“Intimate Beauty” il mio racconto per l’e-book solidale

Creato il 15 febbraio 2013 da Alessandrapepe @AlessandraPepe

Questo post sarà un po’ diverso dal solito, infatti non sarà un vero e proprio post, ma sarà un racconto, perché ho deciso di partecipare ad un’iniziativa benefica proposta da Monurelle in collaborazione con BookRepublic: ovvero la creazione di un e-book solidale dal titolo #IntimateBeauty composto proprio dai racconti delle blogger e delle internaute. L’e-book costerà 0,99€ e l’intero ricavato sarà devoluto all’Associazione Terre Des Hommes, con il preciso intento di acquistare kit scolastici per i bimbi dell’Ecuador.

E così eccomi qui, un foglio word e una storia da raccontare, non facile, il mio modo più intimo di sentirmi bella. L’ho scritta di getto, come sempre quando scrivo le cose importanti o quelle che mi riguardano da vicino e che mi fanno sentire vulnerabile. Vi chiedo di leggere solo se ne avrete voglia, ma  di sostenere comunque questo progetto, così delicato e bello: anche le altre storie già scritte dalle colleghe blogger sono splendide. Quella che state per leggere invece è un’Alessandra che ancora non avete conosciuto, ma che ha capito di non avere nulla da nascondere.

#IntimateBeauty

Quando ti truccavi davanti allo specchio e io ti guardavo con il nasino all’insù, pensavo che un giorno sarei stata bella come te. Pensavo a quando mi sarei presa quello spazio “da donna”, e magari saresti stata tu ad osservarmi in silenzio.

Osservavo quei gesti meccanici e mi rassicuravano. Ero solo una bambina e pensavo che da grande sarebbe bastato ricordameli e imitarli per sentirmi bella come ti vedevo io in quel momento. Poi sono cambiate tante cose, tu non ci sei più, perché la vita è bastarda. Non sempre, ma con me lo è stata e ci ho messo anni perché la rabbia scemasse e i ricordi, quelli belli, sereni, quelli della vita quotidiana, potessero diventare un nuovo punto di partenza.

E così mi sono creata il mio attimo di intima condivisione con te, mamma, e se ad oggi non ho ancora perso del tutto la fiducia in questa società dove la bellezza non è più un qualcosa di soggettivo che sta nelle nostre menti, come tu mi hai insegnato, ma è un qualcosa di fin troppo concreto e mercificato, lo devo proprio al ricordo di infanzia di quella piccola bambina che ti osservava mettere il rossetto e ne aspirava il profumo. Il profumo dei rossetti di una volta, che oggi sono così difficili da trovare. Ogni mattina davanti allo specchio cerco di vedere riflessa accanto alla mia immagine anche la tua e quella della bambina stupita e ammirata che fui. Anche se ho fretta, anche se ho le occhiaia, anche se avrei voglia di andare in giro acqua e sapone, mi ricordo dei tuoi gesti e automaticamente diventano i miei. Le smorfie per stendere il fondotinta, l’avvicinarsi allo specchio per controllare il risultato perché sono miope, una talpetta, come lo eri tu, l’attenzione alla matita sugli occhi perché con le lenti a contatto non si sa mai. Di nuovo smorfie per stendere il mascara e poi ancora lui, il rossetto, con il suo profumo. Il rito si concludeva sempre con un sorriso, ed è lo stesso sorriso che mi rivolgo io ora nello specchio, da sola, è il mio modo di dirti: “ciao, buona giornata!”.

Potevo scegliere qualsiasi altro ricordo, ma ho scelto questo. Con il naso all’insù pensavo che un giorno sarei stata bella come te, oggi mi guardo diritta negli occhi e penso solo che se ogni tanto mi sento bella è perché i gesti che ho imparato da te sono un rifugio, e in un rifugio, proprio perché è tale, ognuno è libero di sentirsi come crede.  Anche la ragazza più bella del mondo.


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