Roland Fischnaller è ad un passo dalla storia. Da quando è stata istituita la Coppa del Mondo di parallelo di snowboard, mai nessun italiano è riuscito a conquistare l'ambita sfera di cristallo in campo maschile, mentre tra le donne l'impresa riuscì a Marion Posch nella stagione 1994/1995.
L'ultimo azzurro ad aggiudicarsi un trofeo di specialità fu Walter Feichter nel 2001 (slalom gigante), mentre in precedenza erano arrivati i successi in slalom di Peter Pichler (1995 e 1996) e Karl Frenademez (1997). Con l'introduzione del parallelo, tuttavia, questi format di gara, con le relative 'coppette', si estinsero.
Roland Fischnaller è un atleta che a 30 anni si è scoperto vincente, concretizzando un talento cristallino, ma non sempre sfruttato a pieno. La prima vittoria, infatti, arrivò l'11 dicembre 2010 nel PSL di Limone Piemonte, cui fece seguito un trionfo nel PSL di Mosca dello scorso anno. La stagione attuale, poi, è stata quella della definitiva consacrazione, nella quale il 31enne altoatesino ha raggiunto un rendimento elevatissimo che lo ha portato ad essere in testa alla classifica generale a sole due gare dal termine.
Nell'annata in corso, infatti, il campione di Funes ha raccolto ben 5 podi complessivi, di cui ben 4 vittorie, tre nel PSL ed una, la prima in carriera, nel PGS di Carezza.
In classifica generale il portacolori del Bel Paese precede il suo coetaneo austriaco Andreas Prommegger di sole 140 lunghezze (5690 contro 5550), un'inezia in un sistema di punteggio che assegna 1000 punti al primo, 800 al secondo e così via. Fischnaller e Prommegger non hanno mai vinto una sfera di cristallo, dunque per entrambi si tratta dell'occasione di una vita.
Numeri alla mano, il favorito appare proprio l'austriaco. Al termine della stagione, infatti, mancano solo due gare e si tratta in entrambi i casi di quel PGS tanto amato dallo snowboarder di St. Johann. Nei giganti fin qui disputati, infatti, Fischnaller, oltre al successo di Carezza, non è mai andato oltre la sesta piazza, mentre Prommegger ha ottenuto due primi ed un secondo posto.
Alcuni fattori, tuttavia, autorizzano l'azzurro a sperare. Le ultime due prove in calendario, infatti, si svolgeranno a La Molina, in Spagna, ed a Valmalenco. Proprio sulla pista iberica lo scorso anno si disputarono i Mondiali, dove nel PGS Fischnaller ottenne un bronzo (suo primo e sinora unico podio iridato), mentre Prommegger non riuscì neppure a qualificarsi per il tabellone ad eliminazione diretta. L'atto finale sul suolo italiano, inoltre, potrebbe dare quell'ultima spinta all'alfiere tricolore per sferrare l'attacco decisivo alla Coppa del Mondo, anche se il precedente dello scorso anno sulla pista di Valmalenco (Fischnaller 21mo e Prommegger 2o) non lascia tranquilli.
L'impressione, dunque, è che la tanto incerta contesa possa decidersi proprio all'ultima gara e per pochissimi punti, magari proprio con una finalissima conclusiva tra i due strenui duellanti.
La stagione di sci alpino si sta rivelando una delle più prolifiche di sempre per l'Italia, con ben 17 podi già conquistati, ultimo dei quali il terzo posto di Irene Curtoni nel gigante di Ofterswang.
In pochi, tuttavia, sottolineano la grave crisi del settore dello slalom speciale femminile, vero tallone d'Achille della selezione tricolore.
Nell'ultimo decennio, infatti, è apparsa lampante la carenza di una vera e propria scuola che potesse sfornare un buon numero di atlete competitive in Coppa del Mondo e solo sporadicamente è emersa qualche specialista di buon livello come Elisabetta Biavaschi, Annalisa Ceresa, Nicole Gius, Manuela Moelgg e Chiara Costazza: tutte atlete in grado di installarsi stabilmente tra le top15 e di conquistare qualche podio occasionale. Quattro stagioni fa proprio la Costazza sembrava poter aprire una nuova era dopo il successo di Lienz, ma, dopo gli innumerevoli infortuni patiti negli anni successivi, la 28enne trentina non è mai più tornata sui livelli di un tempo.
Il quadro attuale, poi, appare alquanto desolante: le sole Manuela Moelgg ed Irene Curtoni, infatti, sono in grado di poter ambire alle prime 10 posizioni, mentre alle loro spalle regna un vuoto assoluto. In questa disciplina potrebbe in futuro cimentarsi con successo Federica Brignone, la quale, attualmente, è ancora troppo acerba e poco avvezza ai rapid gates. Emerge lampante, poi, come nel Bel Paese si investa considerevolmente di più sul gigante piuttosto che sullo slalom. Nella disciplina regina dello sci alpino, infatti, c'è la fila per aggiudicarsi l'ambìto posto in squadra nella nazionale femminile, con nuovi talenti che sbocciano ogni anno come Lisa Agerer, Sofia Goggia e Sabrina Fanchini. Questo non accade in slalom, dove anche in Coppa Europa e nei circuiti minori il divario tra le italiane ed il resto del mondo risulta troppo ampio.
Urge, dunque, un cambiamento radicale. Una soluzione potrebbe essere quella di affidarsi ad un tecnico straniero, il che non rappresenterebbe di certo un motivo di cui vergognarsi: i risultati della squadra maschile sotto la guida del francese Jacques Theolier sono sotto gli occhi di tutti.
Inoltre sarebbe opportuno che le gigantiste, già giustamente proiettate anche verso la velocità, intraprendano pure la strada dei pali stretti, proprio come fece negli Anni '90 la più grande sciatrice dello sci italiano, Deborah Compagnoni. Gigante e slalom, infatti, sono due discipline assolutamente compatibili, che possono portare solo benefici.
Un Paese come l'Italia, terzo nella classifica per nazioni alle spalle di Austria e Svizzera, merita di poter contare su una selezione competitiva su tutti i fronti e senza anelli deboli: anche nello slalom femminile, dunque, è lecito attendersi quella crescita che ha portato a conseguire risultati importantissimi in gigante e nelle discipline veloci.
Federico Militello