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Io al diabete non la do vinta: giornata mondiale del diabete

Creato il 10 novembre 2013 da Antonioriccipv @antonioricci

Io al diabete non la do vinta: giornata mondiale del diabeteQuando si parla di diabete si affronta un argomento di grande interesse, che riguarda milioni di persone in tutto il mondo, tanto da costituire una vera epidemia in costante evoluzione. All’inizio del terzo millennio l’incidenza del diabete nel mondo è in progressivo ed allarmante aumento, con una uguale incidenza tra uomini e donne ed un forte incremento tra le persone giovani. Le cause di questa tendenza sono correlate, in gran parte, a stili di vita non corretti e aumento dei livelli di stress.

La più grande campagna di informazione, sensibilizzazione e prevenzione del diabete è la Giornata Mondiale del Diabete (GMD) che ogni anno si celebra in tutto il mondo il 14 novembre, promossa da IDF (International Diabetes Federation), organizzazione internazionale composta da 200 Associazioni di oltre 160 paesi, che rappresenta milioni di persone affette da diabete, le loro famiglie e i professionisti sanitari.

Nel nostro Paese, dove le persone che sanno di essere affette dalla malattia diabetica – in crescente aumento come in ogni parte del mondo – sono non meno di 4 milioni, le celebrazioni della Giornata Mondiale del Diabete (GMD), che si terranno nei giorni 9 e 10 novembre, sono promosse da Diabete Italia, l’Associazione tra le Società Scientifiche dedicate allo studio e cura del diabete, le Associazioni di volontariato dei pazienti adulti e dei pazienti pediatrici e le Associazioni degli operatori professionali del settore, in una sinergia d’azione nei confronti della patologia diabete che, come riconosciuto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite costituisce un problema sociale per il mondo e pone una seria minaccia alla salute del pianeta, al pari di HIV/AIDS, tubercolosi e malaria: non è infatti sufficientemente noto che il diabete è una delle cause principali di morte prematura nel mondo.

Anche quest’anno, per il quarto anno consecutivo, il Tema della Giornata Mondiale del Diabete stabilito dall’IDF è Educazione e Prevenzione del Diabete: solo con la sensibilizzazione nei confronti di questa patologia si possono infatti promuovere politiche per la prevenzione e la cura della malattia.

Una gran parte  dei casi della principale forma di diabete mellito, il diabete tipo 2, può essere prevenuta agendo in maniera ‘scientificamente corretta’ sullo stile di vita, apportando cambiamenti  nelle abitudini alimentari e dedicandosi maggiormente all’attività fisica.

Che cos’è il diabete mellito

Si definiscono ‘diabete mellito’ (o ‘diabete’) tutte le malattie e condizioni che, non trattate, portano a un eccesso di zuccheri nel sangue (iperglicemia).

Il diabete di tipo 2

La forma più  frequente di diabete, il diabete di tipo 2  si manifesta generalmente dopo i 40 anni, soprattutto in persone sovrappeso/obese. La sua evoluzione è lenta e priva di sintomi. Gradatamente la persona perde la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia. È comunemente noto come ‘diabete dell’anziano’, ‘diabete alimentare’ o con la sigla DM2 o T2DM. È la forma di gran lunga più comune con milioni di casi in Italia.

Il diabete di tipo 1 (quello dei bambini)

Il diabete di tipo 1 è dovuto a una reazione autoimmunitaria che distrugge le betacellule del pancreas dove viene prodotta l’insulina. Essendo l’insulina necessaria a far entrare il glucosio nelle cellule, la persona con diabete di tipo 1 deve assumerla dall’esterno e fare in modo di averne sempre la quantità giusta nel sangue.

Il diabete di tipo 1 insorge spesso in età pediatrica. Circa 100 mila bambini e ragazzi in Italia hanno il diabete di tipo 1 e sono seguiti da una rete di Servizi di Diabetologia Pediatrica all’interno dei quali team specializzati sono in grado di prescrivere le terapie più appropriate e soprattutto di educare la famiglia e i ragazzi a una corretta gestione del diabete.

La persona con diabete di tipo 1 infatti, sia nella infanzia, sia nella adolescenza, sia nella vita adulta, può svolgere una vita normale. Nessuna attività o obiettivo gli è precluso: esistono scienziati e fotomodelle, artisti e grandi campioni sportivi con diabete di tipo 1.

Avere figli richiede programmazione e qualche attenzione, ma è perfettamente possibile. La persona con diabete deve tenere sempre presente l’effetto che ogni sua scelta, o ciò che gli accade, può avere sulla concentrazione di glucosio nel sangue.

Questo significa misurare spesso la glicemia e, sulla base di questi dati, prendere delle decisioni: assumere una determinata dose di insulina, fare o non fare dell’esercizio fisico, mangiare o non mangiare  sostanze contenenti carboidrati.

Il diabete di tipo 1 insorge più spesso nei primi 30 anni di vita. Questo significa convivere per lunghissimo tempo con il diabete e quindi è fondamentale per la persona con diabete di tipo 1 mantenere il più possibile vicino alla norma la glicemia, evitando iperglicemie (quantità troppo elevata di glucosio nel sangue) che a lungo andare generano le complicanze ma anche ipoglicemie (carenza di glucosio nel sangue).

Scarica il pieghevole per conoscere meglio il diabete dei bambini.

Il diabete gestazionale

Il diabete gestazionale è una forma temporanea di diabete che caratterizza una percentuale delle gravidanze. A partire dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce a tenere sotto controllo la glicemia. Questo tipo di diabete, che caratterizza una quota importante delle gravidanze, sembra scomparire dopo il parto. È chiamato anche diabete gravidico o GDM.

Altre forme di diabete

Esistono forme di diabete per così dire ‘intermedie’ fra il tipo 1 e il tipo 2 come il Lada (che insorge nella seconda parte della vita come il diabete di tipo 2 ma evolve presto verso la completa insulinodipendenza come il diabete di tipo 1) e il Mody una famiglia di condizioni molto diverse generalmente presenti in determinati ceppi familiari. Il diabete può essere secondario (cioè causato da un’altra malattia o da una terapia o da un incidente).



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