Ciao Federica, la domanda nasce spontanea: come mai il nome d’arte Ciqui?
Ciao Antonella, questa è un po la domanda che mi fanno tutti! è come mi chiamava mia madre quando ero piccola. Mia nonna è peruviana, in spagnolo chiquitita significa piccola, e tutti in famiglia mi hanno sempre chiamato con il diminutivo Ciqui!
Ciqui ti sei affacciata nel mondo della musica in un territorio abbastanza ostico come quello del pop. Lo hai fatto perché è il tuo genere preferito?
L’ho fatto perché è un genere che mi piace, è un genere in cui mi trovo a mio agio nonostante la quantità di artisti che fanno questo genere..l’ho fatto perché lo scopo del mio disco e della mia musica è quello di fare divertire la gente, di fare ballare, di scatenare una vera e propria festa quando mi trovo sul palco.Penso che le mie canzoni mi diano modo di interagire con il pubblico e di coinvolgerlo; è un genere che bene o male è conosciuto da tutti e mi da possibilità di attirare e farmi conoscere da molti!
Cosa pensi di avere di originale che le altre proposte pop non hanno?
Io penso che sia originale il prodotto che propongo in quanto è molto vario. Ogni pezzo ha una particolarità, e uno stile suo. “Party” è un pezzo dance, “Not available” è più rock, “Heaven sent part 1″ è un lentone, “Soulmates” è totalmente diverso, “I can’t wait to fly away” è una canzone leggera, giocosa, divertente e via dicendo. Forse è proprio questo l’elemento originale, la versatilità.