Mi tolgo subito il dente che fa male. Ieri è uscito "Un amore di inizio secolo - La traversata", romanzo breve su Ken Benton, personaggio molto amato di "Un amore di fine secolo". Ci racconti in breve la vicenda? Nemmeno se torturata. Posso dire che il racconto è l'antipasto di un romanzo che avrà Ken Benton come protagonista. Semplicemente, ne "La traversata", Ken incontrerà la donna della sua vita, ma...
Ma cosa?Niente, ho finito.D'accordo, visto che l'etica di blogger m'impedisce di passare alle maniere forti, cominciamo con l'intervista. Ricordi la prima pagina scritta? Non un compito in classe, ma quella che ti ha fatto dire "mi piacerebbe essere una scrittrice".Ecco, Babette, con questa domanda hai attivato neuroni che se ne stavano a dormire tranquilli in qualche angolino del mio cervello da anni e anni. Il mio primo ricordo va molto in là con gli anni ed è una storia in formato molto small tipo La Piccola Dorrit (che evidentemente avevo appena letto), scarabocchiata su un quaderno quando facevo ancora le elementari. Ti giuro che me l’ero completamente dimenticata. Più che altro, ora che ci penso, era una specie di manuale di sopravvivenza per una bambina così sfigata che i piccoli mendicanti di Dickens, in confronto, sono i ragazzini più fortunati del mondo. Dopo quell’exploit, credo di aver lasciato perdere l’idea di diventare scrittrice sino alla fine del liceo o giù di lì, quando mi era presa la mania dei gialli (di cui sono ancora appassionata). Avevo cominciato a scriverne uno in cui il testimone del delitto era un cane… Forse non avevo trovato il modo di farlo testimoniare al processo, ma il tentativo è fallito miseramente. Dopo di che, ho provato con un rosa (forse pensavo che fosse facile scriverli?), uno storico ambientato in Russia, ma la casa editrice cui l’ho inviato (quale non mi ricordo) mi ha detto bello, ma no grazie. Chissà se ho ancora il manoscritto da qualche parte? Non c’erano ancora i computer, allora, ed era scritto a macchina. Ogni correzione voleva dire sbianchettare e riscrivere e poi fotocopiare, o fare dei collage incredibili! Forse è per quello che ho smesso di scrivere allora, troppa fatica per una pasticciona come me! A quel punto (un po’ dopo i vent’anni, secoli fa, insomma) ho cominciato a lavorare come giornalista e per quanto la mia testa abbia continuato a creare delle storie, non le ho mai tirate fuori. Viviana giornalista suonava meglio che Viviana scrittrice, a quei tempi. Il primo libro pubblicato. Titolo, casa editrice, pensieri, sogni e desideri.Che domanda, Babette, Il gatto rosso! Mio micione, mio adorato. Ho mandato Bang Bang Tutta Colpa del Gatto Rosso a Emma Books, dopo che altre CE non mi avevano neppure risposto (così come, nello stesso periodo, mi avevano detto picche anche Harlequin e IRM per degli storici). Pensavo che anche questa volta non ce l’avrei fatta, e invece, per una piccola circostanza fortunata, ho avuto la risposta in un paio di giorni. YESSSS! Eravamo sotto Natale ed è stato per me un bellissimo regalo da parte di Emma Books che si è trasformato, anno dopo anno, in un progetto. Cosa/ Chi fa scaturire nella tua mente le storie che racconti?Chi lo sa? Sembra che vengano fuori da sole. Partono da un’idea, da un personaggio, da una circostanza, da una frase ascoltata o da un luogo. E da lì si sviluppano. Fatto è che anche mentre sono in fase di stesura non so bene dove andrò a parare. I personaggi e la vicenda prendono vita poco per volta, non riesco a seguire schemi o scalette. La storia procede dall’inizio alla fine, perché altrimenti non avrei idea di come scriverla. Blocco dello scrittore. Ti è mai capitato? O ne sei immune?Conosci il detto: “hai voluto la bicicletta, ora pedala!”?Da buona pragmatica, pedalo, sempre. E poi, a una che si considera un’artigiana, come mi reputo io, non ci vuole la musa ispiratrice, ma solo attrezzi e un po’ di fantasia. Ciò non significa che vada sempre tutto bene, al contrario; ci sono giorni sì e giorni in cui ogni riga mi sembra pesante e inutile, ma, in ogni caso, continuo a scrivere. Magari anche solo dieci righe, ma quelle le butto giù (sono disordinata mentalmente, non ho un regime di lavoro costante). E poi, accidempolina – come direbbe la protagonista del contemporaneo a cui mi sto dedicando – scrivere mi piace così tanto che il blocco, se mi venisse, me lo farei passare subito a suon di calci in quel posto. Come-dove-quando scrivi? Papiro, pc, penna d'oca... una stanza tutta per te? Di notte, appena puoi.Ho la fortuna di avere uno studio tutto per me, caotico come sono io, ma forse è per questo che mi ci sento bene. Non uso la penna d’oca (cos’era, una frecciatina alla mia età, Babette?), ma un MacBook. A mano (ma non con la penna d’oca) scrivo solo frasi volanti o piccoli appunti necessari per sbrogliare qualche matassa nella trama; quando ho bisogno di schiarirmi le idee, mi siedo e scrivo a mano, su un qualsiasi pezzo di carta (mi è capitato nel mezzo della notte di usare la scatola delle compresse di valeriana che tengo sul comodino). In generale, non seguo una scaletta, non ho orari, non ho una routine fissa. Mattina, pomeriggio, sera anche fino a tardi, ma mai dopo l’una di notte, va sempre bene. Ci sono giorni in cui scrivo tanto, altri solo poche righe, ma, come dicevo prima, cerco di farlo sempre. Un’abitudine che ho è quella di rileggere sempre quello che ho scritto il giorno precedente prima di andare avanti. Non riesco a procedere se non mi convince quello che ho già scritto. Scrivere e il resto della tua vita. Rapporti: buoni, così così, pessimi. Rapporti buoni, anzi ottimi. Scrivere è ciò che voglio fare da grande. Non credo che mi stancherò né che andrò in pensione presto. Intorno a me, poi, ho solo persone che mi appoggiano e, anche se non lo facessero, non me ne importerebbe niente. Chi legge per primo/a i tuoi romanzi?In un solo caso ho chiesto a due mie amiche, una scrittrice e un’editor, di leggere un mio romanzo. E poverette, si sono cuccate la versione più lunga, priva dei sacrosanti tagli che poi ho apportato. Le ringrazio ancora per la loro amichevole pazienza. In realtà, io non sono una da beta reader, per una questione di carattere credo. Di solito a leggermi per prima – a parte il caso citato più sopra – è Maria Paola Romeo, direttore editoriale di Emma Books. Come diceva quella tipa della pubblicità… “Cosa vuoi di più dalla vita?”Le critiche: ti fanno un baffo? Ti arrabbi? Piangi? Mandi un candelotto di dinamite acceso (miccia corta)? Miccia corta, sììììì! Le critiche fanno male al mio orgoglio, logico, ma cerco di non prenderle con isterismo, cerco di rifletterci su, di capire. Ti faccio un esempio. Anche se in generale non posso certo lamentarmi dell’accoglienza ricevuta sino a oggi sui social e sulle pagine dei bookseller, mi è capitato di avere - su Amazon - dei pareri negativi. Pochissimi, peraltro. Panico? Forse per un istante ho panicato, poi ho riavvolto il nastro e ho riletto con più attenzione. Ad esempio. Se una lettrice si lamenta dicendo che il mio ‘è solo un romanzo rosa’ ( ma no?), allora vado a vedere quali altri titoli ha recensito e spesso mi accorgo che è stata lei a sbagliare a comprare il mio libro, non ho sbagliato io a scriverlo. Non tutti amano il romance, ma allora perché, se c’è scritto romanzo rosa, o romance o narrativa d’amore lo comprano? Perché non leggono la quarta di copertina prima di fare il download? Se questo tipo di commento negativo non mi disturba più di tanto, ce ne sono altri che mi danno fastidio perché non spiegano nulla, tanto che mi viene il sospetto che il romanzo non sia neppure stato aperto. Infine, se trovo un commento negativo su un social tipo Goodreads o Anobii, può capitare che io scriva alla lettrice, non con intenti minatori, ma per chiedere, molto educatamente, delle spiegazioni che potrebbero essermi utili in futuro. Se la lettrice mi risponde, medito sulle sue motivazioni. Le blogger, infine: mi hanno sempre trattata molto bene, fin troppo forse. Non ho ancora ricevuto da un blog una critica negativa. Oddio, dici che adesso me la sono tirata?Rapporti con le lettrici.Sai che mi stupisco ancora quando qualcuna mi scrive dicendo che ha letto un mio libro e che le è piaciuto? Mi sembra incredibile che qualcuno decida di leggermi, mi stupisce e mi rende felice. Se ci pensi bene, chi legge dedica il suo tempo all’autore del libro, e non c’è secondo me regalo più prezioso del tempo. Per questo sono molto grata a chi mi legge, e per questo vorrei riuscire a scrivere romanzi sempre più belli.Detto ciò, penso che i mie rapporti con le lettrici siano buoni, anche se non sono una di quelle autrici che ogni giorno fanno il giro promozionale su tutti i gruppi FB per dare il buongiorno con caffè e brioche. Mi piace essere sui social perché mi diverte, non lo faccio solo per agganciare lettrici. Su FB frequento poche pagine, ma chi vuole mi può trovare facilmente sul mio profilo dove spesso le lettrici mi scrivono, rendendomi veramente felice. In quanto agli altri social, sto cominciando a conoscere un po’ meglio Goodreads. La sua pagina autore è davvero interessante. Se solo sapessi come usarla… Non hai molta dimestichezza con i social, vedo. È un peccato, perché alle lettrici piace entrare nel privato di una scrittrice che amano. Vogliono il contatto anche al di fuori del libro che hanno letto e apprezzato.Cara Babette, credo che forse un paio di consigli su promozione e C. potrei accettarli con piacere. E naturalmente grazie e stragrazie (come diceva Marilyn) per questa intervista.Ex giornalista, milanese, amante dei bassotti e dei gatti rossi, Viviana Giorgi scrive per lo più commedie romantiche contemporanee, più speziate che sfumate, con eroine decise, ma un po’ imbranate e non certo sofisticate, ed eroi gloriosamente da sballo. Tra una romantic comedy e l’altra, ogni tanto si lascia tentare anche dal lato più sorridente e vivace del romance storico, suo primo indimenticato amore. Il lieto fine per lei? Obbligatorio e altamente glicemico, sia che la sua eroina vesta in jeans o in stile impero. Perché, come ripete spesso: se si deve sognare, meglio farlo alla grande, no? Per Emma Books ha pubblicato romanzi e novelle. I romanzi: Bang Bang, Tutta colpa di un gatto rosso, Alta marea a Cape Love, Tutta colpa del vento (e di un cowboy dagli occhi verdi) e lo storico Un amore di fine secolo. Le novelle: Un cuore nella bufera, Ritorno a Cape Love, Prime Impressioni (all’interno dell’antologia Amore, Orgoglio e Pregiudizio), Al diavolo la logica! (storico, antologia Buon Lavoro) e Donna Francesca (antologia Voci a Matera). Potete incontrarla sul suo sito (www.vivianagiorgi.it) o sulla sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/georgette.grig).
Viviana Giorgi la trovate anche QUI:http://babetteleggepervoi.blogspot.it/search/label/Giorgi%20Viviana