Un casco di banane si vende sul mercato a 400 RF, circa 50 c di euro. Per 20 caschi al giorno, il mio obiettivo attuale, si guadagnano 8000 RF, 10 euro che moltiplicati per 30 danno 300 euro al mese. Forse da voi non sono molti, ma qui sono una somma enorme. E a questo punto viene il bello. Perché, vedete, io non sono di quei padroni che fanno i comunisti e poi trattano i dipendenti a frustate e gli mettono la microcamera nel cesso per vedere se perdono tempo. Questi 300 euro io li divido in parti uguali: 100 euro a me e 100 ciascuna alla mano d’opera. E’ comunismo puro e duro, un kolkhoz, un kibbutz. Infatti, quando ho assunto le donne, ho detto: “Non siete mie dipendenti, siete mie socie. Io ci metto il capitale, voi la mano d’opera (non gli ho detto che il capitale non mi era costato un ghello). O decolliamo insieme o affondiamo insieme.” L’interprete ha tradotto “socie” con “sorelle”, così mi hanno abbracciato e baciato.
Forse chiederete “ma come fai a controllare dove vanno i soldi?” Semplicissimo, di ritorno dal mercato le socie devono portare i soldi al contabile del fratello di mia suocera. Se hanno venduto più di 20 caschi, il bonus è tutto per loro. Se hanno venduto meno, le licenzio a meno che non abbiano una buona scusa. Alla fine del mese l’amministratore divide il ricavato in 3 parti uguali: una per me e una per le socie, se va bene 100 euro ciascuno. Basta guardarle in faccia per capire che si sentono milionarie.
Dragor