Interviste rampanti: STEFANIA BERTOLA

Creato il 28 ottobre 2013 da Lalettricerampante
Protagonista dell'intervista rampante di questa settimana è Stefania Bertola.  Scrittrice, traduttrice, sceneggiatrice e autrice radiofonica torinese, Stefania Bertola è l'unica autrice di romanzi rosa che riesco a leggere, perché sono originali, perché sono buffi, divertenti e un po' surreali, perché sono ambientati a Torino e, soprattutto, perché racconta di donne vere, con cui sono sempre riuscita a identificarmi.
L'ho scoperta per caso, qualche anno fa, con Biscotti e sospetti (che rimane il mio preferito in assoluto), e da allora ho letto tutto quello che ha pubblicato, a parte Luna di luxor, il primo romanzo. Oltre a questi, ha pubblicato Se mi lasci fa male, una specie di manuale di auto-aiuto per donne appena uscite da una storia, Ne parliamo a cena, Aspirapolvere di stelle, A neve ferma, La soavissima discordia dell'amore, la raccolta di racconti Il primo miracolo di George Harrison e Romanzo rosa, una sorta di manuale di scrittura i cui protagonisti frequentano un corso per imparare a scrivere Harmony.
Il 5 novembre arriva in libreria Ragazze mancine, pubblicato dall'Einaudi. Ovviamente, la ringrazio tantissimo per aver accettato l'intervista.

Da bambina dicevi “da grande farò la scrittrice”? No, dicevo “Da grande farò il pediatra”. Poi: “Da grande farò l’addetto culturale di un’ambasciata”. Poi: “Farò la moglie di George Harrison”. La scrittrice è venuto un po’ da sé, non l’ho mai progettato.
Tutti i tuoi romanzi sono ambientati a Torino, tanto che sembra essere anch'essa un protagonista. Ed è poi uno dei motivi, oltre ai personaggi femminili, che me li ha fatti apprezzare così tanto, in quanto frequentatrice assidua della città. Riusciresti ad ambientare un tuo romanzo in un’altra città? Ne dubito. Sono l’esatto contrario dei romanzieri che fanno ricerche anche di anni prima di scrivere un libro. Io scrivo solo di quello che so già, e Torino la so benissimo. Posso spostarmi al massimo a Finale Ligure, e può darsi che lo farò, perché ho voglia di scrivere una storia ambientata al mare.
Come sei stata scoperta (o come sei riuscita a farti scoprire) dalle case editrici che ti hanno pubblicato? Ho avuto un andamento insolito. Per il mio primo romanzo Luna di Luxor  ho usufruito di una corsia super preferenziale, perché avendo lavorato per sei anni all’Einaudi, conoscevo molte persone nell'ambito editoriale. In particolare, conoscevo il mio ex principale, Ernesto Ferrero. Ho fatto leggere il libro a lui, gli è piaciuto, lo ha dato lui a Mario Spagnol della Longanesi et voilà, fatto. Poi però ho scritto un altro libro che mi è stato rifiutato da tipo 30 case editrici. Si chiamava Ragazze Mancine, proprio come quello che sta per uscire adesso, ma in comune hanno solo un personaggio. Anzi, due personaggi.
Qual è il tuo rapporto con i critici professionisti e con i book blog? Scarso. Conosco pochissimi critici e non li frequento. I blog mi piacciono in teoria ma non ho tempo di leggerli. 
Qual è la cosa più bella che è stata detta riguardo a un tuo romanzo? E la più brutta? Quella che mi piace di più, e che per fortuna mi è stata detta più di una volta è questo genere di frase: “Stavo molto male, per questo o quel motivo, e non dormivo la notte, o mi sbattevo come una biscia, ero nera  ecc. ecc. E IL TUO LIBRO mi ha consolata, rallegrata, messa in pace, aiutata a passare le ore..” Queste cose qui. La più brutta non so, non mi hanno mai detto qualcosa di orribile, forse l’avranno fatto alle spalle, meno male, così non ho sentito.
Hai qualche mania come scrittrice?  Che so, riesci a scrivere solo in un posto preciso o a una particolare ora del giorno o della notte? Ma figurati, scrivo come e quando riesco, a qualsiasi ora, infilandomi fra i vari lavori e incombenze assortite. Quando scrivevo prima a mano e poi passavo sul Mac, usavo solo le stilo,mi fa tristezza scrivere con la biro. Avevo la passione delle Pilot nere. Adesso scrivo direttamente sul Mac. Ecco, non riesco a scrivere sui Pc.
Io ho un’ossessione per le copertine dei libri, che condizionano molto la mia decisione di leggere o meno un’opera. Hai avuto voce in capitolo nella scelta di quella dei tuoi libri?

La copertina che avrebbe voluto Stefania Bertola,
dalla sua pagina Facebook

Voce si, ma non l’ultima parola. Diciamo che ho potere di veto, ma non di scelta. Ad esempio, per questo ultimo libro, Ragazze mancine, avrei voluto la copertina con Bette Davis che ho messo su Facebook, ma all’Einaudi non erano d’accordo, e me ne hanno proposte altre che ho rifiutato. Poi ne ho accettata una che, senza convincermi fino in fondo, mi sembrava comunque abbastanza visibile. Però tra tutti i miei libri, le uniche copertine che veramente rispecchiano il mio essere copertina sono quella di Pierre e Gilles per Biscotti e Sospetti e quella di Botto e Bruno per Il primo miracolo di George Harrison. Forse sono portata alle coppie di artisti. 
Cosa consiglieresti a un aspirante scrittore ? Un mio grande desiderio è non consigliare niente agli aspiranti scrittori. Ma proprio dovendo, ora come ora mi pare che il sistema migliore per verificare se quello che scrivi interessi a qualcuno siano tutte le varie forme di auto pubblicazione on line. Gli o le direi: “Scrivi, scrivi, non mandare da leggere a me per favore, scrivi, scrivi, pubblica online e vedi che succede. E fai concorsi, tutti i concorsini e concorsetti che trovi, è matematico che se vali qualcosa prima o poi qualcuno se ne accorge.”
Cosa pensi dell’editoria a pagamento? E dell’autopubblicazione? Editoria a pagamento, niet. Autopubblicazione, ho già risposto.
Ebook o cartacei? Uso diverso. Carta per i libri a cui teniamo, per un qualunque motivo. Ebook per le cavolate da leggere e dimenticare, per i libri da portare in viaggio, per le opere di consultazione. Io frequento sia gli uni che gli altri, ma non terrei mai un libro a cui voglio bene nel limbo elettronico del mio Kindle. Lo voglio hic et nunc, solido, con un perimetro, uno spessore, un peso in etti o chili.
Qual è il libro, non tuo, a cui sei più legata? Uno? E come faccio? Tutto Dickens? I racconti di Hoffman? Emma di Jane Austen? Però, se mi chiedo qual è il libro che mi ha spalancato a viva forza il mondo delle vite parallele, ovvero il piacere della lettura, credo sia stato I Tre Moschettieri.
Un autore/autrice italiana che stimi tantissimo? Consigliaci un suo libro. Valeria Parrella, Mosca + Balena, dei racconti veramente sensazionali. E poi vi consiglio di tenere d’occhio un giovane autore in uscita tra poco per Sperling & Kupfer: Simone Laudiero. Il suo primo libro mi aveva fatto moltissimo ridere. 
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