Investimenti: usare la “coda lunga” per difendersi dalla crisi

Da Roxioni

Dal Blog ADVISEONLY... In questi tempi di grande incertezza è saggio mantenere il proprio portafoglio sulla difensiva. Essere prudenti significa, tra le altre cose, diversificare i rischi. Questo in linea generale; ovviamente tutto dipende dal proprio profilo di rischio. Non avete idea di quale sia? Per fortuna ci siamo noi di Advise Only: ne abbiamo appena parlato qui ... Con il nostro Test del DNAFinanziario suwww.advisonly.com in pochi minuti è possibile individuare il proprio profilo di investitore (è del tutto gratuito!).
Ma torniamo alla strategia “difensiva”. In questo periodo sarebbe opportuno diversificare gli investimenti mantenendo un po’ di esposizione, magari molto contenuta, alle azioni. Questo obiettivo si può realizzare puntando su aziende che “tengono” durante le correzioni di mercato Come identificare queste aziende? Quando la crisi economica si fa sentire, il reddito disponibile si riduce e con esso i consumi, che si concentrano sull’essenziale e vanno a privilegiare beni e servizi dal prezzo più contenuto. Inoltre i grandi ricchi o i produttori di redditi elevati sono sempre meno e il resto della ricchezza e della capacità di reddito è disperso in una vasta moltitudine di soggetti. È il fenomeno socio-economico della “Coda Lunga”, o “Long Tail” (reso recentemente famoso da Chris Anderson, ma noto da molto tempo in statistica economica, grazie al lavoro del grande statistico italiano Vilfredo Pareto). Secondo questo schema, il reddito e la ricchezza sono concentrati. CLICCA SUL GRAFICO PER INGRANDIRLO Elaborazioni Advise Only su dati di ricchezza netta delle famiglie italiane nel 2010; fonte Banca d’Italia. Guardate ad esempio il grafico sovrastante, relativo alla ricchezza in Italia: si evince che pochissimi (assai meno dell’1% della popolazione, si legge sull’asse orizzontale) detengono una ricchezza circa 70 volte superiore alla media degli italiani (asse verticale)! Buone candidate al successo in questo periodo di crisi, sono quindi le aziende che vendono alla “Long Tail”tanti consumatori, anche (ma non necessariamente…) con bassa capacità di spesa. Naturalmente, se queste aziende producono beni o servizi che soddisfano qualcosa di più di un bisogno primario, accarezzando la sfera degli sfizi, meglio ancora: il successo dell’azienda è ancora più probabile. Un esempio? La spagnola Zara (il nome del titolo in realtà è Inditex, Isin ES0148396015, quotato alla Borsa di Madrid). L’azienda vende in tutto il mondo (49 Paesi di tutti e cinque i continenti), nell’ultimo esercizio l’utile netto è salito del 12%, ha un ROE del 28%, ha incrementato del circa 10% il numero di dipendenti e il numero di punti vendita, vende anche online, ha un dividend yielddel 2,4%… è un po’ cara, certo, con un rapporto prezzo/utili superiore a 21, ma c’è da dire che da inizio anno ha una performance del 6,68%, quando l’indice di Borsa spagnolo registra -20,75%. Detto altrimenti: il mercato ha premiato (e forse premierà ancora) la capacità dell’azienda di vendere ovunque, cose considerate gradevoli e dal costo accettabile dai consumatori di tutto il mondo. In sintesi, in questa difficile congiuntura economica questi sono i tratti essenziali delle aziende potenzialmente interessanti per investire la quota azionaria dei propri risparmi:
  • Devono soddisfare un bisogno al quale il consumatore fa fatica a rinunciare;
  • Offrono beni e servizi (relativamente) a basso costo, intercettando il bisogno attuale di risparmiare dei consumatori;
  • Vendono a una moltitudine di individui;
  • Gestiscono con flessibilità la produzione collocandola là dove ritengono sia più conveniente;
  • Sono in grado di raggiungere efficacemente i loro clienti in tutto il mondo, sfruttando al meglio i loro canali distribuzione;
  • Sono molto diversificate;
  • Hanno valutazioni accettabili, cioè non sono troppo care.
Che siano aziende di moda “cheap and chic”, di ristorazione fast-food, oppure di produzione di bevande analcoliche, si tratta tipicamente di aziende multinazionali, del settore beni di consumo. Puntare sui singoli nomi può dare grandi soddisfazioni quando le cose vanno bene, ma concentra molto il rischio – e questo non è mai un bene. Per evitare di assumere troppo rischio specifico, legato alle sorti della singola azienda, chi volesse investire una porzione dei propri risparmi in questo “filone” dovrebbe considerare gli ETF (ma anche fondi comuni e Sicav) che replicano la dinamica di opportuni indici settoriali, offrendo maggiore diversificazione e minori rischi Per esempio, l’ETF Lyxor Stoxx Europe 600 Food & Beverage (ISIN FR0010344861) investe in aziende europee che producono alimenti e bevande. Da inizio anno ha avuto una performance pari al 8,94%, con una volatilità su base annua (una misura del livello di rischio) attualmente pari a 13,78% (si veda la scheda grafica qui sotto, disponibile gratuitamente su www.adviseonly.com), con un livello di commissioni annue totali contenuto (TERpari a 0,30%). CLICCA SULLA SCHEDA PER INGRANDIRLA Per fare un paragone, l’investimento in un ETF che replica l’intero indice Stoxx 600 (comprensivo di tutti i settori) da inizio hanno ha reso il 6.90%, con una volatilità 22.25%, quindi il settore Food & Beverage ha reso di più con meno rischio, difendendosi bene. Il passato è passato, ma, in questo caso specifico, pensiamo che il Food & Beverage possa fare bene anche in futuro. Un altro ETF interessante, legato ai beni di largo consumo a livello mondiale, è ilLyxor Etf Msci World Consumer Staples (ISIN LU0533032263). Ha una volatilità inferiore all’11% e ha tenuto bene in termini di performance in questi mesi difficili. -Qui sotto potete leggere la sua scheda, e, sul nostro sito, nella sezione ETF News, potrete trovarne delle altre.- CLICCA SULLA SCHEDA PER INGRANDIRLA Con una crisi del debito sovrano europeo strutturalmente irrisolta che incombe sulle prospettive di crescita economica globale, noi di Advise Only pensiamo che le ragioni dietro il successo di questi investimenti restino, con buona probabilità, valide anche per l’immediato futuro. source di Raffaele Zenti

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