Dovetti ovviamente risolvere il problema e prima di iniziare il libro di slancio guardai “Uomini contro”, “Le mani sulla città” e “Salvatore Giuliano”. In tempi successivi vidi “Cadaveri Eccellenti”, “Cronaca di una morte annunciata” e “Dimenticare Palermo” permettendomi cosi pagina dopo pagina di leggere il libro in modo scorrevole. Purtroppo solo in un tempo successivo ho visto “La sfida”, il suo primo lungometraggio, se si esclude il “Kean” diretto insieme a Vittorio Gassman. Il libro si dipana su un’intervista a Francesco Rosi da parte di Giuseppe Tornatore, partendo dall’infanzia del Rosi fino ad arrivare ai giorni nostri. Interessanti i vari aneddoti che hanno caratterizzato la carriera del Rosi, la vita sentimentale, i progetti non andati in porto, il suo periodo di aiuto regista con Visconti (e difatti prima di leggersi il libro, occorre vedersi almeno “La terratrema” e “Bellissima”), tutto facilitato dall’affiatamento fra i due registi. Il libro ve lo consiglio perché si entra in contatto con un mondo cinematografico che in qualche modo non c’è più (a quanto pare una volta il cinema era una gran famiglia, ci si sentiva spesso fra registi, attori, ci si faceva favori come quando Rosi ancora a non riprese finite de ”Le mani sulla città” mandò di corsa da Fellini per “8&1/2” il suo direttore di fotografia Gianni di Venanzo), ricco di aneddoti (alcuni divertenti come quello riguardante Orson Welles e Peter O’Toole), utile per conoscere meglio “quasi” dal di dentro la storia del cinema italiano o meglio di un certo tipo di cinema (cinema di genere drammatico di stampo neo-realista/realista), il rapporto umano tra produttori e registi, per interessarsi anche ad aspetti tecnici del mondo cinematografico ma ricordate: non iniziate il libro se non avete visto almeno una decina di film del Rosi più quei due di Visconti, altrimenti diventa un bel mattone, ma pur sempre un mattone! Infatti qualche pagina me la sono riletta……:)
Dovetti ovviamente risolvere il problema e prima di iniziare il libro di slancio guardai “Uomini contro”, “Le mani sulla città” e “Salvatore Giuliano”. In tempi successivi vidi “Cadaveri Eccellenti”, “Cronaca di una morte annunciata” e “Dimenticare Palermo” permettendomi cosi pagina dopo pagina di leggere il libro in modo scorrevole. Purtroppo solo in un tempo successivo ho visto “La sfida”, il suo primo lungometraggio, se si esclude il “Kean” diretto insieme a Vittorio Gassman. Il libro si dipana su un’intervista a Francesco Rosi da parte di Giuseppe Tornatore, partendo dall’infanzia del Rosi fino ad arrivare ai giorni nostri. Interessanti i vari aneddoti che hanno caratterizzato la carriera del Rosi, la vita sentimentale, i progetti non andati in porto, il suo periodo di aiuto regista con Visconti (e difatti prima di leggersi il libro, occorre vedersi almeno “La terratrema” e “Bellissima”), tutto facilitato dall’affiatamento fra i due registi. Il libro ve lo consiglio perché si entra in contatto con un mondo cinematografico che in qualche modo non c’è più (a quanto pare una volta il cinema era una gran famiglia, ci si sentiva spesso fra registi, attori, ci si faceva favori come quando Rosi ancora a non riprese finite de ”Le mani sulla città” mandò di corsa da Fellini per “8&1/2” il suo direttore di fotografia Gianni di Venanzo), ricco di aneddoti (alcuni divertenti come quello riguardante Orson Welles e Peter O’Toole), utile per conoscere meglio “quasi” dal di dentro la storia del cinema italiano o meglio di un certo tipo di cinema (cinema di genere drammatico di stampo neo-realista/realista), il rapporto umano tra produttori e registi, per interessarsi anche ad aspetti tecnici del mondo cinematografico ma ricordate: non iniziate il libro se non avete visto almeno una decina di film del Rosi più quei due di Visconti, altrimenti diventa un bel mattone, ma pur sempre un mattone! Infatti qualche pagina me la sono riletta……:)
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