altro, leggono ebook da molto più tempo di noi, e in quantità enormemente maggiori.

  • Silvana De Mari, in una sua recente intervista, dichiara che scriviamo horror perché siamo figli di una cultura dell’olocausto. Cosa pensi di questa affermazione, applicato alla scrittura?

Non saprei dire perché si scrive horror, ma ho la mia idea del perché si legga e del perché piaccia a così tante persone: perché la paura sublima in realtà il desiderio innato, direi primigenio dell’uomo, di scoprire che cosa si nasconde oltre la vita. Sono convinto che, tolti i paramenti funebri, l’horror (e il racconto sovrannaturale in generale), in fondo sia solo questo: un racconto di speranza, la speranza segreta che esista qualcosa dopo la morte.

  • Scriverai un seguito del racconto “Sono Tornate”? (Nick Parisi)

Non credo. Non amo i seguiti. Ma magari un prequel, con la storia delle bambine, della loro famiglia, dei loro antenati, della oscena tara ereditaria che… ma no, dai. E’ un racconto che funziona così com’è.

  • Ho notato che preferisci i racconti brevi. Che differenza riscontri, da autore, tra questa forma narrativa e il romanzo lungo? quale delle due è più difficoltosa? quale dà più soddisfazione? (Ewan)

Prediligo il racconto nell’ambito dell’horror puro perché credo sia la forma migliore per mantenere la giusta dose di tensione per il giusto periodo di tempo. La stessa storia della narrativa horror comprende, mi sembra, una qualità mediamente superiore nei racconti piuttosto che nei romanzi. Ma questo non significa che io non ami scrivere romanzi, anzi, ne ho scritti diversi, ad esempio “Il Colosso Addormentato” (disponibile in ebook) è un romanzo horror, anche se non lunghissimo. Ne ho altri in preparazione o in revisione.

  • Quali scrittori hanno influenzato maggiormente il tuo stile? (Ewan)

Come stile e anche come contenuto Stephen King, Ray Bradbury, Lovecraft, Robert Howard, Dino Buzzati, Giorgio Scerbanenco.

  • Sei uno scrittore… ma chi te lo fa fare? (bonus di 100 punti per risposte sarcastiche)

Credo che per uno scrittore sia inevitabile, è come respirare o mangiare. O perlomeno, per me è così. Io amo profondamente scrivere, ma la verità è che comunque non potrei farne a meno, nemmeno se volessi. Mi nascono queste storie e devo metterle giù, devo, è un bisogno fisiologico, come mangiare o dormire.

  • Ti senti turbato dal fatto di aver appena risposto a un simil questionario di Proust?

Abbastanza…

  • Ci scrivi un micro racconto su due piedi? (Ewan)

Si svegliò di soprassalto.
- Nicola. Nicola, hai sentito? – bisbigliò nel buio della camera.
- Cosa?
- Sotto il letto. Ho sentito un rumore sotto il letto!
- Un rumore? Ma di che tipo?
- Ma non senti? Questo rumore! Questo grattare! Sotto il letto! Nicola!
- Ho sentito, Maria, ho sentito.
Maria rimase in silenzio, mordendo le lenzuola. – Nicola! Sento respirare! – mormorò, stringendosi a lui.
Nicola sospirò. – Lo fai tutte le notti. E’ sempre la solita storia. Smettila. E’ solo la piccola.
- Ma chi? Chi, Nicola, chi?
- La piccola morta che vive sotto il letto.
In quel momento Maria sentì tirare le lenzuola, abbassò lo sguardo e, nella penombra, vide una manina, una manina bianca, salire per accarezzarla.

  • Un saluto?

Incubi d’oro.


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