Io, la scrittura e il resto del mondo

Da Anima Di Carta

Il mago Wiz di Johnny Hart e Brant Parker


Prendo spunto da Chiara che in un post recente ha raccontato di come si rapportano alla sua scrittura le persone che la circondano. Condivido la sua premessa: questa passione ci mette in una condizione particolare, non sempre capita, non sempre approvata, spesso fraintesa. Ciò nonostante abbiamo bisogno del sostegno di chi condivide e comprende la nostra mania scrittoria. D'altra parte, se così non fosse non avremmo un blog per parlarne, no?

Il mio laboratorio segreto


Le riflessioni di Chiara mi hanno portata a interrogarmi non tanto su come vive il resto del mondo il fatto che io scriva – cosa che mi interessa fino a un certo punto – quanto piuttosto su come mi rapporti io con il resto del mondo su questo.
Devo dire che per natura non sono portata a parlare spesso di quello che scrivo, anzi. Concepisco la scrittura come una faccenda molto privata, da tenere al riparo da sguardi indiscreti. Quando ho in corso un romanzo mi comporto come uno scienziato pazzo che si rifugia in cantina per i suoi esperimenti, chiudendo la porta con un lucchetto e mantenendo il riserbo sulle cose bizzarre che vi accadono. Per me è così: ho bisogno di elaborare la storia dentro di me, difficilmente riesco a parlarne con chi mi circonda. Mio marito ormai si è rassegnato alle laconiche risposte che do a domande come: “Di che parla questo romanzo?” e sue varianti.
Resto sconcertata quando sento dire che alcuni autori condividono fin dalla prima pagina i loro scritti con i beta-reader o addirittura regolano le svolte della trama in base a consigli esterni. Non credo potrei mai riuscirci: sarebbe come aprire ai visitatori il laboratorio e mettere a repentaglio il delicato equilibrio in cui si trova. Potrebbe perfino esserci un'esplosione!

L'ambiente protetto del blog


Ma allora, come la mettiamo con il fatto di scrivere un blog? In effetti, fin da subito è stata una novità per me, un campo inesplorato. Scrivere post come quelli sugli errori o sull'ultimo romanzo è stato strano, ma sono contenta di averlo fatto. Anzi, ogni commento che ricevo in post così personali, mi stupisce moltissimo!
Ancora oggi ho difficoltà a parlare delle mie storie, ma ho avuto modo di sperimentare quanto sia bello condividere con qualcuno ciò che succede nella “cantina”. Credo che frequentare on-line persone per parlare di scrittura sia diverso rispetto a ciò che accade nella vita reale. I fraintendimenti sono sempre possibili, ma di base c'è una certa comprensione, una comunanza di intenti che rende la comunicazione diversa.
Questo ci mette in una condizione particolare, quasi cospiratoria, non trovate?

Il sostegno di chi mi sta accanto


Bisogna però sottolineare che se non avessi avuto da sempre l'appoggio di chi mi circonda, non avrei neppure questa “cantina”dove elaborare le storie. Visto che ho sempre avuto la mania di scribacchiare, i miei genitori ci sono abituati e mi hanno sempre appoggiato e apprezzato. Di scrittura parlo ogni tanto con mio fratello (che scrive anche lui) anche se finiamo quasi sempre per battibeccare di editoria, fino a vere e proprie furiose discussioni.
Come ho detto spesso, mio marito mi ha sempre sostenuto e mi fa da volentieri da cavia. Rispetta i momenti sacri in cui sono al pc, anche se ogni tanto manifesta un po' di gelosia, soprattutto quando passo molto tempo dietro al blog, uscendosene con frasi come: “Stai parlando con i tuoi amichetti?”.
Non so ovviamente come reagirebbe se cominciassi ad esagerare, ma al momento direi che la scrittura non è un ostacolo tra noi.

Le incomprensioni


Trovo che avere il benestare e l'incoraggiamento di chi ci circonda sia una fortuna, anche se ho riscontrato che le persone non sempre comprendono questa attività.
Spesso gli attriti nascono con chi non sa quanto sia difficile farsi pubblicare da un buon editore o anche solo farsi conoscere. La maggior parte di amici e conoscenti pensa che un editore valga l'altro, e in alcuni casi dà per scontato che gli esordienti debbano pagare per ottenere risultati. Avere a che fare con certe opinioni è fastidioso, così come quando persone che non sanno niente del mondo editoriale danno giudizi tout court. Né mi piacciono le opinioni nero-bianco sull'editoria, credo che la realtà sia sempre sfumata.
Molti, poi, pensano che chi pubblica abbia una pila di libri in omaggio. Ed è antipatico quando qualcuno che conosci appena pretenda una copia in regalo.
Chi non scrive, inoltre, ha sempre qualche perla di saggezza da elargire, e anche questo lo eviterei volentieri. Non mi piace quando le persone si prodigano nel dirmi cosa esattamente devo scrivere o quali personaggi usare. Addirittura c'è stato chi voleva che mi ispirassi alla sua biografia!
Un'altra cosa che tollero poco è quando qualcuno fa commenti sui miei tempi di scrittura. Di solito è chi non ha mai scritto una sola riga in vita sua e pensa che i testi compaiano per magia...
Come vedete, non sono tutte rose e fiori. Apprezzo molto chi mi incoraggia e rispetta la mia passione, ma ahimè non è sempre così.
E per voi com'è questo rapporto? Amate parlare di ciò che scrivete o lo tenete per voi?