Vado a un incontro di poesia, prima dell’incontro sono al bar con un’amica, mi chiede come si diventa poeti, le dico che non ne ho idea, che però ho un amico poeta che si chiama Alberto Masala e lui dice che essere poeti è una precisa scelta di campo, che non basta saperlo fare con la tecnica, che bisogna vivere di questo, non avere altri mestieri al di fuori del pensiero e dell’arte, che non si deve avere rapporti col potere, che insomma non si tratta solo di andare a capo, e poi soprattutto che poeti non ci si dichiara, e questa è la questione fondamentale, ossia che è la collettività a proclamare il poeta, a riconoscerlo come tale, al che la mia amica sorride, dice: “Insomma, uno la fa facile a dire ‘Ciao, sono un poeta’”, “Ecco”, le ribatto, “considerato tutto questo, io proprio non me la sono sentita di fare il poeta”.
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