Io mi chiamo Yorsh

Creato il 23 aprile 2012 da Labellaeilcavaliere
Silvana de Mari

“Siate generosi con chi cade.
Voi siete certi che non cadrete mai? La vita è imprevedibile ed è meglio non nutrire certezze assolute”.
Quando comincio un nuovo libro di Silvana De Mari preparo tre cose: fazzoletti, cioccolato e un libro di barzellette. Da usare in questo ordine. Ormai mi considero una sopravvissuta dei suoi libri, perciò conosco i trucchi.
Eccoci al quinto libro della saga dell’Ultimo elfo, che in realtà fa da prequel. E infatti il protagonista si chiama Yorsh, come l’ultimo elfo, il più grande e magnifico. Ma lui non è un elfo, e non è per nulla magnifico. E’ un Melmoso, un Intoccabile, il più infimo degli infimi. Porta il nome del più grande degli elfi, ma non ne condivide la magnificenza, se non nella pochezza che gli ha concesso la vita.
Il mondo è sommerso dalle piogge e la colpa viene data agli elfi. Loro sono grandi, saggi, bellissimi; allora perché non fermano le alluvioni che distruggono villaggi e città? Perché sono malvagi e quindi meritano di morire.
Yorsh ci racconta della sua nascita nel lebbrosario, unico sano insieme al padre in un mondo di moribondi. “Ero veloce, forte, sano, amato. Invidiato. Un principe”. Ma lui questo ricchezza non la vede e fa di tutto per andarsene. Diventa un Melmoso. Può lasciare il lebbrosario ma viene costretto ai lavori più pesanti, lontano dai sani che ne temono il contagio. E’ così che si unisce alle squadre che rinchiudono gli elfi nei ghetti dai quali non usciranno mai più. E’ così che prende parte a un terribile e insensato massacro.
Ciò che colpisce dei libri della De Mari è che non parlano mai solo di elfi, nani, o orchi. Le sue storie ci racconto degli angoli più bui e nascosti dell’animo umano. Scavano nel profondo e non è difficile rivedere nei suoi libri la verosimiglianza di personaggi e situazioni. Io mi chiamo Yorsh non è solo un libro di eventi terribili, ma di riscatto e di speranza. La speranza di trovare un posto, di svolgere il compito che il destino ci ha riservato, anche se è poca cosa, anche se insieme c’è più dolore che gloria.
“Coraggio uomini, anche quando non è più possibile essere senza macchia, si può sempre essere senza paura. Coraggio uomini, è dalla vergogna che comincia la strada verso la gloria”.Yorsh troverà il coraggio di portare a termine il suo compito. Per merito suo l’ultimo degli elfi potrà vedere la luce e salvare il mondo dalla rovina in cui è precipitato. Il suo ruolo è piccolo, ma determinante, e per svolgerlo sarà pronto a sacrificare la propria vita.
Arriviamo così ai fazzoletti e al cioccolato, da usare in abbondanza. Da alcuni libri bisogna riprendersi con dolcezza…

Alaisse

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