Quarant'anni e sento ancora stringere il petto e fatico a ricacciare indietro le lacrime.Quella notte sei diventata il mio angelo, ma io cieca di dolore ci ho messo anni a capirlo.Quando finalmente fui pronta ad accettare la tua mancanza (passarono quasi cinque anni!), cominciai a rivederti nelle piccole cose e nei ricordi dolci che riaffioravano quando meno me l'aspettavo.Un prato fiorito di nontiscordardime, una viola del pensiero lasciata davanti a una Madonnina in un capitello di campagna. Una fioritura di genzianelle blu come i tuoi occhi o il profumo dei mughetti che associavo all'odore del pane che impastavi per merenda e facevi cuocere velocemente sulla piastra della cucina.Nei momenti importanti ci sei sempre stata. Vicina. Come avevi detto tu. Sono riuscita a vederti e perfino a sentire il suono della tua voce. Eri vicino a me quando sono nati i miei figli.Nei momenti di difficoltà mi sembra ancora di sentire il tuo respiro vicino a me e a volte mi pare quasi una carezza sulla nuca.Mia figlia porta il tuo nome. Come ti avevo promesso. Ti somiglia nei piccoli gesti che non può aver copiato da te e che ha sempre fatto, come quel modo particolare di incrociare le mani quando si siede sul divano e si rilassa per un po'.
C'eri, quando sono entrata in sala operatoria e non c'era nessun altro. Ti ho vista lì su una sedia fuori dalla porta e quando ne sono uscita eri ancora lì e mi hai detto "Adesso vado a riposarmi un po' e poi darò un'occhiata ai tuoi figli" E' stato allora che ho pianto singhiozzando di felicità e ti ho biascicato un "grazie" col tono di voce più alto che potevo...Ci sei ancora, qui vicina. Mi guardi con quel tuo sorriso e, stranamente, mi dici "Su, dai. E' la tua vita. Non mollare, devi farcela."Quarant'anni e siamo ancora qui. Io che sono sempre la nipote e tu la nonna adorabile che raccontava le favole, le tue favole a volte dolci e a volte mostruose. Tu che raccontavi la tua vita non facile ma affrontata sempre col sorriso e una grande fede non solo cristiana, ma anche nell'Amore dell'Universo.Quella notte di quarant'anni fa il dolore per la tua perdita mi ha straziata ma adesso so che mi ha resa Donna. Capace di reggere le avversità e di affrontare le tempeste.Quella vigilia di Natale tristissima in cui ho preparato l'albero e il presepe con la mia famiglia dopo averti accompagnata al cimitero ce l'ho scolpita dentro il cuore e per anni mi è sembrata un peso.Adesso, dopo tanto tempo, il peso si è allentato leggermente per lasciare il posto alla consapevolezza che non ti ho persa. Sei sempre qui con me.Grazie per essere il mio angelo speciale.