Io Ballarò, e tu mi vedrai

Creato il 22 aprile 2011 da Ilpescatorediperle
Per il suo nono compleanno, Ballarò martedì ha mandato in onda un video celebrativo. A parte l'autoreferenzialità, a guardarlo si capisce una cosa: gli ospiti, che rappresentano la classe politica del nostro paese, non sono cambiati in 9 anni. La maggioranza è la stessa di 9 anni fa, così l'opposizione. In realtà qualcuno di nuovo è stato invitato (il video mostra fugacemente Debora Serracchiani). Ma il fatto che i momenti salienti del programma, scelti dagli stessi autori, siano quelli dove compaiono i soliti noti è già di per sé una prova dell'immobilismo della classe dirigente: un immobilismo che è prima di tutto nella nostra mente. Non c'è ricambio perché non ci aspettiamo che ci sia. Come dice Pippo Civati nel suo ultimo libro: "Care ragazze, cari ragazzi, occupatevi del paese, perché il paese non si occuperà di voi."

Sono due le cose che mi colpiscono (negativamente) di più di Ballarò. La prima, sono i patetici tentativi dei politici di non ridere alle battute di Crozza a inizio trasmissione. In special modo, i politici di centrodestra. A volte si nota persino che stanno ridendo, ma non appena la telecamera li inquadra, virano sull'indignato. Nella scorsa puntata, il pezzo di Crozza finiva con la tesi che l'unica cosa su cui destra e sinistra sono d'accordo sono le indennità dei parlamentari (cioè le loro). In effetti, mentre Crozza snocciolava alcuni dati al riguardo (credo non del tutto corretti, credo ad arte) si è levato un coro unanime di non è così, non è vero, da Letta a Cota. Ci sono cascati, insomma. Ecco, non so se una persona seria dovrebbe sottoporsi a questa pagliacciata.La seconda cosa rilevante è la claque. Una trasmissione seria di approfondimento dovrebbe fare a meno della claque, o comunque avere un pubblico muto. Il risultato è che si pesta il pedale della retorica roboante, si ottengono applausi, guadagnando per un momento la medaglia della persuasione, e subito dopo l'avversario ottiene la stessa cosa. Così si rimane al punto iniziale, ciascuno nella sua tifoseria, senza possibilità non solo di cambiare idea ma di capire meglio come stanno le cose (non c'è mai accordo nemmeno sui dati statistici di Pil, disoccupazione, ecc.). E' quel che accade anche fuori onda, sempre che, ormai, esista un fuori onda.Se infatti per un istante, da queste scene da talk-show (che forse sarebbe più giusto chiamare scream-show o qualcosa di simile: più che parlare, si urla e si inveisce), si passa alle immagini del Parlamento italiano di questi tempi, è fin troppo facile concludere che esso è diventato quello spettacolo: un continuo Ballarò di applausi, parole in libertà, frastuono. La politica è entrata nello studio di Ballarò (e di Porta a Porta, e di Annozero ecc.) e non ne è mai più uscita. La copertina alla Crozza, il ruolo del battutista ridanciano, ce l'ha il Presidente del Consiglio (Crozza è meglio). Forse sarebbe più utile farsi una camminata a piedi nel vero Ballarò, il mercato palermitano, e vedere come vivono le persone. E' anche una metafora, ovviamente.da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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