Intervista vip: Demetrio Salvi (regista ma non solo)

Creato il 20 gennaio 2015 da Evelynstorm

Ancora un’intervista vip a un regista e molto altro: Demetrio Salvi. :)

1) Demetrio, sei docente, critico cinematografico, regista e sceneggiatore. Come trovi il tempo di conciliare tutti questi lavori?
Qualche volta, lo ammetto, faccio confusione… ma, a parte gli scherzi, va detto che sono mondi affini, che mi permettono di praticare il cinema secondo prospettive diverse, tutte ugualmente entusiasmanti. E se, qualche volta, mi trovo in affanno, c’è questa spinta che chiamiamo passione a sostenermi, a spingermi avanti, a trovare ancora qualcosa per cui vale la pena lottare…

2) Facciamo un passo indietro. Come ti sei avvicinato al mondo del cinema?

Ho iniziato a frequentare le sale cinematografiche fin da piccolo: mio padre era un grande appassionato di cinema e di letteratura. Credo che sia stato lui a trasmettermi questo interesse. E’ una persona che ho amato tantissimo e condividere questo rito, questo piacere, raddoppiava il godimento di stargli vicino. Poi, ovviamente, individuare l’ambito, definire quali erano per me le professionalità più appassionanti… ecco, queste sono cose che sono venute dopo. La scrittura e la regia le ho sperimentate prima attraverso il teatro – durante il liceo – e dopo, quale realtà professionale, con i documentari etnografici che ho girato per il Ministero dei Beni Culturali.

3) Com’è stato studiare con Robert McKee?
Seguire i corsi di McKee è un’esperienza unica e straordinaria – e non c’è bisogno che lo dica io: lo testimoniano gli incontri che ancora tiene dappertutto. Rimane il mio vero maestro e le lezioni di sceneggiatura che tengo a Roma, devono molto a lui. Poi, ovviamente, certi discorsi vanno integrati, adeguati alla realtà italiana, ma lui è stata fonte d’ispirazione potentissima. Eppure, ciò che amo ricordare di più di lui, è questa capacità di farti sentire dentro un mondo – quello della scrittura e del cinema – in modo pieno e vero. Trasmetteva, senza dirlo, una carica che, in qualche modo, ti convinceva che anche tu potevi farcela, che se veramente ti andava di diventare uno scrittore, ce l’avresti fatta. Certo non ti nascondeva le difficoltà, i problemi, la necessità di saper coniugare testa dura e talento.

4) Sei uno dei fondatori della rivista Sentieri selvaggi e responsabile dell’omonima Scuola di Cinema. Da dove è nata l’idea e cosa ti sta dando questa attività?

Molti anni fa, con Federico Chiacchiari, iniziammo a pubblicare una fanzine che, ben presto, divenne un allegato e, poi, un inserto di una rivista ben nota ai cinefili – parlo di Cineforum, diretta allora da uno straordinario Sandro Zambetti. Una volta superata questa fase, la nostra testata ha vissuto molteplici metamorfosi – è stata anche in edicola – e, oggi, è una delle più attrezzate e apprezzate riviste on-line (www.sentieriselvaggi.it).
La scuola, invece, è nata nel 2000. La mia attività di docente ha spinto in questa direzione e Federico ha accolto con entusiasmo l’ipotesi di far partire quelli che, all’inizio, erano corsi di cinema. Col tempo abbiamo consolidato le nostre proposte, le abbiamo rese più complesse, tenendo sempre in considerazione quello che era il reale mercato del lavoro in questo settore – in tal senso abbiamo puntato con forza ad avere bravi docenti, capaci di trasmettere conoscenze e disposti a far proprie le esperienze più innovative che tecniche e linguaggi continuamente propongono.
Insegnare resta un’attività bellissima, stimolante, irrinunciabile. La possibilità di avere a che fare con gente piena di passione, desiderosa di apprendere e di capire, resta un elemento fondante dei miei piaceri, non solo professionali.

5) Vuoi parlarci in breve della tua attività di documentarista prima e critico poi?
Devo ammettere che, tra i critici, sono sempre stato un pesce fuor d’acqua. In realtà la mia passione per il cinema si è sempre legata a un fare, a un esprimermi, a un mettermi in gioco che solo in parte la pratica critica riesce a soddisfare. In tal senso, il mio sguardo ha spesso un che di anomalo, di tangente. Più che ai film, sono legato e m’interessano i meccanismi complessi che legano spettatore, film, autore, sala cinematografica… La mia passione per la psicoanalisi entra, frequentemente, in gioco quando mi viene richiesto di “fare il critico”.
Il documentario, invece, mi permette libertà maggiori, mi regala maggiori godimenti, permette alla mia voglia di raccontare di esprimersi più liberamente, con maggiore forza.
Forse è esagerato dirlo ma ,veramente, faccio fatica a distinguere tra film di finzione e documentario. E questo film che sto, ormai, chiudendo, Casting, racconta bene questa mia voglia di mettere assieme, sempre, anima e realtà, espressione artistica e sentimenti…

6) Tra i mediometraggi girati, a quale sei più legato?
Mi diverte molto lavorare con i ragazzi: la loro spontaneità è impareggiabile! Tra le cose che ho fatto, al momento, quella che preferisco è Fuori di qui ma devo ammettere che ci sono altre cose, magari brevissime, che pure mi danno piacere, che sono contento di aver fatto (Guardate che bei capelli che ho, ad esempio).
Fuori di qui ha ricevuto anche riconoscimenti importanti – una di quelle cose girate a budget zero quando, però, anche la strumentazione tecnica a disposizione non aiutava più di tanto. Questo mediometraggio l’ho realizzato nel 2002 ma, tenute in considerazione le strumentazioni delle quali mi son potuto servire, veramente sembra che sia passato più di un secolo.

7) Un consiglio per chi volesse intraprendere uno o più dei tuoi mestieri.
Beh, non solo per coerenza, mi viene da dire subito che una buona scuola può aiutare – e non poco – ad accelerare certi meccanismi e certe conoscenze che la pratica concede molto più lentamente.
Chi oggi volesse fare il regista o, comunque, interessarsi di cinema, ha molti più spazi e molte più possibilità di veder realizzato un proprio prodotto. Questo non vuol certo dire che i guadagni sono facili e le strategie chiare e semplici. Vuol solo dire che se hai voglia di esprimere qualcosa attraverso il cinema, ora puoi farlo senza che sia necessario avere grandi ricchezze o particolari amicizie. Ed è cosa non da poco, direi.

8) C’è un progetto futuro di cui puoi parlarci?
Ovviamente continuo a scrivere e certi miei racconti è facile trovarli in rete, ma da alcuni mesi sono piacevolmente immerso in un progetto, progetto che è diventato un esperimento e che, infine, ha dato vita a un film: Casting uscirà probabilmente a marzo ed è il mio primo lungometraggio. E’ una cosa di cui vado molto fiero perché è un film che mi ha reso felice. Molte persone mi hanno dato una mano e continuano a darmela per portarlo a termine. Anche questo è un prodotto low low budget ma la passione che c’è dentro, innanzitutto quella dei miei giovani collaboratori e di tutti coloro che ci hanno messo mano, è veramente impagabile.
Ciò che ne è venuto fuori è difficile da raccontare, ma non perché la storia sia astrusa o incomprensibile – anzi, resta un racconto molto lineare. Solo che è difficile riuscire a capire dove, in questo film, finisca la finzione e dove inizi la realtà. C’è un gioco intrigante e alterato tra recitazione e messa in gioco di certe paure, di certi sentimenti più profondi e nascosti. Gli attori sono stati chiamati a fare un grande lavoro su se stessi anche perché non avevano a disposizione un copione determinato: sono stati, in qualche modo, spinti a lavorare d’improvvisazione e a scoprire certi lati profondi e oscuri della propria anima che, forse, non s’aspettavano di toccare, di far venir fuori. Mi viene da dire che è un film sui sentimenti, sui sentimenti veri, per niente mediati dalla finzione. E’, ancora una volta, il mio sguardo da documentarista a farsi avanti, tutto preso da questa necessità di mettere mano a ciò che preferiamo non raccontare neanche a noi stessi…
C’è una frase che Truffaut deve aver preso a Hitchcock che dice, più o meno: “per voi questo è solo un film. Per me è la mia stessa vita” – beh, questa è una frase che solo ora riesco pienamente a capire e ad amare. Perché è così: non riesco a distinguere dove finisce la mia vita e dove inizia la storia, questa storia che è il mio film.

9) Un link dove possiamo seguirti.
Innanzitutto la pagina del mio film:

https://www.facebook.com/castingilfilm?ref=hl

e il sito:

https://sites.google.com/site/castingunfilmdidemetriosalvi/home

Ma trovarmi su facebook non è difficile… (https://www.facebook.com/profile.php?id=100008317773652).

Sulla pagina pubblica riporto anche le mie attività più legate alla scrittura:

https://www.facebook.com/demetriosalvi?ref=hl

Sul mio canale di YouTube è possibile vedere una parte delle mie realizzazioni video:

https://www.youtube.com/channel/UCg7EwZPXWnNdrEQ7E7XylGQ



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