Introduzione alla prima presentazione de "Il Ritorno di Beynul"

Creato il 16 ottobre 2013 da Beachild
Viadana, 18/10/2013

Circa un anno fa eravamo in Sinagoga a presentare il mio primo romanzo edito. Alla fine vi avevo promesso, quasi come una minaccia, che ci saremmo rivisti l’anno dopo. E il fatto di essere qui stasera testimonia che ce l’ho fatta, che il sogno realizzato l’anno scorso può avere una continuità.

Non starò a parlarvi di chi sono, perché scrivo e da quando, tutti temi già trattati l’anno scorso. Cercherò di parlare di più del libro, perché è per quello che siete venuti. Ma, come premessa, vorrei raccontarvi che cosa ho scoperto durante quest’anno.
Ho scoperto, o meglio ho confermato, che il mondo dell’editoria è più che complesso. Dietro alla manciata di editori famosi ci sono centinaia di case editrici medio-piccole, ognuna delle quali pubblica decine e decine di autori. Ci sono poi molti servizi di auto-pubblicazione, di cui si servono centinaia se non migliaia di scrittori. E ci sono altre migliaia di individui che hanno un manoscritto pronto e in attesa di trovare un editore. Questo per dire che farsi largo in un settore come questo è un’impresa. Ecco perché ho imparato a definirmi non scrittore emergente, ma scrittore sommerso.
Ho scoperto che intorno a questo mondo ne ruota un altro fatto di persone che lavorano a supporto di chi scrive. Da una parte ci sono agenzie e siti pseudo-pubblicitari a pagamento, ma dall’altra molti giovani che gestiscono siti, blog, riviste messe gratuitamente a disposizione degli emergenti. Ho trovato così ragazzi e ragazze che hanno recensito il mio libro, che mi hanno intervistato, che mi hanno concesso dello spazio. E che mi hanno fatto crescere.
Ho scoperto che esistono un sacco di fiere e manifestazioni che accolgono con entusiasmo le opere degli scrittori emergenti. Ho partecipato al Buk di Modena, alla manifestazione fantasy di Pandino, mentre l’anno prossimo, oltre a queste, dovrei essere al Fantasy Books di San Giorgio di Mantova. A queste manifestazioni ho visto moltissima affluenza e la scoperta è stata sorprendente.
In altre parole sono entrato, come l’ho definita in un post del blog, in una città dei Lego. Come quelle riproducono in miniatura le sembianze delle grandi città, in ogni particolare, così l’esperienza di scrittore sommerso riproduce in piccolo la vita di un vero scrittore. Il milione di copie di Dan Brown diventano le mie 200 copie vendute, la sua intervista per il Time diventa la mia per il blog Letture al Contrario, le sue mille recensioni su IBS diventano le mie due o tre… ma, grazie al mio essere consapevole di chi sono, cosa faccio e soprattutto a quale fine, le emozioni che provo sono le stesse.
Il mio fine, appunto. Tanta gente mi ha chiesto a cosa ambisco, se scrivo per fare guadagni extra, quanto ho venduto e se ne sono soddisfatto. In breve, rispondo che scrivo perché mi piace. Banale, ma vero. Scrivere non è un mezzo, ma è il traguardo stesso. Il giorno in cui scriverò per ottenere qualcos’altro (fama, denaro) la mia scrittura sarà morta, il mio sogno infranto. Un calciatore di serie D dovrebbe rinunciare a giocare, se ama farlo, solo perché non lo ospitano in televisione o non lo coprono di milioni?
Per concludere, mi spiego più precisamente con un altro brano recente dal mio blog:
La mia scrittura è un fine. Un fine che a sua volta può avere effetti collaterali che possono chiamarsi perdita o guadagno, notorietà o cattiva reputazione, ma che non è asservito a nessuno di quelli. Se così non fosse, avrei dovuto fermarmi al primo rifiuto di un editore, alla prima recensione negativa, al primo contratto che prevedeva bassi diritti d’autore, ai primi dati di vendita.
Invece vado avanti, sempre con quell’ossimorica visione della vita: punta in alto restando in basso. Punta al 10, sapendo che forse realizzerai un 8 e che anche se gli altri lo giudicheranno un 6 non sarà un fallimento, ma un passo avanti verso quel 10. E se il 10 non arriverà mai, sarà stato comunque emozionante provarci. Viaggiare verso l’obiettivo. Tanto più se quel viaggio consiste nel fare una delle cose che ami di più nella vita.
Scrivere.
Benvenuti alla presentazione de “Il ritorno di Beynul”.

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