Interviste d’autore: Viola Lodato

Creato il 11 aprile 2013 da Ciessedizioni

Con KillerQueen Viola Lodato tiene a battesimo la collana SMILE, dedicata alle opere del genere umoristico e della satira

Interviste d’autore: Viola Lodato 2 votes, 5.00 avg. rating (99% score)

Viola Lodato

Viola Lodato nasce il 7 aprile a Savona. A circa quattordici anni capisce di voler passare la vita a inventare storie. Cinque anni più tardi finisce il primo romanzo e pian piano conosce il mondo dell’editoria, capendo che la strada da fare è ancora lunga. Oltre a studiare Scienze della Comunicazione, collabora con alcune case editrici come editor, correttrice di bozze e traduttrice. Si è classificata tra i finalisti regionali durante la prima edizione del premio La Giara della Rai e i suoi racconti sono stati pubblicati da Lettere Animate, Delos Books, Mondoscrittura, EDS, ST-Books, La Mela Avvelenata.

1.   Chi è Viola Lodato, chi vorrebbe essere e cosa diventerà?

Viola Lodato è una ragazza che adora scrivere più di ogni altra cosa, che vorrebbe essere una scrittrice di professione (è chiaramente un sogno irrealizzabile, ma sperare non costa niente) e che – parlando di obiettivi un po’ più realistici – spera di lavorare nel mondo dell’editoria.

2.   La tua biografia in cinque aggettivi?

Questa è difficile. Vediamo… Universitaria, viaggiatrice, notturna, editoriale, fantasiosa. Universitaria perché se non avessi scelto l’università sbagliata non avrei trovato la strada giusta e perché sono ancora studentessa, anche se ho cambiato facoltà. Viaggiatrice perché ogni scusa per me è buona per saltare su un treno e andare da qualche parte, anche considerando che ho amici sparsi in tutta Italia e non solo. Notturna perché preferisco restare sveglia fino a tardissimo e dormire fino all’ora di pranzo, trovo che di notte si scriva meglio. Editoriale perché oltre a scrivere collaboro con alcune case editrici come editor, traduttrice e correttrice di bozze, quindi la mia vita è strettamente legata al mondo dell’editoria. Fantasiosa perché sono perennemente con la testa tra le nuvole, impegnata a immaginare la prossima storia che scriverò.

3.   La sintesi di Killerqueen in cinque aggettivi?

Eccentrica, loquace, ironico, misterioso, divertente. I primi due sono riferiti alla protagonista, gli altri tre al libro.

4.   Quanto Killerqueen ti assomiglia e cosa significa per te questo libro?

C’è qualcosa di me in Katia, credo che sia così con tutte le mie protagoniste, ma la somiglianza è limitata ad alcuni aspetti. Katia/KillerQueen ha vissuto una vita diversa dalla mia, con una famiglia diversa, in un altro paese, quindi è naturale che non mi assomigli sotto la maggior parte degli aspetti. Diciamo che le ho donato alcune mie caratteristiche e le ho accentuate.

5.   A quale tipologia di lettori si rivolge Killerqueen?

Il mio romanzo è pensato per un pubblico abbastanza vasto. Potenzialmente, penso che possa essere apprezzato sia dagli amanti dei gialli che da chi non ne ha mai letto uno. Diciamo che mi rivolgo ai lettori che hanno voglia di divertirsi un po’.

6.   Quali lettori vuoi evitare con Killerqueen?

Nessuno, direi. Credo che anche le critiche servano moltissimo per crescere, tutti i pareri sono utili.

7.   È il tuo primo romanzo, ma tu scrivi da sempre, come fai a dire che è la tua prima pubblicazione?

Ho terminato il primo romanzo a diciannove anni, si parla quindi di tre anni fa, ma l’avevo cominciato a quattordici. Tuttavia, avevo moltissimo da imparare. Conoscendo altri scrittori o aspiranti tali, ho avuto modo di capire dove sbagliavo, imparando la tecnica. Il mio primo romanzo era troppo acerbo sotto moltissimi punti di vista e alcune parti necessitavano di una riscrittura quasi totale, perché avevo le idee, ma mancavo di tecnica. Alcune case editrici hanno pubblicato dei miei racconti, ma credo che questo romanzo sia un traguardo un po’ più importante. Una volta arrivata qui, cercherò di continuare a migliorarmi con impegno.

8.   Quali sono le tue letture preferite e cosa cerchi in un libro?

Il mio libro preferito in assoluto è 1984 di George Orwell. Segue Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Ho quindi un debole per la fantascienza, in particolare per i romanzi distopici. Un autore che apprezzo moltissimo, anche se è piuttosto diverso dai due citati prima, è Murakami. Ha uno stile completamente diverso dal mio, riesce a dilungarsi in descrizioni minuziose senza risultare mai noioso. Cosa cerco? Credo che dipenda da caso a caso, ma in linea di massima cerco un libro in grado di farmi sognare.

9.   Cosa ti ha spinto a cercare un editore e come sei arrivata alla CIESSE?

Volevo che le mie storie fossero lette da altri e non sono molto favorevole all’autopubblicazione, salvo casi particolari, perché credo che ciò che scrivo debba essere giudicato valido o meno dagli altri, non da me. Non mi bastava l’essere letta, se fosse stato il mio unico obiettivo mi sarei autopubblicata, volevo anche che qualcuno credesse in me, che mi giudicasse meritevole. Conoscevo i libri della CIESSE, ne ho letti diversi, e avendoli apprezzati ho deciso di tentare.

10.  Un libro CIESSE che ti è piaciuto particolarmente e perché?

“La riunione” di Polly River è forse quello che ho apprezzato di più in assoluto. È stato il secondo romanzo di CIESSE che ho letto e l’ho trovato interessante, ben costruito e con un finale che mi ha sorpresa.

11.  Un autore CIESSE che ti è piaciuto particolarmente e perché?

Graziano Versace, autore di “Noos – il canto del mondo”, mi ha colpita per la sua gentilezza perché mi ha contattata dopo una recensione positiva e mi ha fatto molto piacere. Ovviamente, oltre all’autore ho apprezzato anche il libro.

12.  Il tuo prossimo romanzo è: a) nel cassetto; b) nella tua testa: c) non c’è ancora?

Tutte e tre le cose: ne ho alcuni (tanti) nel cassetto, uno ancora nella mia testa e altri di sicuro verranno in seguito. Ce n’è poi uno in lavorazione, nato in seguito a un sogno particolarmente complesso – come altri due che ho scritto – e si tratta di un romanzo che unisce due dei sottogeneri che preferisco: lo sword and sorcery e la distopia. Quello che è ancora nella mia testa è un thriller, devo pianificare alcune cose prima di partire a scrivere.

13.  Fatti una domanda e risponditi!

Preferirei far intervenire Katia Quartarone, visto che il libro parla di lei. Katia, o KillerQueen che dir si voglia, dicci, cosa ne pensi della tua creatrice?

“Finalmente posso dire qualcosa. Vorrei farvi notare che il romanzo parla di me, non di Viola, casomai non ve ne foste accorti. Cosa ne penso? Chiunque abbia deciso di scrivere una storia su di me non può che essere una persona fantastica. Non quanto la protagonista della storia, certo. Insomma, parliamoci chiaro, Viola non ha mica risolto tutti i casi che ho risolto io. Ha solo scritto la mia storia.”

Va bene, Katia, grazie.

“Posso raccontare ancora del mio primo caso? Ci metto poco. È cominciato tutto quando ho chiesto una borsa verde menta a mio padre…”

Molto interessante, Katia, ma credo che si possa chiudere qui.

“Se avessi ricevuto la borsa, non sarei diventata detective, e quindi…”

Scusate, devo andare a zittire Katia. Ciao a tutti!

IL LIBRO

KILLERQUEEN di Viola Lodato

La routine della giovane ed eccentrica detective privata Katia Quartarone, detta KillerQueen, viene movimentata dall’arrivo di un altrettanto insolito cliente, Alexander Marshall, che la coinvolge in una delicata missione sotto copertura, temendo di essere in pericolo. Cercare di tenere in piedi la finta identità non sarà così semplice per Katia, a causa dei suoi modi strampalati e soprattutto perché gli eventi prenderanno una piega decisamente inaspettata: a rischiare la pelle non sarà Alexander, ma la stessa KillerQueen.

A completare il quadro un amore nuovo fiammante, uno che si è appena concluso in modo rovinoso, un invitato pedante ma entusiasta, interrogatori non molto professionali e qualche omicidio di troppo, il tutto condito dall’ironica voce narrante della protagonista.


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