Invalsi, primo test per Carrozza

Creato il 14 maggio 2013 da Pedagogika2
da ItaliaOggiAlessandra Ricciardi Il decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. É questo dato di fatto giuridico che aprirebbe la strada a una revisione delle regole del nuovo sistema di valutazione delle scuole. Un regolamento che è stato fortemente voluto dall’ex ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, alla vigilia della fine del proprio mandato e su cui il successore, Maria Chiara Carrozza, è chiamata a decidere se e come andare avanti.
Lo sciopero indetto dai Cobas contro le prove Invalsi in corso (oggi per la scuola secondaria di primo grado e il 16 maggio per quella di secondo grado) ha riscosso una percentuale minima di adesioni da parte degli insegnanti, meno dell’1%. Ma è l’umore nelle scuole a pesare negativamente. Perché se è vero che somministrare i test è obbligatorio, è anche vero che molti docenti non ne condividono le finalità (si finirebbe per piegare la didattica al successo ai test e non a lavorare sull’apprendimento in quanto tale, critica la Flc-Cgil) e molti genitori sottolineano il nuovo aggravio di impegni per i ragazzi, che si sono visti recapitare anche la richiesta di un contributo per l’acquisto di test di preparazione. Il ministro al momento è prudente: va ridimensionato l’impatto che si attribuisce al test Invalsi, ha detto, «è un test di valutazione che verrà usato anche per finalità conoscitive, per capire il mondo della scuola e le sue peculiarità territoriali».Il grimaldello da utilizzare per riaprire il provvedimento che disegna il sistema nazionale è dato da quei rilievi sollevati dalle commissioni parlamentari, dal Consiglio di stato e dal Cnpi e che il governo Monti, in sede di approvazione del decreto, ha in larga misura ignorato. Per esempio il ruolo dell’Invalsi, la marginalizzazione degli ispettori, e la scarsa revisione degli obiettivi di apprendimento che valorizzino la personalizzazione degli apprendimento. Ma anche la confusione tra valutazione del sistema e valutazione dei dirigenti delle scuole. Quale debba essere il prossimo futuro della valutazione in Italia è ancora da definire.

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