Io e te di Niccolò Ammaniti

Da Leragazze

Adesso basta davvero.
Già dopo aver letto Che la festa cominci mi ero ripromessa che non avrei più letto libri di Niccolò Ammaniti. Non so perché io abbia ceduto. Forse mi sono lasciata tentare dalla brevità del racconto o dallo sconto che facevano su Amazon. E’ certo però che cercherò di non ricascarci.
I libri di Ammaniti hanno sicuramente il merito di avere una scrittura fluida e scorrevole, ma a volte questo non è sufficiente per fare di un romanzo un buon romanzo. Dopo i primi due, Io non ho paura e Ti prendo e ti porto via, la storia, brutta e un po’ sfigata, raccontata nei due libri successivi (Come dio comanda e, appunto, Che la festa cominci) non viene ripagata dalla fluidità della lettura. L’ambientazione squallida in tristi sobborghi e i personaggi miseri e malinconici ti trasportano in un mondo così cupo che per quanto la lettura possa scorrere, questo non alleggerisce di certo il libro.

Tanto che mi chiedevo perché mai Ammaniti si ostinasse ad ambientare le sue storie in luoghi così angoscianti… Un bell’appartamento ai Parioli no?

Sembrava avermi preso in parola visto che Io e te proprio lì si svolge. Quartieri alti, protagonisti della borghesia romana… e vai! stavolta abbiamo cambiato genere!
E invece no! Perché Lorenzo, il protagonista è un quattordicenne un po’ problematico, affetto da disturbi sociopatici; per tranquillizzare la madre in merito alla sua (inesistente) vita sociale le racconta di essere stato invitato da alcuni compagni di classe in settimana bianca a Cortina. E da questa bugia non riesce a uscirne, per cui, per fingere di essere partito è costretto a sparire per una settimana, e si rifugia quindi nella cantina del suo palazzo. Ammaniti proprio non ce la fa: riecco l’ambientazione lugubre che fa capolino anche nella Roma “bene”. Lì, per strane circostanze, Lorenzo verrà raggiunto da Olivia, la sua sorellastra maggiore, semi sconosciuta, che con i suoi problemi riesce, in maniera peraltro piuttosto ingenua dal punto di vista narrativo, a far uscire Lorenzo dal suo bozzolo.

Alla fine del libro una nota biografica proprio su Olivia ci fa venire il dubbio che sia un personaggio reale. L’unica curiosità che mi ha suscitato il romanzo è stato proprio verificarlo.

Per riassumere: un libro da evitare. Almeno se avete più di 14 anni. A mio figlio, di poco più piccolo, è piaciuto abbastanza. E questo è il massimo che Ammaniti può pretendere dalla nostra famiglia.



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