Arthur Conan Doyle, lo scrittore che in futuro tutto il mondo avrà modo di conoscere per Sherlock Holmes, per ora è solo un giovane sui 20 anni, che frequenta il terzo anno di medicina, una vita da dottore che lo aspetta e qualche uggia che dentro non lo lascia tranquillo.
Quel pomeriggio freddo e umido un suo compagno di corso bussa alla sua porta con una proposta che sembra una convocazione del destino: perché non interrompe gli studi e non si imbarca, come medico di bordo, sulla Hope, una baleniera che sta per partire per i mari artici?
Conan Doyle, pare, non ci pensa due volte. Prende e parte. Quella spedizione sarà dura ma ricca di un singolare fascino. Alla fine il capitano Gray - nome perfetto per il capitano di una baleniera - gli proporrà di partire anche l'anno successivo, con stipendio raddoppiato e la possibilità di impiegarsi anche come fiociniere.
Non si sa quanto Conan Doyle ci rifletta sopra. Si sa solo che alla fine non ne farà di niente. Riprenderà gli studi, comincerà a scrivere sul serio.
Chissà però se avesse ripreso il mare con la sua baleniera. Chissà se ci sarebbe stato Sherlock Holmes, nella sua vita. Chissà se altri non sarebbero stati i suoi libri, di spedizioni artiche e non di delitti. Ha sempre un particolare fascino la strada che non viene presa, no?
Ps: Pare che in effetti a convincere Conan Doyle a non ripartire sia stata la madre. Che per dire, anni più tardi convincerà il figlio a restituire la vita a Sherlock, dopo che lui l'aveva "ucciso" nell'ultimo romanzo. Che madre, dietro il figlio.