L'installazione multimediale per "Unexpected Israel", in piazza Duomo a Milano
Nell'attesa di partire
Vendita di magliette inneggianti al boicottaggio di Israele
Un manifestante, assisito dalla moglie, si denuda per indossare la maglietta
Unexpected Israel: il pannello sulla cultura (a dire il vero, non molto inaspettata)
Bandierina rosa della Sinistra critica e femminista
la kermesse è stata osteggiata sin dagli inizi da gruppi di filopalestinesi intenzionati a manifestare il proprio antisemitismo mascherandolo da preoccupazione umanitaria. queste persone hanno sfilato ieri per le vie del centro in un cupo corteo, il cui mortifero portato è stato accentuato da un cielo nuvolosissimo, che rendeva l'atmosfera ancora più inquietante. poche decine di personaggi miscellanei, tra cui non mancavano sbandati di incerta nazionalità e neanche il partito comunista dei lavoratori, che si dichiara contro uno "stato confessionale d'Israele nato dal terrore antiarabo" (stato confessionale? ma questi sono mai stati in iran?); per non parlare del gruppo BDS di padova (ma saranno degli adepti del Bondage Domination and Submission?), che in un volantino critica l'atteggiamento accogliente del nostro sindaco pisapia, accusandolo di aver definito la manifestazione israeliana come "una grande occasione per conoscere meglio israele ... per veicolare una cultura di dialogo e di pace". bene fa il nostro sindaco, che è figlio della buona borghesia, ad acquistare le sue giacche da gianni campagna.
la cosa più sorprendente da vedere era un cartello della sinistra critica, ecologica e femminista, in cui una signora esibisce un segno di vittoria sotto la scritta "egitto tunisia libia... 2011" (dove i tre puntini segnalano l'attesa del compimento di altre rivoluzioni; ma questi le ricevono, le notizie dalla siria?) e sopra la scritta "la rivoluzione è possibile". io chiedo: signore della sinistra critica e femminista, la rivoluzione è possibile anche con una pezza in testa? comunque, un diffuso puzzo di muffa pervadeva questa rozza riunione, piena di maschi non sbarbati e ad alta densità di anziani nostalgici. la comunicazione, signori: non si può pretendere attenzione se si dà avvio a una manifestazione su un camion scassato con una voce gutturale che urla rivendicazioni in una lingua sconosciuta. i milanesi hanno alzato leggermente un sopracciglio, vagamente sollecitati dall'attimo esotico, e poi si sono infilati chi da yamamay chi da footlocker. e gli slogan, e l'allure, e l'assoluta mancanza di creatività. ah, se il camion fosse stato una due posti scoperta, e se all'interno jasmine e il suo aladdin avessero dimostrato l'intelligenza, la consapevolezza e la dignità dei popoli arabi, che magnifico spot! e invece l'unico, inconsapevole alito di vita di questa trista manifestazione è stato un energumeno senza maglietta, purtroppo coperto da uno scialletto e dotato di raggelanti pantaloni a strisce colorate (non voglio parlare dell'anziano signore in temporaneo topless allo scopo di indossare la maglietta rossa "boicotta israele", hélas sostenuto dall'altrettanto boicottatrice consorte). fortunatamente, pochi metri più in là, matteosoltanto si dedicava con profitto all'arte, cantando munito di gibson acustica e voce di ampio respiro all you need is love, in quella via dante che ospita una mostra open air con immagini di luoghi turistici israeliani, sulle quali qualche imbecille ha applicato sistematicamente adesivi inneggianti alla seconda intifada. questa è gente alla quale impedirei fermamente l'ingresso in qualunque museo.
Mostra fotografica in via Dante, a cura del ministero del Turismo israeliano: ogni immagine è stata deturpata mediante l'applicazione di adesivi filointifada
Matteosoltanto, in via Dante
Un seximanifestante, purtroppo totalmente inconsapevole delle norme che regolano l'abbigliamento maschile