Io avevo i fattorini con il cellulare aziendale per questioni organizzative. Ci organizzavamo meglio nelle consegne e si risparmiava un sacco di tempo, migliorando il servizio.
Creato il 31 gennaio 2013 da Slasch16
Si poteva fare il contratto di sola ricezione ma non potevamo ridurci a chiedere al cliente per fare una telefonata. Il cellulare dei fattorini era, è, uno strumento utile per organizzare al meglio le consegne, fare variazioni in corso mentre si è in giro per la Lombardia ottimizzando il lavoro sia per l’azienda che per il cliente.
Le bollette con i consumi dei cellulari arrivavano a me con l’elenco delle telefonate effettuate.
4 fattorini, 4 cellulari e l’etica dei miei collaboratori era al 50%, non male direi, due lo usavano solo per lavoro ed altri due telefonavano anche alla morosa.
Erano cifre ridicole ma per una questione di educazione e di principio quando vedevo telefonate extra chiedevo chiarimenti: cosa fai usi il telefono aziendale per i fatti tuoi? Non la scopiamo mica noi la tua ragazza e perchè metti in conto all’azienda la telefonata per l’appuntamento?
Era un modo di scherzarci sopra facendo comunque arrivare il messaggio.
Le scuse erano sempre quelle, ho dimenticato a casa il mio cellulare, mi sono confuso ho preso uno per l’altro e così via.
ma se vuoi rimborso la spesa.
Non è una questione di soldi, rispondevo, è una questione di forma verso l’azienda e verso i colleghi che non fanno come te, non sbagliano mai telefono quando chiamano per i fatti loro.
Se capitava il giro lungo, andavamo anche sino a Genova, ovviamente si rimborsava anche il pasto purchè il ristorante non avesse le tre stelle Michelin.
Insomma si cercava di usare il buon senso e di limitare i paraculi, che ci saranno sempre. Tutto questo dipende dal manico, come piace dire a me, se trovi un capo rompiballe come me il vizio di telefonare con il cellulare della ditta lo perdi in pochi mesi, altri lasciano andare.
C’era anche di peggio in una concessionaria dove avevo lavorato in precedenza.
Come tanti sapranno i venditori di auto hanno tutti il telefono fisso sulla loro scrivania, ognuno di loro ha la sua linea alle volte interna tramite centralino altre volte diretta.
C’era un venditore già di una certa età che aveva una sorella in Liguria e tra le chiamate alla sorella e quelle che faceva da gennaio in poi per prenotare le ferie estive, si parla di ore ed ore al telefono con agenzie o con i padroni di casa vacanze, spendeva una cifra.
Il titolare era abbastanza di manina corta ma poco furbo, si lamentava delle spese telefoniche e nello stesso tempo se la faceva fare sotto al naso finchè un giorno non si rivolse a me, ero bravo ad incrociare spese ricavi flussi, e mi chiese di vedere come mai spendevamo così tanto di telefono. Per un tipo che per risparmiare non chiamava nemmeno la moglie era una sofferenza.
Mi feci dare le bollette e nel giro di un paio d’ore gli diedi l’elenco dei dipendenti con il riepilogo delle spese per telefonate private, che esulano dal lavoro. La cosa è molto semplice anche perchè di solito chiamano sempre gli stessi numeri, insomma se stai vendendo una macchina ad una persona non gli telefoni venti volte al mese.
Detto questo non mi è mai capitato di vedere nelle richieste di rimborso spese un barattolo di Nutella o un libro che tratta la Mignottocrazia.
E’ una questione di forma, di etica, di costume, di educazione.
Ma non facciamone un problema di Stato, non facciamoli passare per delinquenti è il classico modo di prendere le cose all’italiana.
Fare i furbi, applicare le regole a spanne, sentirsi migliori degli altri come quando freghi il parcheggio dell’auto a chi era in attesa.
Fermarsi in seconda fila con le 4 frecce accese credendo di sparire, insomma i piccoli soprusi e le meschine furbate per le quali noi italiani siamo celebri nel mondo.
Comunque torno a dire che, secondo me, il problema è sempre nel manico ed è per questo che io ritengo responsabile chi controlla, chi decide, chi comanda.
Non mi piaceva passare per fesso, molti non si rendevano nemmeno conto che la telefonata extra sarebbe stata rintracciabile e credevano di esser furbi. Non era una questione di soldi ma di principio, di rispetto per l’azienda e per i colleghi che non avevano il cellulare aziendale, ed è per questo che quando controllavo le bollette li chiamavo in ufficio per richiamarli all’ordine.
In piccolo, molto in piccolo, sono gli stessi controlli di routine che, si dice, dovrebbe fare la Banca d’Italia sui movimenti delle altre banche.
Qualcuno mi accusava di essere un comunista ma fascista nel lavoro, c’era un ispettore di casa madre che godeva nel definirmi così, diceva nel lavoro sei un fascista come me. Non so cosa intendesse dire perchè io facevo il mio dovere, non ho mai protetto i fannulloni ed ho sempre sputtanato i paraculi per rispetto mio, dell’azienda e dei colleghi. Niente favoritismi.
Detto questo ho sempre preferito guadagnarmi e farmi adeguare lo stipendio in base ai risultati e non alle furbate delle tre carte.
E’ solo una questione di mentalità. Diciamo che, come capo, verrei definito dal 90% degli italiani un rompicoglioni.
Gli stessi che si indignano dei rimborsi spese dei politici e magari fanno la piccola cresta nei “loro” rimborsi spese.
Quelli che si lamentano quando gli “altri” parcheggiano in seconda fila.
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