Intrvista a... Luigi R. Carrino, autore di "IL PALLONARO"

Creato il 06 giugno 2014 da Simonbug78 @simonbug78
Qualche temo fa, ho letto un libro in versione ebook dal titolo "Il Pallonaro", scritto da Luigi Romolo Carrino. Lette le prime pagine non sono riuscito a smettere e devo dire che mi è piaciuto molto. Dopo aver letto qualche informazione in più sull'autore e sulle sue precedenti pubblicazioni ( che vi invito a sbirciare ), ho deciso di scrivergli una mail con alcune domande che troverete interessanti. Se non avete ancora letto nulla di suo vi invito a farlo e nel caso vi stiate preoccupando per possibili spoiler... potete stare tranquilli, non ce ne saranno. Ma ora iniziamo con l'intervista!
Ciao e benvenuto nel blog Crazy About Fiction! Ho letto di recente il tuo romanzo "Il pallonaro" e ne sono rimasto colpito. Qui ne ho fatto una breve recensione e ora, mi piacerebbe farti qualche domanda...
1) Tema caldo, quello trattato nel tuo libro. L'omosessualità nel calcio non è argomento di cui si possa parlare facilmente. Come mai hai scelto di scrivere proprio questa storia? Da dove ti è arrivata l'idea che ti ha permesso di iniziare a scrivere le prime righe?Da una cena a Roma a casa di amici, a luglio del 2007. A questa cena c'era un calciatore con il suo compagno. Siamo diventati amici e mi ha raccontato un po' di cose confluite poi nel mio romanzo.
2) Sei un tifoso sfegatato? Ti faccio questa domanda per il semplice motivo che all'interno del romanzo ho trovato anche un certo linguaggio tecnico...Sono tifoso del Napoli e un pochetto anche del Barcellona e un pochetto pure della Roma. Mi piace molto il calcio, ma anche il tennis e il volley. Poi, da poco ho aperto una sala scommesse sportive nel mo paese d'origine (l'ho chiamata Foolgame non a caso...), quindi anche non volendo certi termini li impari. Tuttavia, sono del parere che occorra scrivere di cose che si conoscono, e se uno scrittore vuole parlare di cose che non sa quantomeno si deve documentare.
3) Ho trovato interessanti alcune dinamiche descritte nel libro. Nel mondo del calcio sembra esserci più "contorno" (parecchio "aggressivo") che gioco vero e proprio. Come sei riuscito a capire quest'universo? Qual'è stato il tuo processo di ricerca?Parlare con i procuratori, lo staff tecnico, massaggiatori, con alcuni calciatori, con ex fidanzati dei calciatori, escort, e poi leggendo molti lavori di cronisti sportivi e soprattutto i libri di Carlo Petrini, scomparso di recente e al quale dedico il romanzo insieme a Justin Fashanu, tutti editi dalla Kaos Edizioni
4) Raccontaci invece come hai costruito la storia: sei partito dalla storia, dai personaggi...?Dal personaggio del portiere, Stefano Baldini. La sua storia è quasi totalmente presa dalla realtà, a parte il nome e il fatto che non è un portiere ma un centrocampista. Ero stato a casa sua nelle Marche e mi aveva colpito l'atteggiamento della sua famiglia, così solare e accogliente, e poi suo nipote mi aveva scambiato per il nuovo fidanzato dello zio. E' stato anche il primo a raccontarmi della rete di sostegno tra calciatori gay.
5) Hai mai frequentato corsi di scrittura creativa? Qual'è il tuo pensiero a riguardo? Possono essere utili per un aspirant scrittore?No. Nessuna scuola. Credo che una scuola di scrittura creativa possa insegnarti molte cose, tranne il talento. Quindi, diventa utile quando hai qualcosa da dire e utile, se non dannosa, quando cerca di uniformarti a tutti gli altri autori.
6) Alcuni fatti di cronaca recenti hanno evidenziato quanto estrema la tifoseria possa diventare. Nel tuo romanzo si parla anche di questo; c'è un episodio dove dei tifosi esprimono il loro dissenso rispetto ad un avvenimento che vede coinvolti Diego e Stefano, i due protagonisti ( non dico altro per non creare spoiler... ), attraverso l'utilizzo della violenza. Una cosa del tipo "don't ask don't tell". Perchè secondo te succede questo?Sai, gli ultras hanno un grande potere e non solo per quanto riguarda tutta la tifoseria. In alcuni casi possono inficiare il risultato di una partita (vedi alla voce scommesse), terrorizzare la propria squadra se non si allinea ai loro desiderata (vedi alla voce Nocerina), persino stabilire se una partita va giocata o meno (vedi, sob, alla voce ultima Coppa Italia). Per certe persone, e non solo gli utlras, tu puoi essere drogato, un puttaniere, persino un assassino, ma non ti perdoneranno mai di essere ricchione.
7) Hai ricevuto dissensi per aver parlato di questo argomento?Nessun editore lo ha voluto pubblicare su carta (a dire il vero uno sì, ma non poteva pubblicarlo per esigenze di collana). Un addetto ai lavori ha sostenuto che Il Pallonaro non andava proprio scritto, per dirti come stiamo messi e in che mani è la sorte della scrittura italiana. Sul mio profilo facebook non ti dico gli insulti che mi sono arrivati. Ho fatto finta di nulla e via. Non mi interessa chi non ammette critiche al totem calcio, al virilissimo calcio...

8) Per chi non ti conoscesse ancora, uno dei tuoi romanzi passati "Acqua storta", aveva già trattato l'omosessualità impossibile nel mondo dei camorristi; come mai hai voluto per i tuoi protagonisti degli ambienti così ostili rispetto alla loro natura?
Perchè non sopporto chi si rappresenta a scapito del vero sé. Non sopporto l'ipocrisia, men che meno quella sociale. Perciò ho scelto contesti che nell'immaginario collettivo non prevedono l'omosessualità come possibile.
9) Stai lavorando a qualcosa in questo periodo? Ci puoi dare qualche anticipazione? Ho finito da un po' di mesi il sequel di Acqua Storta, una storia che m piace molto e che tratta del matriarcato nella camorra. Ha per titolo provvisorio La legge di Mariasole. Qualche mese fa ha trovato il suo editore. Considerato chi me lo pubblicherà e chi me lo curerà, sono davvero strafelice.

10) Bene! Siamo molto felici per te anche noi del blog e mi auguro di leggerlo presto! In una tua precedente intervista che hai rilasciato in un blog (2008), avevo letto che stavate cedendo i diritti per un possibile film basato proprio su "Acqua storta": com'è andata?
Per ben due volte hanno opzionato i diritti per Acqua Storta, e ci sono almeno tre sceneggiature in giro, una scritta anche da me in coppia col regista Fabiomassimo Lozzi. Ma alla fine non se ne è fatto niente. Troppo duro, almeno questo è quello che sostengono i produttori, e in Italia poi si guardano solo commedie. Mah, non è il mio campo, sarà senz'altro come loro dicono, ma non sono disposto ad accettare stravolgimenti tali da ridicolizzare la storia e i personaggi. Di fiction ridicole e inverosimili sulla camorra ce ne stanno già troppe.
11) Hai degli autori che prediligi rispetto a altri o leggi un po' di tutto? Cosa stai leggendo in questo periodo?Apprezzo tanti autori. Di italiani, ad esempio, ce ne sono un bel po' e che scrivono romanzi di vario genere. Ho una venerazione per Daniele Del Giudice, ad esempio. Ma anche per Michele Mari, e di recente ho letto proprio il suo nuovo romanzo, Roderick Duddle, straordinario sia dal punto di vista letterario sia della trama.
Bene Luigi, purtroppo l'intervista è terminata e ci dobbiamo congedare, di domande te ne avrei volute fare almeno altre dieci! Grazie infinite per esserti reso disponibile per il blog e per essere stato così sincero nelle tue risposte. Aspettiamo allora tue notizie per l'uscita del seguito di Acqua Storta, e per chi non lo conoscesse ancora, ne farò a breve una recensione a riguardo. Ciao!
GRAZIE!

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