Il rap è un genere musicale molto poco considerato. Musicalmente parlando, ovvio. Il rap è un genere ritenuto non musicale, a dirla tutta. Ovviamente questo è il pensiero di chi lo conosce superficialmente, di chi lo giudica ascoltando solo quello che passano la radio e la televisione. Poi c'è chi non lo sopporta, ma questo è un altro paio di maniche e ci sta tutto. Il fatto è che il rap E' un genere musicale. Il rap è musica. Basta ascoltare un gruppo come i The Roots per rendersene conto. Basta dare un'occhiata a quali sono i musicisti che si porta Jay Z sul palco. Basterebbe anche solo ascoltarsi un disco come Doo-Bop. Di Miles Davis, per me il più grande musicista jazz della storia. Per non parlare di chi ci mette il cantato nei propri pezzi rap.
Io con l'hip hop ci sono cresciuto. L'hip hop è una cultura, il rap un genere musicale. Quando penso all'hip hop italiano mi vengono in mente artisti del calibro di Kaos One, Neffa, Otr e Sottotono. Ma quando penso all'essenza dell'hip hop mi vengono in mente solo Notorius Big e Tupac. Nemici/amici, artisti, uomini che ci hanno lasciato troppo presto. Misteri insoluti attorno ai loro assassi(g)ni.
Qualche mese fa (perché io arrivo sempre fuori tempo massimo) qui in Italia è uscito un libro che cerca di far ordine nel caos di informazioni e di dare un senso a tutto quello che non quadra. Si intitola Who Shot Ya? ed è edito dalla casa editrice Chinaski, conosciuta per le ottime monografie musicali. Una raccolta di dichiarazioni, interviste e testimonianza. I curatori del progetto sono Andrea Napoli e F.T. Sandman ma hanno partecipato anche altri nomi: Ken Paisli, scrittore e giornalista neozelandese, che ha scritto la prefazione alla parte dedicata a B.I.G. e Tormento, che ha scritto quella su Tupac.
Io probabilmente ho un grande debito verso Tormento che, per chi non lo sapesse, è un rapper italiano sulla scena da più di vent'anni ed ex MC dei Sottotono. Ho un debito nei suoi confronti perché ho iniziato ad ascoltare musica rap proprio con i Sottotono (avevo 13 anni) e perché ascoltare rap mi ha dato la spinta definitiva verso la scrittura creativa. Tormento (a.k.a Yoshi) è uno di quelli che si è sempre messo in discussione, uno che ha sempre fatto il suo e lavorato nella scena tra alti e bassi. Un rapper che non deve piacere per forza ma che, sicuramente, merita rispetto. Non mi sorprende affatto che sia stato contattato per parlare di un artista come Tupac Shakur. Al progetto ha contribuito anche con la realizzazione di un booktrailer, il brano inedito dal titolo Io Sono Tupac. Ma non fatevi ingannare dal titolo, non si tratta di autocelebrazione: si tratta della possibilità di poter fare la differenza. Perché il rap non è solo donne, droghe e macchinoni.
Per informazioni su Tormento e i suoi progetti (se vi interessa) io mi farei un giro sulla sua pagina facebook ufficiale.