IO ME NE LAVO LE MANI, MA IN FONDO UNA MANO LAVA L’ALTRA - La letterina dell’Amministratore Unico è il segnale della resa dei conti fra le falangi contrapposte degli schieramenti politici?

Creato il 28 ottobre 2011 da Ciro_pastore
Novello Ponzio Pilato, l’AMMU di Circumvesuviana, scrive ai suoi superiori per ricordare loro che anche questo mese non si procederà alla corresponsione delle retribuzioni alla scadenza prefissata del 26° giorno di ogni mese: vecchia prassi oramai da mettere nella bacheca dei ricordi dei bei tempi delle vacche obese. Sorprende l’ovvietà di comunicare una notizia a chi la conosce (o dovrebbe conoscerla) ampiamente, ma il preambolo scontato si deve alla penna di qualche poco fantasioso ghost writer e, quindi, va perdonato. Molto più pregnante, però, e ciò che non si legge. Nelle cose non scritte, infatti, trapela una novità consistente: la formale dichiarazione di impotenza da parte di un management aziendale definitivamente privato, suo malgrado, di ogni reale potere.
Ma proviamo ad analizzare, sotto ogni singolo aspetto, il processo mentale che ha spinto un comandante senza comando a rivolgersi pubblicamente ai chi governa realmente i processi. Innanzitutto, la prima domanda da porsi è perché la lettera viene spedita solo ora. Le difficoltà finanziarie sono note da mesi ed ogni volta si è tentato di farle passare come episodiche. Ma, come è facile intuire, si tratta diimpedimenti strutturali di cui sarebbe più corretto e trasparente informare i lavoratori affinché essi siano messi nelle condizioni di prendere le opportune contromisure. Ma la trasparenza, si sa, obbligherebbe ad un cambiamento culturale da parte di chi, per formazione e per esperienza, preferisce muoversi nel “porto delle nebbie”.
Proseguendo nell’analisi, non si può fare a meno di notare che i destinatari della lettera sono figure manageriali, amministrative e politiche. Ma pare chiaro che Gennarino I scrive all’Amministratore Unico e al Direttore Generale della holding (EAV. Atto tanto dovuto quanto inutile, visto che i destinatari in questione sono ampiamente informati e sicuramente incapaci di risolvere il problema perché non sono certamente loro i concreti erogatori dei fondi necessari per la puntuale corresponsione delle retribuzioni. Gli altri due destinatari sono l’Assessore ai Trasporti, da cui dipende la struttura regionale deputata a liberare i fondi, e il Presidente della Giunta Regionale chiamato in causa in quanto suprema autorità politica/amministrativa della Campania e, in definitiva, azionista unico della nostra azienda. È proprio a questi ultimi due che, ovviamente, la lettera è realmente indirizzata. Perché politico è il problema. Politico nel senso alto del termine, però. Purtroppo, da tempo ormai, la parola ha assunto un senso negativo, in quanto con politica si indica la classe politica, la casta per meglio dire. La fondamentale domanda politica da porre è, infatti, quanto il trasporto pubblico sia fondamentale per la sopravvivenza stessa di questo tipo di organizzazione sociale. Ovverosia, se il trasporto pubblico, alla pari con la sanità, sia o meno un servizio essenziale che caratterizza la funzione stessa dello Stato e delle sue emanazioni territoriali. Nessuno si sognerebbe di negare, infatti, la insostituibile funzione della sanità pubblica nell’ambito del diritto di cittadinanza. Stesso ragionamento andrebbe, e dovrà essere, fatto per il trasporto pubblico che non riveste solo una insostituibile funzione per la mobilità ma ha anche benefiche ricadute in termini ambientali e, conseguentemente, sullo stato di salute dei cittadini. Ogni euro di fondi pubblici spesi nel trasporto pubblico genera economie per il sistema sanitario. Noi tutti paghiamo, infatti, in termini di vite perdute e di costi indotti, gli anni della motorizzazione privata selvaggia che ha determinato un aumento esponenziale delle patologie collegate all’inquinamento ambientale.
Uscendo da un ragionamento sui massimi sistemi, occorre rilevare che, forse, la letterina è molto più brutalmente anche il segnale di una guerra in atto fra le opposte fazioni all’interno della maggioranza regionale. Maliziosamente, si potrebbe dire che nell’avviso di possibilesommossa dei lavoratori esasperati, ci sia un implicito invito a metterla in atto. Insomma, come sempre i fatti possono avere diverse chiavi di lettura, e non sempre quella più evidente finisce per essere quella più vicina alla realtà. Ex socialisti e truppe cammellate martuscielliane, si contrappongono aspramente per una lotta all’occupazione delle poltrone prossime venture (quelle di EAV 2.0 per intenderci) che passa, inevitabilmente, per una guerriglia sotterranea a colpi di coltellate nella schiena, in stile Notte dei lunghi coltelli, quando le spietate truppe delle SS eliminarono fisicamente i capi delle SA, non più fedeli servitori di Hitler. Qualche amministratore di azienda in fusione potrebbe non trovare posto nello scenario futuro e si cerca di trovare la giustificazione gestionale ad una defenestrazione solo apparentemente impossibile, tanto da spingere il defenestrante a difendersi utilizzando strumentalmente la inevitabile protesta dei lavoratori come arma impropria nei confronti dei defenestranti.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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