Essere autentici è complicato, lo so. Io sono tanti me, sono molteplice. La rara rosa che siamo è numerosa e una. Quale me porto, allora, se voglio essere autentico? Occorre che io sia consapevole. Porto le parti che reputo più spendibili affinché il nostro diventi un buon incontro: non necessariamente propongo tutto me stesso e tutto in una volta, alcune parti le terrò per me perché graverei su di te con un carico troppo ingombrante. Metto dunque a tua disposizione quelle parti che qui e ora reputo appropriate, ma sempre con il vincolo dell’autenticità. Ti presento due cose carine di me, senza esagerare: per adesso va bene così, se vorrai avremo il tempo per approfondire. L’importante è che le parti messe in gioco siano autentiche. Non devi mai pensare che sono impegnato in un gioco relazionale, recito un copione: ciò che è successo tra noi è successo davvero, non perché l’ho fatto accadere tramite un artefatto. È successo così come lo percepisci. Se ti va, puoi starci. Almeno proviamoci.
(Grazie al prof. F.V. che mi ha fornito pensieri e parole. Fotografia scattata a Castello di Populonia l'11 marzo 2014.)