Io e Julia: Amore e Guerra

Creato il 21 febbraio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Maria Veronica 21 febbraio 2014 teatro, vedere Nessun commento

Calano le luci del Teatro Libero di Milano e con Io e Julia si apre il sipario sulla vita di due donne che raccontano la loro amicizia ai tempi del Nazismo. Siamo nella Berlino di fine anni ’30 e Lillian (Monica Faggiani) e Julia (Cinzia Spanò) si incontrano nuovamente dopo tredici anni di buio. Su un pannello vengono proiettati gli istanti prima dell’appuntamento, con una Lillian sognante sul treno. Poi, sul palcoscenico l’incontro tra le due donne, in una locanda berlinese. Un tavolo, due sedie e un’enorme valigia, quella che porta Lillian e dentro la quale non ci sono solo dei soldi ma anche i pensieri e i sentimenti che hanno accompagnato la lunga pausa tra di loro. Julia è una donna forte, dura, che pare avere una corazza di legno a proteggerla da qualsiasi romanticheria. Di legno come la gamba che si è trovata al posto di quella vera dopo una cascata di bombe nel quartiere dove abitava. Lillian sembra un’anima tenera e romantica, come l’aspetto che si ritrova. Una donna che in passato non avrebbe mai affrontato un pericoloso viaggio in treno per trafugare cinquantamila dollari, destinati ad acquistare la merce più cara: la vita umana. «So che non ti piace aver paura e che dunque l’affronti», dice Julia. È lei che si oppone strenuamente alla dittatura nazista, mettendo al servizio della causa tutta se stessa e il suo ingente patrimonio; Lillian, ritrovata la sua compagna, desidera solo portarla via con sé e riprendersi tutto ciò a cui entrambe hanno dovuto rinunciare. Le due donne sembrano eroine dei loro giorni, ma «non servono eroi», sottolinea Julia. «Servono uomini e donne. Più donne». E ancora lei aggiunge: «Gli uomini non riescono a concepire che se puoi partorire un soldato, allora puoi essere anche un soldato».

Quest’incontro sarà l’ultimo, prima che le loro strade si dividano e siano oscurate dall’ombra della guerra. «Ci sono cose che non vanno d’accordo. Cose come amore e guerra». Lo spettacolo, diretto da Massimo Navone, lascia un senso di amarezza e di profondo svuotamento. Nonostante la grande amicizia tra le due donne, un amore quasi saffico alla fine, la Seconda guerra mondiale è protagonista. Lillian e Julia non smettono di parlarne nella taverna di Berlino e trasmettono un senso di distruzione che nemmeno il forte sentimento che le unisce riesce a superare. L’interpretazione delle due attrici, Monica Faggiani e Cinzia Spanò, è stata intensa ed era eccezionale il loro affiatamento. Sono riuscite sul palcoscenico a rendere la debolezza romantica della prima e la rabbia ed intraprendenza della seconda. La pièce scritta da Patricia Conti è liberamente ispirata al romanzo autobiografico Pentimento della nota drammaturga statunitense Lillian Hellman (1905-1984). Autrice impegnata, Hellman ha sempre fatto del suo teatro (ricordiamo almeno The Children’s Hour del 1934 e The Little Foxes del 1939) e dei suoi scritti un atto di denuncia sociale e politica nonostante le persecuzioni di cui fu vittima negli anni del maccartismo. Io e Julia è dunque una storia vera che Lillian Hellman dedica all’amica ritrovata e, di nuovo, perduta; un legame intenso che si intreccia carnalmente con la vita e con l’arte dell’autrice americana. Infine, non possiamo dimenticare il bellissimo Giulia (Julia), film vincitore di tre Oscar girato nel 1977 da Fred Zinnemann ed interpretato da Jane Fonda (Lillian) e Vanessa Redgrave (Julia).

Fotografie di Alessandra Cirillo


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