Mi parla di target, di idee, di novità, usando esattamente queste parole.
Sono ovviamente sorpresa e stupita e mi diverte molto il fatto che debba eseguire un simile compito.
Durante la cena a tavola, mio marito ed io raccontiamo come sia cambiato il modo di comunicare o invitare all'acquisto da quando lui ed io eravamo piccoli.
In particolare il modo di fare slogan, di descrivere un prodotto.
Inevitabilmente siamo finiti col parlare di Carosello.
Quelle di voi che che come me sono nate negli inossidabili anni sessanta ma anche ai primissimi settanta, sanno di cosa parlo: quel religioso momento che siglava la fine della giornata di noi bambini, perché dopo Carosello c'era solo il letto, ma durante era il divertimento della serata.
In una rutilante cavalcata dei ricordi interrotta solo dalle risate, mio marito ed io abbiamo riportato in vita Calimero, Jo Condor, El Dindondero, Carmencita, l'incazzosa e spassosissima Linea, Mariarosa ognicosasaifartu, la famiglia degli Incontentabili, l'uomo in ammollo, Ciccicu Ciccicupeppè, Ringo e le sue avventure in rima, il brutale guanto borchiato di Petrus e la Dolce cara mammina, i fiori che spuntano dalla bocca ed il meraviglioso Ippopotamo parlante che anche se in bianco e nero, io vedevo rigorosamente rosa.
E ancora e ancora, con tutte le loro sigle, ricordate perfettamente in ogni nota e parola.
Potere della pubblicità!
Dal parlarne a passare su Youtube per guardare questi spot insieme a mia figlia è stato un attimo.
Credevo che fossero datati, che la loro forza stesse solo nel mio ricordo e nel divertimento per personcine semplici come eravamo allora, invece ho osservato Alice sorridere e desiderare di guardarne altri, facendomi domande su domande, curiosa di quegli anni per lei così lontani.
Perché alla fine di 40 anni passati attraverso un tubo catodico si tratta.
Così fortemente cementati nella memoria da travolgermi con un sentimento di struggente malinconia che per qualche minuto mi ha chiuso la gola.
E voi siete figlie del rito "a letto dopo Carosello"? Qual era il vostro indiscusso preferito?
Visto che tutti i miei amici che seguono questo blog dicono che faccio ricette troppo complicate.
Non capisco proprio il perché. Se mi dite che sono ricette che magari richiedono un po' più di tempo e di preparazione, magari posso essere d'accordo, perché se c'è un blog che fa cucina semplice, quello è proprio il mio.
La cucina ha bisogno di tempo, di predisposizione mentale.
Si può cucinare un uovo al tegamino ed un filetto alla Wellington ma per entrambi bisogna aver voglia di farlo.
Pretendere di cucinare meraviglie senza aver voglia di farlo, senza metterci la testa ed il cuore, è come partire per un viaggio e dormire tutto il tempo.
Che senso ha?
Ingredienti per 4 persone
350 g di spaghetti
5 belle zucchine fiore
1 porro
1 mazzetto di menta fresca
4 cucchiaini di pistacchio in polvere
150 g di ricotta secca
Olio extravergine Spello DOP Umbria Colli Assisi Spoleto
sale - pepe
Mettete a bollire l'acqua in una capiente pentola e salatela.
In una larga padella scaldate 3 cucchiai d'olio extravergine e fate passire il porro tagliato a fettine sottili anche nella parte verde e girate spesso fino a che non sarà bello morbido. Non fatelo bruciare, se necessario aggiungete un mestolino di acqua di cottura. Ci vorranno c.ca 5 minuti.
A questo punto aggiungete le zucchine affettate sottilmente a rondelle.
Alzate leggermente la fiamma e fate cuocere per altri 5/6 minuti.
Le zucchine devono restare croccanti.
Salate durante la cottura.
Buttate la pasta e fate cuocere secondo il tempo di cottura sulla confezione.
Scolate la pasta tenendo un po' di acqua di cottura. Versatela nel condimento di zucchine e saltatela un attimo con la ricotta grattugiata in precedenza.
Impiattate e spolverate con il pistacchio, decorate con le foglioline di menta e finite con un generoso filo d'olio extravergine.