Magazine Diario personale

Io conosco poeti che spostano fiumi con il pensiero

Da Iomemestessa

Quando mi pervenne la richiesta, quest’estate, pensavo fosse una bufala. Che iome, nel fondo, resta un’ingenua.

Scopro invece dal corriere online che si tratta di una professione remunerativa e con parecchio futuro.

I prezzi, almeno al Nord Ovest, almeno da quel che mi commentarono quest’estate sono, per un lavoro di qualità, ben più alti.

Anticipo le riserve di natura legale. Tutto ciò è legale, legalissimo. In fondo altro non è che ghost writing. L’unica cosa punibile è l’eventuale plagio, e manca anche che per un plagio uno paghi un migliaio di Euro.

E lasciamo un attimo sul fondo le riserve morali, che pure sono parecchie. Non tanto, a mio vedere, dal punto di vista del consulente, cui, alla fin fine viene commissionato un lavoro, legale, che svolge, legalmente al meglio delle sue possibilità. Non sto dicendo che l’operazione profumi di sapone di marsiglia, ma si vede ben di peggio in giro in questi anni sciagurati.

E dimentichiamoci un attimo dell’atto di profonda slealtà da parte dello studente, nei confronti di se stesso e del sistema, argomento su cui, al limite, varrebbe la pena fare un post a sé. O sulla famiglia dello studente, che, pare probabile, foraggia monetariamente detto comportamento.

Insomma, stendiamo una bella trapunta, spessa, su tutto e tutti.

Ma un interrogativo resta sullo sfondo.

Com’è possibile che un docente universitario, davanti ad un lavoro di tesi svolto da uno studente non particolarmente brillante (che gli studenti brillanti non necessitano questi mezzucci, e soprattutto, difficilmente ripiegano su tesi meramente compilative che fruttano poco punteggio) non si avveda che quel lavoro è frutto del lavoro di un collega, o comunque di un professionista altamente qualificato?

A parte la terminologia e l’impostazione, c’è proprio un problema di fonti e di bibliografia. Perchè se è vero che qualche spunto iniziale lo fornisce il docente, poi, per fare un lavoro appena degno, occorre integrare e per l’integrazione attingi dalle tue fonti di conoscenza.

Ecco perchè, in fondo, la sensazione, sgradevole, è che questo sia tutto un teatrino, e che sia sotto gli occhi di tutti l’astuzia come l’abuso. E che anche il docente sia in fondo correo. Per colpa, se sa e non denuncia. Per ignavia, se svolge il suo ruolo di relatore da mezzogiorno alle due, senza manco leggere quel che gli viene consegnato.

In ogni caso, vien da aggiungere, è l’ennesimo comportamento, legalmente ammissibile, ma moralmente riprovevole, che va ad aggiungersi al teatrino di un’Italia sempre più scollata dal decoro e dalla decenza.


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