Blasfeme e non, fantasiose e tradizionali, le imprecazioni personali stimolano la corteccia cerebrale e si adattano ad ogni eventualità
di LuanaLaGiak
Imprecare e augurare le più brutte sventure ai malcapitati dall’altro lato della nostra barricata è assolutamente liberatorio. Anche gli attimorati di Dio avvertono la necessità di sputare veleno verso chi non rispetta il nostro spazio o la nostra persona.
L’automobilista che non ti dà la precedenza sulle strisce pedonali, il ciclista che mette in pericolo la sua vita a discapito della tua libertà vigilata o, peggio ancora, il camionista che sfreccia sulle pozzanghere lavandoti ad est e infangandoti ad ovest, meriterebbero tutti una grossa maledizione. Quanto, però, l’universale “Fanculo!” o “Mortacci tua” riescono a liberare l’IO che vive nel profondo del nostro esofago?
Uno studio della Keele University, portato a termine qualche anno fa, ha dimostrato che quando si è feriti bestemmiare e sbraitare fanfarate consente di ridurre la sensazione di dolore. Per dimostrare la tesi oggetto della ricerca alcuni studenti si sono sottoposti ad un test in cui bisognava tenere in mano dei cubetti di ghiaccio. I maleducatissimi studenti da “Mortacci tua” hanno dimostrato una resistenza assolutamente maggiore in confronto ai più educati, che hanno lasciato scivolare il ghiaccio dopo una manciata di secondi. La ricerca ha affermato la tesi iniziale “Bestemmie e imprecazioni sono una reazione fisica, e non soltanto mentale a una condizione di difficoltà, che consente una predisposizione più adeguata al corpo di reagire”.
Ogni crimine contro noi stessi, quindi, dovrebbe avere la giusta e cattiva risposta che merita e se passiamo, poi, ad esaminare le maledizioni meritate dagli spezzatori di cuore, colleghi di lavoro o esaminatori di quarta specie, via le museruole e scatenate la fantasia.
Girovagando in rete, mi sono imbattuta nel tumblr del momento Iotimaledico, blog che ha scatenato una vera e propria corsa alla maledizione più efficace per augurare al proprio avversario una splendida giornata. Dalle fette biscottate rotte alla reincarnazione in un tampax, dall’avere due suocere al cognato di scientology, ognuno può sbizzarrirsi in cattiverie d’ogni specie.
Sembreremo maleducati, sembreremo volgari, sembreremo inopportuni, ma “Io ti maledico” è la chiave per avere meno rughe e vivere più a lungo. Lasciatevi ispirare dalle circostanze e sbraitate più a lungo possibile… a ciascuno il suo!