Io, intanto, flirto con un flipper

Creato il 25 settembre 2010 da Lucas

Prima che il videomessaggio di Fini mandi in tilt tutte le connessioni, tutti i collegamenti, tutti i siti, come un flipper che va in tilt, perché per me in tilt ci vanno e ci andranno sempre e solo i flipper quelli vecchi, meccanici, anni sessanta, settanta dove mettevi cinquanta lire e se lo sbattevi troppo forte per non far andar la pallina d'acciaio in buca, ecco, andavano in tilt, vorrei dire una cosa veloce veloce, non su Fini, né su Berlusconi (il quale si sta già mettendo una mano davanti e una dietro), vorrei dire, insomma, che a me sentire Alfonso Berardinelli e Piergiorgio Bellocchio dire quello che dicono alla Nicoletta Tiliacos de Il Foglio non mi torna per nulla, ma per nulla. Ascoltiamoli un pezzo:
«Quella sinistra, secondo Bellocchio e Berardinelli, non solo non avrebbe salvato l’Italia, ma non sarebbe riuscita a salvare nemmeno se stessa: “La smania d’aggiornamento, la corsa all’adeguamento di molta cultura comunista fa un effetto grottesco. Come una donna tutta casa chiesa famiglia che a cinquant’anni improvvisamente scopre il piacere del sesso libero. Anzi, il dovere”. Lo scriveva Bellocchio nel saggio “Il recidivo”, lo stesso in cui notava che “non ha nessun senso che gli Editori Riuniti pubblichino Joseph de Maistre”, visto che “nessuno pretenderebbe dalle Edizioni Paoline la pubblicazione di Diderot o Sade”, ma sosteneva anche che “la borghesia non è mai stata tanto peggiore come da quando flirta con le idee di sinistra”. Era il secondo numero di Diario, quello che si apriva con “La Repubblica: un club esclusivo, ma di massa”, dove Berardinelli identificava nel giornale fondato da Scalfari il prototipo di una tendenza culturale trionfante, bisognosa di un pubblico “che teme ossessivamente la vergogna dell’esclusione e del declassamento”. Di Repubblica, Berardinelli criti cava “il ruolo edificante, consolatorio e pastorale”, e la promozione di un grottesco “snobismo di massa”. E se Bellocchio continua a pensare che “alla base della rovina della sinistra italiana c’è la Repubblica”, Berardinelli aggiunge: “La sinistra che avevamo sotto gli occhi era ipocrita. La sua élite e parte del suo elettorato non erano più di sinistra, ma andavano a caccia di privilegi e di sublimazioni. Penso a Occhetto che alla domanda su quali libri leggesse, rispondeva: soprattutto libri Adelphi”». 
Mi sembra di sentire, così a colpo d'occhio, come un discorso risentito che accusa di risentimento una certa parte della cosiddetta sinistra, o della borghesia che guarda con acume alla sinistra, al laicismo. Ma cosa diamine (non ho detto cazzo) vorranno, ce lo spieghino per benino, io non difendo certo per partito preso la Repubblica, Eco, Adelphi e certi meccanismi culturali, ma che ridiamine (non ho ridetto cazzo) perché non mettono le dita negli occhi a chi lo mette davvero nel culo (non ho detto didietro) agli italiani e non a queste quisquilie e al loro Diario e al loro "ma come noi siamo stati davvero bravi e lungimiranti, guardatemi bene, io che dico che Orwell è uno dei massimi intellettuali e scrittori del Novecento e che ora mi trovo a scrivere editoriali per uno che se Orwell vedesse m'infilerebbe lui le dita negli occhi".
«La borghesia non è mai stata tanto peggiore come da quando flirta con la sinistra», già. Ma loro, i Bellocchio e i Berardinelli preferiscono che siano stuprati e la sinistra e il popolo così si ergono a paladini, a difensori del dopo stupro. Ma possibile che non abbiano loro imparato, loro, che ce l'hanno detto e ridetto a noi che gli abbiamo creduto, seguendo di fatto la lezione pasoliniana, che l'italiano «è il popolo più analfabeta [con] la borghesia più ignorante d'Europa?». E per una volta che una piccola parte di borghesia si è fatta consistente, ma non maggioritaria, loro si piangono addosso e rimpiangono il peggio del peggio come se già il peggio del peggio di fatto non trionfasse. E spezzatelo voi allora questo blocco sociale clerico-fascista se ci riuscite! Perché se non avete ricette (o ricotte) certe e diverse allora non fate altro che sperare che tutto rimanga immutato, affinché voi possiate mostrare le vostre anime belle e lungimiranti che scrivono in pantofole sui giornali dei padroni.

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