"Non esiste proporzionalità tra la pietà che proviamo e l'estensione del dolore da cui la pietà è suscitata: una singola Anna Frank desta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, ma la cui immagine è rimasta in ombra. Forse è necessario che sia così; se dovessimo e potessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere." (pag. 41)
"non siamo noi, i superstiti, i testimoni veri. È questa una nozione scomoda, di cui ho preso coscienza a poco a poco, leggendo le memorie altrui, e rileggendo le mie a distanza di anni. Noi sopravvissuti siamo una minoranza anomala oltre che esigua: siamo quelli che, per loro prevaricazione o abilità o fortuna, non hanno toccato il fondo. [...] sono loro, [...] i sommersi, i testimoni integrali, coloro la cui deposizione avrebbe avuto significato generale. Loro sono la regola, noi l'eccezione." (pag. 65)
Levi e tutti gli altri testimoni raccontano quello che hanno visto loro, ma loro sono sopravvissuti. Tuena riporta in vita la storia di alcune persone che invece sono morte. Può sembrare insensibilità dire che leggendo Se questo è un uomo di Levi o La notte di Elie Wiesel o qualcuno degli altri innumerevoli memoriali alla fine si tira un sospiro di sollievo, ma la nostra mente non può, in un piccolo angolo, fare a meno di pensare "almeno lui ce l'ha fatta". E allora va raccontata la storia di chi invece non ce l'ha fatta, anche attraverso la finzione narrativa, per ricordarci in pieno l'orrore di quanto è avvenuto.
Fra questi due brani Levi ci parla delle Squadre Speciali (Sonderkommando) costituite da ebrei costretti a collaborare con le SS.
"Perché hanno accettato quel compito? Perché non si sono ribellati, perché non hanno preferito la morte? [...] Non tutti hanno accettato; alcuni si sono ribellati sapendo di morire." (pag. 42).
Quello che ti rende forte è anche una debolezza, viene detto a un certo punto nella saga. L'Unico Potere rende le Aes Sedai capaci di fare cose che un normale essere umano neanche si sognerebbe, ma proprio perché sa incanalare l'Unico Potere un'Aes Sedai può essere forzatamente convertita all'Ombra. Perché allora con Levi mi viene in mente Jordan? Perché c'è sempre una scelta, per quanto brutta possa essere. L'incanalatore, se ha un animo forte, può resistere per un certo periodo di tempo ai tentativi di conversione, ma alla fine sarà comunque convertito perciò la resistenza non è fra queste. No, le opzioni a sua disposizione se davvero non vuole aiutare il Tenebroso sono brutte ma esistono: può spingere i suoi tormentatori a ucciderlo o può rinunciare all'Unico Potere. Fare qualcosa che spingerà chi lo tiene prigioniero a ucciderlo, come hanno fatto alcune vittime dei nazisti, o in questo caso scegliere l'opzione fantasy di tagliare il contatto con la Vera Fonte. Nella saga ci viene detto più volte quanto quest'opzione sia brutta, quanto gli uomini domanti o le donne quietate desiderino la morte. Siuan, che riesce a trovare un motivo per vivere nonostante la quietatura, è un'eccezione. Setalle Anan, la locandiera di Ebou Dar, un'altra. Ma sono rarissime.
Vi lascio con il link a un mio vecchio articolo sul Giorno della Memoria e la narrativa, in particolare quella fantastica: http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/11701/27-gennaio-il-giorno-della-memoria/.