Io Confesso – John Grisham

Creato il 27 gennaio 2011 da Ferdori

Leggere John Grisham è come tornare a casa dopo una giornata di lavoro, sai già, prima ancora di metterti in viaggio, cosa ti aspetta.

Poche sorprese insomma, ma non necessariamente ciò comporta un giudizio negativo.

Se piace lo stile e piace il genere, allora un nuovo libro di Grisham costituisce il porto sicuro dove passare qualche ora in relax vivendo un’avventura e ricaricando le batterie in previsione di letture più impegnative.

Un po’ come un appassionato di cinema d’essai che ogni tanto si guarda un thriller senza impegno.

La struttura è all’incirca sempre la stessa: una parte di presentazione con una situazione già in corso, l’apertura contemporanea di alcuni scenari diversi che poi finiscono col confluire, i vari retroscena e a seguire, dopo aver chiarito e raggruppato tutti i vari aspetti, una narrazione che prosegue con vari colpi di scena.

Capita che alcuni di essi siano attesi, specie quando la storia sembra essere giunta al termine e mancano ancora tante troppe pagine, mentre altre volte risultino imprevedibili, lasciando aperte le porte a sviluppi che possono essere sia positivi che negativi a seconda del caso.

Bravo l’autore nel creare quel feeling tra personaggi e lettore, il quale viene emotivamente coinvolto e portato naturalmente a schierarsi.

A differenza di altri autori tanto di moda ultimamente, vedi Dan Brown, i libri di Grisham hanno meno effetti speciali e meno storie inverosimili.

Non esiste infatti un personaggio a cui è stata amputata una mano (leggasi Il simbolo perduto) e che nonostante ciò risulti essere in piena forma trascorse poche ore dal fatto traumatico, così come non ci sono quasi mai quelle coincidenze misteriosamente opportune che fanno proseguire un racconto nato male.

Insomma, i libri di Grisham stanno a quelli di Dan Brown come La parola ai giurati sta a Indiana Jones.

Questo per chiarire i generi e le opinioni personali.

E’ pur vero che, come dicevo prima, lo schema è abbastanza ripetitivo, ma essendo racconti di storie verosimili, questo tipo di coerenza stanca meno che in altri casi, ad esempio le storie di Stephen King.

Chi dopo aver letto i suoi primi 20-30 libri non ha avuto quella brutta sensazione di minestra riscaldata?

Quasi tutti direi, ma ciò è dovuto anche al fatto che le storie hanno sempre quel qualcosa di soprannaturale che alla lunga, essendo scollegate dalla realtà di tutti i giorni, risulta ripetitivo, prevedibile e di conseguenza stancante.

Apro e chiudo una parentesi: mi dicono che l’ultimo libro di Stephen King Notte buia niente stelle sia un ottimo ritorno alle origini, verificheremo a breve con entusiasmo ed aspettative.

Le storie di Grisham sono invece basate sulla realtà e sono piene avvocati, giudici, procuratore e cavilli legali degni del miglior Hitchcock.

Un ottimo momento di relax quindi.

Entrando nello specifico della storia qui raccontata, una delle cose che più saltano in evidenza è la manipolazione della realtà e la pienezza di sè di alcuni personaggi istituzionali che dovrebbero per coerenza e tipologia di servizio verso la comunità, tenere un comportamento più puro e corretto possibile.

Invece pur di assecondare le proprie aspettative e pur di non tornare sui propri passi, finiscono col fare danni a volte irrimediabili.

Ho trovato diverse analogie tra i personaggi di questo Io confesso e i falchi dei vari governi così come vengono raccontati nell’ultimo libro di Ken Follett La caduta dei giganti.

Anche lì molte cariche istituzionali al momento di fare un passo indietro per evitare problemi gravi (in quel caso la prima guerra mondiale) hanno invece inasprito le proprie posizioni alzando la voce e aumentando sempre più la posta in gioco fino al raggiungimento del punto di non ritorno.

Purtroppo sempre più spesso queste cose accadono anche nella realtà e non sono solamente vicende all’interno dei libri, basta vedere la politica degli ultimi anni con gli scontri frontali e schieramento di forze a dispetto dell’analisi dei fatti.

Questo atteggiamento pieno di supponenza da parte di chi è preposto alla salvaguardia del bene comune, finisce per avere conseguenze tragiche per la povera gente mescolando ambizione, fame di potere, problemi razziali e molte altre cose.

Un libro non imperdibile, come del resto tutti i libri thriller o pseudo tali, ma un libro onesto, scorrevole e coinvolgente.

Tempo di lettura: 12h 07m



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