Se il cielo di questa mattina d’estate potesse assomigliare ai miei pensieri sarei felice, almeno l’istante in cui mi riconoscerei tra l’azzurro e il sole. Invece no. Alzo lo sguardo e non mi riconosco, io e quell’azzurro intenso non ci somigliamo neanche un po’. Incollo gli occhi lassù e mi chiedo da quanto non c’incontriamo. Se questo cielo, per un momento solo, riuscisse a riempire le mie paure d’azzurro e bagliori di luce calda, forse, potrei provare a vederlo amico. Invece no. Lui sta lì e resta fermo nella sua volontà di preservare la distanza che ci separa. Sta lì a guardare, mentre io lo guardo e non lo riconosco, non mi riconosco quasi più.
[Le attese alla fermata del bus dovrebbero essere più brevi, direi]