Erano sempre presenti davanti all’ambasciata sudafricana di Londra, in Trafalgar Square. Io arrivavo da Sud e il bus 81 mi lasciava a pochi metri, poi a piedi mi dirigevo verso St Martin-in-the-Fields dove lavoravo.
Questo ricordo mi fa venire in mente John, un ragazzo alto dagli occhi e dai capelli neri e in più sempre vestito di nero che, con perfetto accento del Nord, mi chiese se volessi firmare. Era la prima volta che mi fermai, ma non fu l’ultima. Non solo perché era un percorso obbligato, ma per scelta. Per un periodo ho dato la mia disponibilità ed è stata un’esperienza umana ancor più che politica fermare le persone per strada e raccontare di te. E non c’è bisogno che ti dica che le persone che hanno agito sono state tantissime e le più svariate.
Un punto di partenza comune era la libertà ed a seguire la dignità e i diritti civili. E tu sei stato un testimone eminentissimo. Chiare e definitive le tue parole:
Non c’è nessuna strada facile per la libertà
Che strada impervia è stata la tua vita, grande anima indomita.
Voglio ringraziarti e ricordarti con la poesia di Henley che tanto amavi.
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all’altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d’ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino;
Io sono il capitano della mia anima.