Io sono bagnarota: Mia Martini parla delle sue radici e racconta la leggenda di Bagnara Calabra

Creato il 29 novembre 2014 da Pippo

Il rapporto e il legame tra Mia Martini e Bagnara Calabra era, lo sappiamo tutti, veramente forte. Non a caso, Mimì scelse nel 1981 di ambientare proprio in quel luogo lo special 'Io sono Mia' realizzato dalla Rai.
Tutte le volte che tornava a Bagnara si rigenerava,conquistava gli abitanti, i Bagnaroti,con la suadisarmante semplicità e immediatezza e aveva dei riferimenti ben precisi: Zia Sarina, con la quale aveva instaurato un legame fortissimo, e Radio Perla del Tirreno, emittente locale. Qui ha lasciato, oltre a innumerevoli ore di registrazioni radiofoniche, tanta allegria e simpatia. L’aspetto che la faceva parecchio divertire era parlare al telefono in diretta con il pubblico che partecipava alle trasmissioni con i quiz condotte da lei agli inizi degli anni '80.
Abbiamo reperito una intervista in cui lei parla delle sue radici e racconta la leggenda di come è nata Bagnara Calabra...In questo guardare le tue radici, e quindi guardarti allo specchio, cosa è che ti piace della tua latinità, della Magna Grecia, visto che sei calabrese?
Mi piace proprio conoscermi, conoscere la mia storia fin dalle origini, ma la cosa nella quale più mi ritrovo senz’altro è l’istinto, l’emotività, il calore, il sangue- Di questo tipo di cultura mi interessa tutto: le tradizioni, le origini, da che cosa nascono i nomi dei paesi o i nostri nomi, quelli che noi portiamo. Per esempio, su Bagnara ho fatto delle ricerche molto approfondite, sono andata a finire alle sorgenti del Gaziano.E cosa hai scoperto su Bagnara?

Leggendo un libro sulla storia di Bagnara, mi sono imbattuta su questa leggenda, sai, le leggende sono importantissime, perché sono alla base proprio della cultura. Si dice che Bagnara sia nata così: C’era un pastore dell’Aspromonte, sai è una montagna che va a picco sul mare, questo mare dove si pesca il tonno e il pesce spada. In questo Aspromonte vive questo pastore che si chiama Gaziano. Un giorno, mentre sta riposando, si mette a suonare un flauto fatto da lui con un ramo di castagno. Poi, si addormenta sotto un albero e improvvisamente viene svegliato da una musica meravigliosa. Guarda verso la fine della roccia che va giuù profonda, perché siamo in alta montagna, da dove si vede uno scorcio di mare, dal quale esce una Ninfa bellissima.  Lui si innamora pazzamente di questa Ninfa, la quale poi sparisce nelle acque. Gaziano cerca di richiamarla ma non riesce a farla riaffiorare e allora va a cercarla. Scende dalla montagna, si costruisce una zattera, va al largo e finisce nelle montagne del Dio Eolo, il Dio dei Venti. Rimane sette anni con lui, che gli insegna tutti i segreti dei venti e del mare, Trascorsi questi sette anni, Gaziano continua il suo viaggio e approda nell’antro della Maga Circe, alla quale racconta il suo dolore e le dice che sta ancora cercando ancora questa Nonfa meravigliosa e Circe gli svela che quella Ninfa è un’ancella della Dea Teti, la Dea Dei Mari.  Gli spiega come deve fare per evocarla e chiederle di fargli vedere di nuovo il suo grande amore. Gaziano ritorna sull’Aspromonte, fa questo rito e finalmente riesce a rivedere la sua Ninfa. Questa riaffiora dalle acque cantando una dolcissima melodia e lui può finalmente svelarle tutto il suo amore. La Ninfa non rimase molto toccata da questa storia stupenda e gli dice che non le interessa assolutamente di essere amata da lui e disparisce di nuovo nel mare.  A questo punto, Gaziano impazzisce dal dolore, comincia a piangere e si piega sulle ginocchia e piange, piange talmente tanto che si trasforma in acqua e poi in un torrente pazzesco, che va ad inondare questa montagna. Finalmente riesce a scendere giù e si fonde proprio nel mare, riuscendo così a raggiungere la sua Ninfa. E’ proprio lì, in quel punto, dove le sue lacrime si congiungono con il mare, che nasce Bagnara. Elaborazione testo di Pippo Augliera Novembre 2014
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