Iori' S Eyes-double Soul

Creato il 27 marzo 2012 da Iyezine @iyezine
27 Marzo 2012 A cura di:

Alessandro Ferraro

Tag:

trip hop

dream pop

minimal

pop

“Double soul”, primo album del duo milanese Iori’s eyes. Clod e Sofia cesellano ad arte quello che può considerarsi un vero e proprio dono; Un tresor intimo e intenso alla ricerca di ciò che più ci spaventa: noi stessi.

Prodotto da Federico Dragogna (Ministri) e masterizzato da Jo Ferliga (Aucan), l’album si appresta a diventare uno dei regali più interessanti di questo misterioso 2012.
“Questo disco è Vuoto da esplorare” così recita, a pieno diritto, il comunicato stampa.
Dodici tracce di velluto, incantevoli precipizi sull’ignoto, notturni voli alla ricerca di un caleidoscopico specchio che ci riveli chi/cosa siamo; De Gregori parlerebbe di “un incubo riuscito”.
Un esame di coscienza, una lunga preghiera, in una domanda tutte le domande; sacro e mistero, vertigine e attrazione, uno e il suo contrario. Una messa celebrata dai Massive Attack, art pop, spiritual, soul. Pura anima che, proprio perché pura, ha timore e si nasconde tra le ampie pieghe di bassi materni: un abbraccio che conforta e inquieta. L’elettronica tesse perfetti sfondi ai magnifici ricami di voce, il risultato è delicato ma resistente, prezioso e non fragile.
Una confessione a cuore aperto (ascolta: “All the people outside are killing my feelings”, “Bubblegum”, “The merging”...), una lettera d’amore a se stessi come a dirsi “avrò cura di te/me” (“Something’s comin’ over me”, “Winter Olympics”, “They used to call it love”), un salto a capofitto nel profondo (“sii perfetto se precipiti” cantavano quelli là) come ad esempio l’emozionantissima “Wake up friends”.
Non ha senso parlare dei brani uno ad uno, siamo di fronte ad un mosaico, bisogna allontanarsi un poco per entrare completamente nel quadro ed apprezzare appieno le sfumature e i contorni labili ma carichi, fradici di significati.
Non è un disco facile, no no; và vissuto, mangiato, digerito, odiato e infine ri-conosciuto.
È uno specchio, dunque ascoltandolo, anzi meglio auscultandolo, non facciamo altro che percepire quella voce in noi stessi che ancora non aveva trovato il coraggio per rivelarsi, farsi viva/vita, spirito e carne. Insomma un disco quanto mai indispensabile!
Una piccola osservazione però, la si deve fare: avendoli sentiti live devo dire che i suoni di batteria elettronica uccidono un poco l’assai affascinante violenza del groove originale. Dal vivo ci si trova di fronte ad un’esperienza davvero mistica e foriera di epifaniche magie (solo gli AIM mi hanno regalato qualcosa di paragonabile), il disco non raggiunge mai questi vertici quasi artaudiani, non ci carbonizza il cuore (eppure le armi per farlo le avrebbe eccome…). Perché non provare a portare questo stravolgimento psico-fisico-spirituale (e chi più ne ha più ne metta) anche su registrazione?
Gli Iori’s eyes fanno davvero sperare bene per le sorti, sempre un po’ traballanti, del panorama italiano, una vera boccata dì aria, una opera prima che promette grandi splendori iniziando a porre le fondamenta di un cammino che apre a nuovi orizzonti, nuovi scenari, nuovi incantesimi. Chissà perché mai, ma non è poi così difficile parlare di Arte in questo caso!

Autore : Iori’s eyes
Titolo: Double soul
Anno : 2012
Etichetta : La Tempesta International

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