Io sono quella che cantano i poeti e non quel mascherone, tragico e ridicolo, che caracolla sui tacchi, trascinando anni stanchi di botox.
Io sono quella che cantano i poeti e non quella che ex ragazza, che compete con figlie e amiche delle figlie, anelando una giovinezza che non può esserci, per il fatto stesso di essere trascorsa.
Io sono quella che cantano i poeti e non quelle labbra rifatte, quei seni fuori misura, a sfidare la gravità, quei tatuaggi fuori luogo, a percorrere strade da starlette opinabili a 20 anni, e patetiche a 50.
Io sono quella che cantano i poeti, ma non per trasformarmi in cosa, men che meno in cosa plastificata, per piacere a maschi un tempo giovani ed oggi ad avvilirsi in gare all’ultima carta di credito, nel tentativo di acquistare gioventù in vendita a prezzi di saldo, convinti di poterlo chiamare ancora amore.
*Riflessioni di un pomeriggio di lugliembre.