NFE/1.0
Prima pagina - Google News
http://news.google.it/news?pz=1&ned=it&hl=it
it
news-feedback@google.com
©2014 Google
Sat, 22 Mar 2014 20:42:04 GMT
Sat, 22 Mar 2014 20:42:04 GMT
Le librerie che chiudono sono purtroppo uno delle tante tristi immagini che la crisi ha portato con sé e la città di Napoli non si sottrae a questo fenomeno che sa di sconfitta per la nostra immensa e preziosa cultura. Sembra proprio che dei libri non importa più di tanto ormai, eppure un libro può anche cambiare la vita, facendoci crescere culturalmente, spiritualmente, umanamente. E con buona pace degli e-book, il fascino di un libro cartaceo è immortale con quella gioiosa sensazione nell’annusare il profumo delle sue pagine.
Al Vomero, storico quartiere collinare di Napoli, molte librerie sono fallite, ma quasi sempre da un grande fallimento può nascere qualcosa di buono e di originale e quasi sempre la rinascita coincide con la ribellione, quella pacifica e civile dei vomeresi verso chi, in virtù di un’epoca ipertecnologica, dominata dai videogiochi, da facebook, da twitter, e da altri social network, ha ritenuto opportuno eliminare una delle sorgenti più belle che abbia una natura diversa da quella virtuale. Nasce così, nel cuore di Napoli, per volere dei cittadini che rifiutano l’idea di dover vivere nel loro quartiere senza librerie, la libreria di tutti, la libreria “Io ci sto”, a dimostrazione che se il popolo alza la voce, può ottenere ciò che vuole, soprattutto quando è un suo diritto.
I napoletani non sono solo un popolo ubriaco di calcio, come si potrebbe pensare, complice un’approssimativa immagine della città che spesso ci forniscono i media, quante volte sentiamo dire <<A Napoli si vive solo di calcio>>, <<A Napoli il calcio è tutto>>, sottintendendo come i napoletani affidino le loro speranze ed il loro riscatto ad una squadra di calcio. Ma Napoli è ben altro, la città che lo scrittore AngeloForgione ha acutamente definito baciata da Dio e stuprata dagli uomini (titolo di un suo libro), è la culla della civiltà europea, come ha indicato l‘UNESCO, fonte di una cultura trimillenaria immesa, che conserva tutta la sua identità, basti pensare che la secondo lingua parlata in Italia, dopo l’italiano naturalmente, è il dialetto napoletano. Qui sono nati Totò, Mastriani, Viviani, Filangieri, Basile, Bruno, Pergolesi, Mercadante, Cimarosa, Jannelli, Scarlatti, il teatro dei De Filippo, conosciuto, esportato ed amato in tutto il mondo; qui è ospitato il teatro più antico d’Europa, il San Carlo; il patrimonio artistico- archeologico e monumentale-ambientale, ne spiega l’attrattiva turistica, ancora molto viva.
I cittadini partenopei stanno onorando la loro storia con questo progetto, al quale, per il momento, hanno partecipato circa trecento persone, ideato da Ciro Sabatino, che a molti potrà sembrare folle, ma dà una spinta a credere nei sogni e na preservare l’amore per i libri. Per aderire basta poco: una quota associativa annua, e la voglia di continuare ad aggirarsi tra gli scaffali per trovare il libro adatto ai propri gusti ed esigenze.
La libreria ad azionariato popolare è stata inaugurata lo scorso 21 luglio, in via Cimarosa 20, a pochi passi da Piazza Fuga, e l’evento, a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche il presidente della municipalità Mario Coppeto, alcuni commercianti dell’Associazione Vomero Commercio & Cultura ed ex dipendenti di Fnac, librai ed editori, ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico.
Che il modello “Io ci sto” faccia tendenza anche in altre città? Lo si spera.