Autore: Shane Jones
Titolo: Io sono Febbraio
Anno: 2011
Pagine: 160
Casa editrice: ISBN
Genere: Fantastico
Formato: Cartaceo
Prezzo: 10,00 euro
Trama:
In un luogo e in un tempo imprecisato, una piccola cittadina vive un incubo infinito: da mesi gli abitanti sono immersi in un inverno che sembra non voler finire mai, la luce del sole è un lontano ricordo, ovunque solo freddo e neve.
Mentre gli adulti cadono in una profonda depressione, uno spirito misterioso di nome Febbraio si accanisce contro la popolazione, vietando il volo degli aquiloni e delle mongolfiere. Ed è quando i bambini della città iniziano a scomparire che Thaddeus Lowe decide di ribellarsi dichiarando guerra a Febbraio.
Io sono Febbraio è un romanzo allegorico e struggente, un piccolo scrigno di invenzioni letterarie e immagini poetiche. Shane Jones, con una prosa lirica ed evocativa, racconta una surreale fiaba invernale, la storia di un’umanità oppressa che non ha perso la speranza e ha ancora la forza di lottare.
Giudizio:
Che cos’è la narrativa fantastica? Quali titoli fanno effettivamente parte di questo genere letterario?
Mi rendo conto di quanto queste domande possano sembrare sciocche, ma se ci fermiamo a riflettere un attimo, scopriamo che non è affatto così.
In fondo, Murakami non viene generalmente classificato come un autore di fantasy, eppure molti suoi titoli lo sono a tutti gli effetti, pensiamo ad esempio a Kafka sulla spiaggia, dove tra le tante cose c’è un uomo capace di parlare con i gatti. Oppure a La fine del mondo e il paese delle meraviglie, dove la realtà e ben farcita di eventi fantastici.
Ma mi permetto di osare anche di più. Pensate infatti a Orlando di Virginia Woolf. Orlando è uomo per metà libro, e poi si risveglia improvvisamente donna. E, ok, al giorno d’oggi tutto è possibile, ma non così repentinamente.
Se devo dare retta a Wikipedia, “Il fantastico è un genere di narrazione basato sulla rappresentazione di elementi e situazioni immaginarie che esulano dall’esperienza quotidiana, straordinarie, che si ritiene non si verifichino (molto probabilmente) nella realtà comunemente sperimentata.”
Quindi sia Orlando che gran parte della produzione di Murakami appartengono al genere.
Tutto questo preambolo per dirvi che sebbene Io sono Febbraio possa non essere di norma catalogato come narrativa fantastica, di base lo è a tutti gli effetti. Anzi, molti lo hanno descritto come una sorta di fiaba e… bè, devo dirvelo io che le fiabe sono zeppe di archetipi fantastici?
Ma, effettivamente, Io sono febbraio è un’opera difficile da catalogare.
È indubbiamente una vicenda dai tratti fantastici, motivo per cui ne parlo cui, e infatti c’è un inverno che non vuole finire mai, impersonificatosi in una figura che porta il nome di Febbraio e che sembra accanirsi contro i poveri abitanti di un piccolo villaggio.
E poi ci sono bambini che scompaio nel nulla. E buchi nel cielo. E varie altre cosette che “ si ritiene non si verifichino (molto probabilmente) nella realtà comunemente sperimentata.”
Ma Io sono Febbraio è anche poesia, perché la narrazione diventa lirica in alcuni punti. Od opera grafica, addirittura, con i rimpicciolimenti delle frasi, i cambi di font e le pagine mezze vuote. O mezze piene. È fiaba, perché effettivamente ha un sapore di storia da focolare, che sembra dire tutto ma allo stesso tempo lascia molti spazi aperti. Una storia di quelle che nascondono una morale, anche se non sempre è facile coglierla. Ed è anche una storia sociale, in qualche modo, una storia contemporanea.
Io sono Febbraio racconta, in un modo tutto suo, tutto speciale, la storia di alcune persone che non vogliono arrendersi. Che quando tutto sembra andare storto, decidono di combattere con ogni mezzo per rimettere tutto in ordine, per ridare speranza alle loro vite. Per far ritornare, letteralmente, il sole.
Solo che la lotta è lunga e faticosa, e ci sono momenti in cui la speranza abbandona il protagonista, e altri in cui lo conforta.
Nella guerra ci sono sempre i morti, e questa, contro l’inverno che non vuole finire mai, è una guerra vera e propria. E le morti portano sempre pesanti fardelli, e anche i forti possono arrivare a sentirsi deboli.
Una sorta di insurrezione popolare contro una sorte che non si vuole… una situazione che mi viene da mettere in parallelo col nostro periodo storico. Viviamo in un momento che sembra effettivamente buio e freddo, come è l’inverno del libro, dove capitano cose decise e/o causate da altri, ma in cui ci rimettono i più deboli. E ai deboli rimane solo la possibilità di lottare e di sperare per qualcosa di meglio.
Ma il romanzo, se possiamo definirlo romanzo, è anche, almeno in parte, una storia che esprime il potere delle parole. Parole che sono forza creatrice, capaci di cambiare i destini. Parole che possono ammaliare, anche. Parole che possono danzare sulle pagine bianche come la neve.
Io sono Febbraio è un gioiellino d’arte che ci racconta quanto la vita possa essere dura, ma ci ricorda anche che si può sempre combattere per un ideale, anche in modi poetici e particolari.
E allora, ecco cos’è per me il fantastico: un modo ‘diverso’ per raccontare qualcosa che ci riguarda tutti.
L’autore:
Shane Jones, autore statunitense nato ad Albany nel 1980, ha scritto cinque romanzi, ma solo due sono stati pubblicati in Italia da Isbn Edizioni: Io sono Febbraio, nel 2011, e Daniel contro l’uragano, del 2012. I suoi esordi furono piuttosto modesti, ma il successo venne pian piano raggiunto attraverso il passaparola che portò visibilità a Io sono Febbraio, tanto da destare l’interesse del regista Spike Jones e, successivamente, venire pubblicato da Penguin.
Andrea Storti