Ci si mobilita per lo sport. Confindustria, fondazione Carifermo, politici, giornalisti, tutti in fibrillazione per trovare fondi a sostegno dello sport. Ora, come se non bastasse, arriva anche il Sindaco di Sant’Elpidio a Mare che afferma, non senza valide argomentazioni, che non bisogna puntare tutto sulla Sutor ma che ci sono anche altre realtà sportive che vanno tutelate. Sono d’accordo con tutti, anche con Terrenzi. Se non che ho come l’impressione che questa gente sia ferma a una decina di anni fa, che viva in un mondo ovattato, dove le grida di rabbia e di dolore della società civile non arrivano o, se arrivano, lo fanno in maniera smorzata, tanto da sembrare cori da stadio.
Siamo nel mezzo di una crisi epocale, una situazione economica e sociale mai vista. Fabbriche che chiudono, disoccupati, cassintegrati, esodati. Un’economia al collasso, anche nel Fermano, che invoca aiuto sia dall’alto che dal medio basso rappresentato dalla politica locale. Non che il Sindaco di Sant’Elpidio a Mare o quello di Montegranaro possano da soli risolvere la situazione. Ma perché non li vedo impegnati con altrettanto vigore e passione per sostenere iniziative volte a promuovere lo sviluppo? Perché non li sento parlare di occupazione, di investimenti nelle infrastrutture, nel sostegno alle famiglie e ai redditi?
Sosteniamo lo sport, consideriamolo veicolo di promozione territoriale, ma prima accertiamoci di avere ancora un territorio da promuovere. E promuovere un territorio significa anche investire nell’accoglienza, nella ricettività, nel turismo. Il Fermano in fatto di ricettività è assolutamente inadeguato: poche strutture, pochissimi servizi, investimenti sul territorio a livello di valorizzazione del patrimonio storico-artistico-ambientale prossimi allo zero. Promuoviamo, quindi, un territorio per poi farne cosa? Siamo nel 2013, tempi di vacche magrissime, non nel 1985. Qualcuno forse non se ne è reso conto, o ha un orologio che non va.
Luca Craia