[Intervista]- The Borgias' Sisters, Elena e Michela Martignoni

Creato il 23 giugno 2012 da Luca Filippi
Agli appassionati di questioni borgiane, Elena e Michela Martignonisuonano un po' come un marchio unico. Come Fruttero&Lucentini, o -sconfinando nella moda - come Dolce&Gabbana. A quanto pare, tuttavia, dietro questa riuscita amalgma letteraria si celano due ben distinte individualità, non di rado in conflitto artistico.Esordiscono con il loro romanzo sulla morte del primogenito di Alessandro VI "Requiem per il giovane Borgia", con l'editore carte scoperte. Il libro viene poi "scoperto" dalla casa editrice spagnola Algaida e pubblicato in Spagna, dove riscute un gran successo. Il romanzo, allora, viene ripubblicato dai tipi della TEA. Seguono, poi, altri due lavori delle sorelle milanesi: Vortice d’inganni , Corbaccio 2007 – Autunno rosso porpora, Corbaccio 2010.
Elena e Michela sono le protagoniste di questa intervista per i lettori de "La vibrazione nera".

1. Esordite con il romanzo "Requiem per il giovane Borgia", edito prima nel 2005 dalla casa editrice "carte scoperte" e poi ripubblicato in edizione TEA nel 2007. Il libro ha avuto un notevole successo non solo in Italia ma anche in Spagna e cerca di ricostruire un mistero rimasto ancora insoluto: la morte del duca di Gandia, primogenito e figlio amatissimo del papa Alessandro VI. Qual è stata la scintilla che vi ha portato a scrivere e perché cominciare dai Borgia?
La scintilla che ha provocato la scrittura di 'Requiem per il giovane Borgia' è stata la lettura incrociata di alcuni saggi sulla famiglia catalana: la Lucrezia Borgia della Bellonci, grande classico, e i Borgia di Gervaso. Due saggi divulgativi che però presentavano l'omicidio di Juan in modo intrigante. Non sappiamo dire perché ma da quel momento si è scatenata in noi la voglia di sapere tutto il possibile su quel fatto e abbiamo iniziato a procurarci togni lettura disponibile sull'argomento. Parliamo di molti anni fa quindi la diffusione di Internet non era quella di oggi e molti documenti andavano reperiti nelle biblioteche o negli Archivi Storici. E' così iniziato per noi un divertente viaggio culturale alla ricerca dei Borgia e dei loro misteri. All'inizio pensavamo di scrivere un saggio, poi ci siamo rese conto che la saggistica deve restare in mano agli storici o agli accademici e ci siamo cimentate con il romanzo.


2. I Borgia hanno sempre richiamato l'attenzione del pubblico, lettori e non, ma negli ultimi anni si sta assistendo a una vera e propria esplosione, con tanto di serie televisive. Che cosa ne pensate di questo fenomeno mediatico? 
I Borgia piacciono sempre al pubblico perché sono estremi. Cattivi veri, senza filtri, senza coscienza. Ne abbiamo paura e nello stesso tempo siamo attratti da loro. Da 500 anni romanzieri, sceneggiatori e musicisti "campano" sulla leggenda nera di Rodrigo, Cesare e Lucrezia, che a quanto pare non hanno ancora finito di stupire e sono ormai diventati delle icone. Sul fenomeno mediatico in corso ora abbiamo scritto un dossier per la rivista Storia in rete dove esprimiamo il nostro parere, che si può così sintetizzare: anche se male, va bene che se ne parli! Quindi non abbiamo apprezzato le due fiction di produzione internazionale che sono state prodotte di recente, ma ci fa piacere che si sia richiamato l'interesse del pubblico al fenomeno storico Borgia. Sarebbe giusto però informare che in entrambi i serial gli sceneggiatori si sono presi molte libertà. E' questo ad averci deluse: non era affatto necessario inventare, già la realtà storica era sufficiente per creare un prodotto pulp al punto giusto.
3. Come si è svolto il lavoro di ricostruzione storica per la preparazione dei vostri precedenti manoscritti?
Come abbiamo già detto prima di scrivere abbiamo letto. Molto, moltissimo. Tutto quello che siamo riuscite a trovare. E la bibliografia borgiana è di una vastità impressionante. Purtroppo alla fine sono sempre le stesse cose: non sono stati reperiti recenti documenti che possano cambiare le interpretazioni. E' divertente però confrontare le varie opinioni degli storici. Sulla morte di Juan, ad esempio, le teorie sono diverse e contrastanti. In una vasta rosa di possibili colpevoli ognuno dice la sua, ed è stato questo schema alla Agatha Christie - tante piste possibili e tanti moventi plausibili - a farci scegliere quella struttura di romanzo: piccole monografie sui sospettati e loro interazioni con la vittima. per la ricostruzione poi non sono mancati i viaggi: siamo state anche a Jativa, nelal culal dei Borgia e abbiamo conosciuto il curatore del museo borgiano che abbiamo tempestato di domande, al punto che i nostri mariti hanno avuto la sensazione che quasi ne sapessimo più noi di lui a proposito dei Borgia!
4. Sorelle e scrittrici. Mi viene da pensare che la scrittura a 4 mani sia sempre un compromesso. Per quanto gli stili siano simili e tendano ad armonizzarsi, c'è sempre una "voce", uno stile che prevale, magari a seconda del tema trattato o del capitolo. Come si svolge il vostro lavoro di scrittura e come riuscite ad amalgamare i vostri approcci?
Noi litighiamo come due tigri! Ma è proprio lì il divertimento... Poi una quadra si trova sempre, ma la prassi vuole, anzi impone, numerose risse anche per un solo aggettivo. Una volta quasi siamo venute alle mani per colpa della frase :" procedevano in muto convoglio" . Per una delle due era una frase molto bella, per l'altra era orrenda. Alla fine è stata cassata e quando ci ripensiamo non possiamo credere di avere rissato per una frase così stupida. Di solito dopo il litigio troviamo una terza via che va bene a tutte e due e quello che ci salva poi è il senso dell'umorismo. Ci piace ridere di noi stesse. Ad esempio siamo diventate amiche di penna del nostro peggior detrattore, un lettore che su internet ci aveva stroncate duramente. Ora ci scriviamo sempre. Aveva ragione su alcune cose e torto su altre, ma valeva la pena di ascoltarlo. E scrivere in due insegna l'umiltà. Credi aver scritto la frase della vita, e poi l'altra si rifiuta di accettarla!


5. Sorelle Mannaja, o anche sorelle terribili, così vi chiamano, per la vostra predilezione per il noir. Esiste secondo voi un approccio femminile, in sé diverso da quello di uno scrittore maschio, a questo genere letterario?
Non crediamo ci sia un approccio diverso, ormai la scrittura va oltre le differenze di sesso, però abbiamo l'impressione che le donne osino di più. Abbiamo partecipato a un'antologia curata da Sergio Altieri dove eravamo in 27 - tutte donne - a cimentarci col difficile tema dell'erotismo legato alla morte. Sergio ci disse: picchiate duro, girls! Non ci siamo fatte pregare... e leggendo i racconti delle colleghe ci siamo rese conto che le donne hanno molto coraggio e chiamano le cose con i loro nomi. Abbiamo anche nel cassetto alcune novelle noir inedite che a volte rileggiamo per conto nostro e ci spaventiamo da sole. Dev'esserci qualche gene che fa sì che quando si scrive tra sorelle e fratelli si finisce nel noir: esempi? Le Giussani inventarono Diabolik, le Bronte... non scrivevano insieme ma anche separatamente non si facevano mancare il terrore, le Izner... e ci sono anche dei gemelli nel lecchese, ci sembra, che scrivono cose de paura...

6. Che cosa bolle nel vostro calderone?
Hai usato il termine giusto... Da brave streghette abbiamo messo nel calderone una storia che parla di streghe e malefici. Sta per arrivare un nostro romanzo per Mondadori su Guidobaldo di Montefeltro, più stregato che storico però! 

Grazie a Elena e Michela per la disponibilità! Per chi fosse interessato ecco una breve antemprima dell'agenda estivo-autunnale delle due sorelle: il prossimo 21 luglio le Autrici parleranno dei Borgia con Luca Crovi, eccoillink. E poi, in autunno, saranno ospiti in un convengno bolognese, il cui tema sarà proprio la celeberrima dinastia valenciana.


Per concludere vi lascio un'intervista delle Autrici su Literaturas.tv

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